Wien - Con una decisione che molti giudicano insieme prevedibile e cauta, Papa Leone XIV ha nominato Josef Grünwidl nuovo arcivescovo metropolita di Vienna. La nomina pone fine a una sede vacante che durava dal 22 gennaio 2025, quando Papa Francesco aveva accettato la rinuncia del cardinale Christoph Schönborn, giunto al compimento degli ottant’anni dopo trent’anni di episcopato alla guida dell’arcidiocesi (1995-2025).

La lunghissima reggenza del cardinale Christoph Schönborn aveva da tempo suscitato malumori diffusi tra il clero e i membri della curia viennese, anche a causa di una personalità talvolta divisiva. Secondo i sacerdoti e anche alcuni laici, un ministero così prolungato ha generato stanchezza, desiderio di cambiamento e tensioni latenti all’interno dell’arcidiocesi.

Già nel gennaio 2025, Papa Francesco aveva nominato Josef Grünwidl amministratore apostolico della diocesi, su esplicita indicazione dello stesso Schönborn. L’intento non dichiarato era quello di concedere un “periodo di prova”, utile a valutare la sua idoneità alla guida della Chiesa viennese - un esperimento che molti preti hanno giudicato “assurdo”, trattandosi di una sorta di semi-nomina ad interim. In realtà, questa scelta non aveva convinto neppure gran parte del presbiterio locale, preoccupato che la designazione di Grünwidl potesse di fatto perpetuare l’influenza di Schönborn, consentendogli di continuare a esercitare un ruolo decisivo nell’ombra, grazie al legame personale e alla continuità di linea tra i due.

Chi è Josef Grünwidl

Josef Grünwidl è un prete viennese nato il 31 gennaio 1963, ordinato sacerdote nel 1988 per mano del cardinale Franz König.  Il suo ministero è stato tutto nel contesto locale: parrocchie, decanati, incarichi di vicariato e ruoli nel consiglio sacerdotale.  Fu segretario episcopale di Schönborn tra il 1995 e il 1998, e negli ultimi anni aveva assunto ruoli di rilievo nella curia viennese.  

Nella sua prima intervista da amministratore apostolico, Josef Grünwidl aveva dichiarato di non voler “prendere grandi decisioni” nell’immediato, ma di voler piuttosto “ascoltare, incontrare, comprendere problemi, domande e necessità”. Allo stesso tempo, aveva precisato di non voler restare passivo, descrivendo il proprio stile come dialogico, attento ai cambiamenti sociali e alle sollecitazioni pastorali che attraversano la Chiesa contemporanea.

Già allora, quelle parole lasciavano intravedere la direzione verso cui si sarebbe mossa la sua azione pastorale. Oggi, con la nomina ufficiale ad arcivescovo di Vienna, Grünwidl assume la piena responsabilità di una diocesi segnata da un “regno troppo lungo” e dalle ferite che esso ha lasciato. La sua personalità, tuttavia, appare ancora più spigolosa e divisiva di quella del domenicano Schönborn: un vescovo fortemente schierato sul piano ideologico, propenso a una visione di Chiesa centrata sulle istanze sociali e meno attenta alla profondità spirituale e al discernimento interiore che dovrebbero animare il ministero episcopale.

d.E.R.
Silere non possum