Milano – Sabato 11 ottobre 2025, il silenzio orante della Bernaga, il piccolo monastero immerso tra le colline di La Valletta Brianza (Lecco), è stato spezzato dal crepitio delle fiamme. In poche ore, un incendio violentissimo ha ridotto in cenere la struttura seicentesca che da oltre sessant’anni ospitava le Monache Romite Ambrosiane dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad nemus

Tutte e ventidue le religiose - molte anziane - sono state tratte in salvo dai Vigili del Fuoco, che hanno lottato a lungo per contenere un rogo alimentato dal legno di cui era formato in gran parte il monastero.

Le prime indagini parlano di un corto circuito, ma il dolore va ben oltre la causa materiale: il fuoco ha divorato non solo mura, ma anche documenti, reliquie, icone e ricordi di una vita nascosta e feconda, interamente consacrata alla preghiera.

Le parole dell’Arcivescovo Delpini

L’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Enrico Delpini, ha affidato al suo messaggio la voce della diocesi: «Le monache Romite Ambrosiane dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad nemus sono tutte salve! È un grande sollievo, mentre si vedono le fiamme impressionanti che hanno avvolto l’antico monastero. L’incendio spietato ha distrutto un patrimonio di documentazione, di segni di devozione, quei pochi effetti personali di cui vivono le monache. In questo disastro voglio esprimere la solidarietà di tutta la Chiesa Ambrosiana. San Paolo VI, che incoraggiò Madre Candida nella fondazione, san Carlo Acutis, che alla Bernaga ricevette la Prima Comunione, e Madre Candida stessa certo continueranno a essere vicini alle monache».

Una storia di libertà

La Bernaga era nata dal desiderio di madre Maria Candida Casero, monaca delle Romite del Sacro Monte di Varese, che negli anni Cinquanta sentì il bisogno di tornare alla purezza originaria del carisma ambrosiano.

Fu Giovanni Battista Montini, allora arcivescovo di Milano, a riconoscere quella chiamata: visitò personalmente la collina nel 1962, scelse il luogo e, pochi mesi dopo essere stato eletto Papa Paolo VI, donò la somma necessaria per acquistare il complesso. Il 14 dicembre 1963 nove monache iniziarono lì la vita comune. Madre Candida divenne badessa nel 1967 e guidò la comunità fino alla morte, nel 1989. Grazie alla sua tenacia, il monastero ottenne il riconoscimento canonico come Monache Romite Ambrosiane dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad nemus, indipendenti dalle sorelle varesine.

Luogo di grazia e di memoria

La Bernaga è rimasta un piccolo faro di spiritualità ambrosiana, frequentato da monsignor Pasquale Macchi, segretario personale di Montini, e da monsignor Luigi Stucchi, che alle monache dedicò molte omelie e scritti. Ma è soprattutto il nome di san Carlo Acutis ad aver reso la Bernaga un luogo caro ai fedeli: il 16 giugno 1998, a soli sette anni, ricevette qui la sua Prima Comunione. Carlo rimase legato alla comunità fino alla morte, e si racconta che ogni volta che tornava a pregare in quel luogo chiedesse alle monache di sostenerlo “per compiere ciò che Dio vuole da me”.

Molti, oggi, leggono un segno nella coincidenza che nessuna delle religiose sia rimasta ferita proprio nel giorno in cui, nella chiesa della Bernaga, veniva celebrata una Messa in memoria di Carlo, alla presenza di una sua reliquia.

Una Chiesa che si stringe attorno alle sue monache

Oggi le Romite Ambrosiane sono ospitate in altre comunità della diocesi, ma la loro vocazione non è andata in fumo. La Bernaga potrà rinascere: come ogni cenere custodisce un seme. La Chiesa di Milano e i tanti amici del monastero si stanno già mobilitando per sostenere le al fine di ricostruire ciò che il fuoco ha distrutto.

Chi desidera sostenere le Monache Romite Ambrosiane della Bernaga può contribuire con una donazione, segno tangibile di vicinanza a una comunità che per decenni ha offerto il proprio silenzio al mondo come preghiera.

MONASTERO DELLE MONACHE ROMITE DELL’ORDINE DI S. AMBROGIO AD NEMUS
IBAN: IT07U031040552900000000 5330
BIC: DEUTITM1027

Silere non possum invita i propri lettori a unirsi alla catena di solidarietà per le monache della Bernaga. Aiutiamole a ricostruire non solo un luogo, ma una casa di Dio.

s.G.A.
Silere non possum