Diocesi di Westminster

Londra – Con il compimento dell’ottantesimo anno di età, il cardinale Vincent Gerard Nichols, arcivescovo metropolita di Westminster, non farà più parte del Collegio dei cardinali elettori e dunque non entrerà in futuro in Conclave. Si chiude così un lungo capitolo della storia ecclesiale britannica, segnato dalla figura di un pastore che ha attraversato decenni di trasformazioni nella Chiesa e nella società inglese.

Nato a Crosby, nei pressi di Liverpool, l’8 novembre 1945, da Henry Joseph e Mary Russell, entrambi insegnanti, Vincent Nichols sentì la vocazione sacerdotale fin da adolescente. Dopo gli studi al Saint Mary’s College della sua città, nel 1963 si trasferì a Roma, dove intraprese la formazione al Venerabile Collegio Inglese e studiò alla Pontificia Università Gregoriana, ottenendo la licenza in teologia. Fu ordinato sacerdote il 21 dicembre 1969 per l’arcidiocesi di Liverpool.

Negli anni successivi proseguì la formazione accademica con un master in teologia all’Università di Manchester, dedicando la tesi a San Giovanni Fisher, e un MEd alla Loyola University di Chicago. Tornato in Inghilterra, operò come cappellano e parroco, dedicandosi in particolare all’educazione e alla pastorale dei giovani. Nel 1980 fu nominato direttore dell’Upholland Northern Institute, centro di formazione per il clero, e quattro anni dopo divenne segretario generale della Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles, incarico che mantenne fino al 1996.

Da Birmingham a Westminster

Il 5 novembre 1991, san Giovanni Paolo II lo nominò vescovo ausiliare di Westminster e titolare di Othona. Scelse come motto episcopale Fortis ut mors dilectio – “L’amore è forte come la morte” (Ct 8,6) – che sarebbe diventato la chiave di lettura della sua missione pastorale. Nel 2000 fu promosso arcivescovo di Birmingham, dove promosse la formazione permanente del clero e iniziative di accompagnamento spirituale come il programma Walk with Me. Partecipò a diversi Sinodi dei vescovi e si distinse come figura di riferimento per la tutela dei minori e la promozione dell’educazione cattolica. Il 3 aprile 2009, Benedetto XVI lo trasferì alla sede metropolitana di Westminster, nominandolo successore del cardinale Cormac Murphy-O’Connor. Da quel momento, Nichols divenne la voce più autorevole della Chiesa cattolica in Inghilterra e Galles, di cui fu eletto presidente della Conferenza episcopale. Nello stesso anno accolse a Londra il Papa durante la storica visita di Stato del 2010, contribuendo al successo di un evento che segnò un nuovo capitolo nei rapporti tra la Chiesa cattolica e la monarchia britannica.

Il cardinalato e il servizio universale

Papa Francesco lo creò cardinale il 22 febbraio 2014, assegnandogli il titolo del Santissimo Redentore e Sant’Alfonso in via Merulana. È stato membro dei Dicasteri per i Vescovi, per il Clero e per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e presidente del Santa Marta Group, l’organismo internazionale voluto dal Pontefice per la lotta alla tratta di esseri umani. Nichols ha partecipato alla III Assemblea straordinaria del Sinodo dei vescovi sulla famiglia (2014) e alla XIV ordinaria del 2015, distinguendosi per equilibrio e attenzione pastorale. Nel 2025 ha preso parte al Conclave che ha eletto Sua Santità Leone XIV.

Una voce nel dibattito pubblico

Nichols non ha esitato a confrontarsi con la società britannica su temi morali e politici. Ha difeso la centralità dell’educazione cattolica e, pur con sensibilità pastorale, ha ribadito la dottrina della Chiesa su matrimonio e sessualità. Al tempo stesso, è stata una delle voci più forti contro le disuguaglianze sociali, denunciando come “una vergogna” le politiche che lasciano famiglie e bambini in condizioni di povertà.

Il tramonto di una stagione

Con il compimento degli 80 anni, Nichols esce dal novero dei cardinali elettori, secondo quanto previsto dalla Lettera Apostolica Ingravescentem aetatem. Resta però arcivescovo di Westminster fino a quando non sarà individuato un successore, continuando il suo impegno per la Chiesa.

p.J.A.
Silere non possum