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Castel Gandolfo — Nel giorno in cui in Vaticano celebriamo la solennità dell’Ascensione, Papa Leone XIV si è recato oggi in visita a Castel Gandolfo, storica residenza estiva dei Pontefici. La visita, segnata da momenti di raccoglimento e preghiera, ha rinnovato il legame tra il papato e questo luogo suggestivo, affacciato sul Lago Albano e immerso nei Castelli Romani.
Una lunga tradizione papale
La tradizione dei Pontefici di soggiornare a Castel Gandolfo risale al XVII secolo. Fu Papa Urbano VIII Barberini a far edificare nel 1626 il Palazzo Apostolico sul sito dell’antica villa dell’imperatore Domiziano. Da allora, molti Papi hanno trascorso qui i mesi estivi, cercando sollievo dalla calura romana e un momento di riposo per il corpo e lo spirito.
Castel Gandolfo divenne così a tutti gli effetti la “seconda casa” dei Pontefici, amata per il clima mite, la natura rigogliosa e l’atmosfera di raccoglimento. Durante i secoli, la residenza ha ospitato non solo momenti di riposo, ma anche importanti decisioni e incontri riservati.

L'ombra oscura su Castel Gandolfo
Con l’elezione di Papa Francesco nel 2013, questo luogo ha subito una sorte tremenda. Papa Benedetto XVI amava ritirarsi qui e prendersi del tempo per la preghiera e la riflessione. Fu qui che scelse di ritirarsi, al fine di non condizionare affatto il Conclave del 2013, quando decise di dimettersi. Passò qui alcuni mesi prima che terminassero i lavori di ristrutturazione del Monastero Mater Ecclesiae. Come Papa Emerito, poi, diverse volte venne qui in auto per passeggiare e salutare i dipendenti delle ville pontificie, passeggiare insieme al segretario e le Memores Domini.
Francesco decise di non utilizzarla come residenza estiva e, nel 2016, la trasformò addirittura in un museo. Una scelta che, più che motivata da un ideale di povertà, sembra indicare la volontà di ricavare fondi anche da questa struttura.
La narrazione diffusa negli ultimi anni — secondo cui Papa Francesco avrebbe rinunciato a trascorrere l’estate a Castel Gandolfo per coerenza con uno stile di vita sobrio e povero — si rivela, a un’analisi più attenta, una costruzione artificiosa che ha occultato le reali conseguenze di quella scelta. In realtà, il rifiuto di utilizzare la storica residenza estiva ha avuto un impatto fortemente negativo su più fronti: sul territorio di Castel Gandolfo, sulle Ville Pontificie e persino sul clima interno al Vaticano. La cittadina di Castel Gandolfo, da secoli legata alla presenza papale non solo per ragioni spirituali ma anche per evidenti benefici economici e turistici, ha subito un evidente danno. La brusca interruzione della tradizione ha privato il luogo non solo del prestigio simbolico, ma anche di un flusso turistico vitale per la sua economia locale.
Le Ville Pontificie, invece, sono state trasformate in musei, un’operazione che ha compromesso l’equilibrio di un ecosistema rurale storicamente curato. La gestione degli animali, ad esempio, è peggiorata sensibilmente: il mangime scadente ha portato alla perdita di grandi quantità di latte e a un generale deterioramento delle condizioni di allevamento. Persino in Vaticano si sono fatte sentire le ripercussioni di questa scelta. L’assenza del tradizionale periodo estivo a Castel Gandolfo, che un tempo garantiva un momento di pausa nella frenetica vita della Curia, ha generato un clima più teso. La presenza costante del Pontefice nello Stato Vaticano ha alterato l’equilibrio interno, privando molti ambienti di quei momenti di distensione che la villeggiatura papale, storicamente, permetteva. In sintesi, l’apparente gesto di umiltà si è rivelato una decisione discutibile, dalle conseguenze tutt’altro che marginali e che meriterebbero una valutazione più lucida e meno idealizzata.
Oggi, nonostante la trasformazione museale delle Ville Pontificie, sono in molti a sperare che il Pontefice possa compiere una scelta lungimirante: chiudere Castel Gandolfo al pubblico e restituirle il suo ruolo originario di residenza estiva papale. Una simile decisione sarebbe in linea con la sensibilità spirituale e il carattere contemplativo di Leone XIV: Prevost, uomo profondamente legato alla preghiera e alla riflessione, troverebbe senz’altro beneficio in un luogo così immerso nella quiete e nel raccoglimento, lontano dalle tensioni della quotidianità vaticana.
Il ritorno con Papa Leone XIV
Oggi Leone XIV ha fatto visita alle Ville Pontificie di Castel Gandolfo e anche il sindaco ha auspicato che il Pontefice possa tornare a riutilizzare questi luoghi per potersi riposare e stare fra la gente del luogo.
Il Pontefice è stato accolto con calore a Castel Gandolfo da Sua Eminenza il Cardinale Fabio Baggio C.S. e da Don Manuel Dorantes, Direttore Gestionale Amministrativo del Centro di Alta Formazione Laudato si’. La visita è iniziata nel suggestivo Giardino della Vergine Maria, luogo caro alla spiritualità di molti Papi nei secoli, dove il Santo Padre si è soffermato in raccoglimento.
Successivamente, ha proseguito il suo cammino nei Giardini del Belvedere, dove ha potuto osservare da vicino i preparativi conclusivi per l’inaugurazione del Borgo Laudato Sì, un progetto ispirato all'enciclica ecologica e sociale del pontefice emerito Francesco. La visita è poi continuata al Criptoportico, l’antica sala delle udienze dell’imperatore Domiziano, oggi luogo di memoria. Qui, Papa Leone XIV ha ricordato con emozione l’eroica testimonianza di Papa Pio XII, che nel 1944 offrì rifugio a oltre 12.000 persone durante i bombardamenti che colpirono la zona dei Castelli Romani nella Seconda guerra mondiale. La giornata si è concluso con una visita al Palazzo Pontificio e alla storica Villa Barberini, prima del rientro in Vaticano.
Chi è vicino al Papa racconta: "Sta prendendo le misure, questo luogo gli è sempre piaciuto molto." Quella di oggi è stata una visita breve ma significativa, pensata per godere della bellezza e della pace di questo posto, e anche per concedersi un momento di distensione dopo giorni intensi. Leone XIV, infatti, è stato impegnato nelle celebrazioni per l'inizio del suo ministero petrino, in numerose udienze private e nella presa di possesso della Cattedra di Roma. In questi primi giorni di pontificato, ha incontrato molti Capi Dicastero della Curia Romana e ha già effettuato alcune nomine. Oggi, solennità dell’Ascensione, il Papa ha scelto di dedicare un po’ di tempo al riposo.
p.S.T.
Silere non possum