Città del Vaticano – Nella Basilica di San Pietro, si è celebrata oggi la Santa Messa del VII giorno dei Novendiali in suffragio del Pontefice Francesco. A presiedere la liturgia è stato l’Em.mo Cardinale Claudio Gugerotti, già Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali. Un momento di preghiera, raccoglimento e memoria, ma anche un’occasione per volgere lo sguardo al futuro della Chiesa, a pochi giorni dall’inizio del Conclave.

La Celebrazione, fortemente caratterizzata dalla presenza delle Chiese Orientali, ha avuto un’intensa dimensione simbolica e spirituale. Proprio queste Chiese, spesso dimenticate dall’Occidente, sono state al centro della riflessione del Cardinale Gugerotti. Ma è nell’ultimo tratto dell’omelia che si è delineato con chiarezza il passaggio dal cordoglio alla responsabilità: il Conclave ormai alle porte, il compito imminente dei Cardinali, il bisogno impellente di discernimento. “Cari confratelli Cardinali, mentre sempre più prossimi si fanno i giorni in cui saremo chiamati a scegliere il nuovo Papa, poniamo sulle nostre labbra l’invocazione dello Spirito Santo che un grande padre orientale, San Simeone il Nuovo Teologo, scrisse all’inizio dei suoi inni…” Con queste parole, il Cardinale ha invitato il Collegio Cardinalizio a entrare in uno stato di vera invocazione. Il richiamo alla preghiera di San Simeone – “Vieni, luce vera; vieni, vita eterna; vieni, tesoro senza nome… – è risuonato nella Basilica non come una formula liturgica, ma come un richiamo pressante all’umiltà e alla contemplazione.

La sua invocazione è stato un invito chiaro a ritrovare il senso della “divinizzazione” – un concetto caro all’Oriente cristiano – come cifra dell’azione ecclesiale: un atto guidato non dal calcolo, ma dallo Spirito, per restituire alla Chiesa un volto profondamente spirituale e non gestionale. Molto spesso questa umanità disperata fatica a esprimere nel grido la sua preghiera”, ha affermato Gugerotti, ricordando che è lo Spirito a intercedere “con gemiti inesprimibili”. Una teologia del silenzio, della contemplazione, del limite umano, che si fa strada nel cuore della Chiesa mentre si prepara a compiere uno degli atti più solenni e decisivi: eleggere il Successore di Pietro. In un tempo in cui la Chiesa si ritrova percorsa da tensioni, aspettative, paure e desideri, le parole del Cardinale Gugerotti sembrano voler ricondurre tutto all’essenziale: non vincere una sfida, ma farsi docili allo Spirito. Non cercare un “capo”, ma riconoscere chi è stato scelto da Dio per confermare i fratelli nella fede. Una lezione di umiltà e profondità teologica, che sembra voler risuonare come bussola per i giorni che verranno. In questa attesa carica di mistero e responsabilità, l’invocazione “Vieni, luce vera” si fa preghiera comune per una Chiesa che, come l’umanità intera, cammina tra le doglie del parto, in attesa della vita nuova.

A.M.
Silere non possum