Città del Vaticano - L’elezione del Papa è uno dei riti più solenni e misteriosi della Chiesa Cattolica, disciplinato nei minimi dettagli dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996. Questo documento stabilisce le norme che guidano il Conclave, il procedimento attraverso cui i Cardinali elettori scelgono il successore di Pietro. L’intero processo è scandito da simboli, preghiere e regole severe, in un’atmosfera di raccoglimento e segretezza assoluta.
Dalla morte del Papa al giorno del Conclave
Dopo la celebrazione delle esequie del Pontefice defunto, si avvia un periodo di preparazione. Viene fissata una data per l’inizio del Conclave (7 maggio 2025) e si dispone tutto il necessario affinché le operazioni si svolgano con ordine e riservatezza.
Il giorno stabilito, i Cardinali si riuniscono nella Basilica di San Pietro per una solenne Messa votiva pro eligendo Pontifice, chiedendo l’aiuto dello Spirito Santo. Nel pomeriggio, i Cardinali elettori si ritrovano nella Cappella Paolina e da lì si dirigono in processione verso la Cappella Sistina, intonando il Veni Creator Spiritus, in invocazione dello Spirito Santo. Con loro partecipano anche altre figure, che hanno prestato giuramento il 5 maggio alle ore 15, ma solo i Cardinali elettori sono ammessi alle votazioni.
Il giuramento e l’extra omnes
Una volta giunti nella Cappella Sistina, i cardinali prestano solenne giuramento: promettono di osservare fedelmente la Costituzione apostolica, di mantenere il segreto assoluto su tutto quanto riguarda l’elezione e di difendere la libertà della Chiesa e della Sede Apostolica. Ogni Cardinale pronuncia individualmente la formula del giuramento, toccando i Vangeli. Compiuto il giuramento, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie pronuncia il celebre comando: extra omnes, intimando a tutti gli estranei di lasciare la Cappella. Rimangono solo il Cardinale Raniero Cantalamessa, incaricato della meditazione spirituale, e il Maestro stesso.
Terminata la riflessione, anche questi lasciano la Sistina e il Conclave può formalmente iniziare.
La clausura e il silenzio assoluto
Il Conclave è caratterizzato da una clausura rigorosa. I Cardinali elettori devono rinunciare a ogni tipo di comunicazione con l’esterno: niente lettere, telefonate, media, né contatti personali. Ogni violazione del segreto comporta la scomunica latae sententiae, riservata alla Sede Apostolica. Tutti i locali sono scrupolosamente controllati da tecnici, le finestre sono state puntellate, ci sono dei disturbatori di frequenza che impediscono intrusioni, e sono stati bonificati gli ambienti per escludere la presenza di microfoni o dispositivi di trasmissione.
Le votazioni: lo scrutinio
L’elezione del Papa avviene per scrutinium, ossia mediante votazione segreta. Per la validità è necessario il raggiungimento di almeno i due terzi dei voti. Le votazioni possono iniziare già nel pomeriggio del primo giorno con un unico scrutinio; nei giorni seguenti si tengono due votazioni al mattino e due al pomeriggio.
Ogni votazione segue un rituale preciso:
1. Pre-scrutinio: i Cerimonieri distribuiscono le schede. Viene effettuato un sorteggio pubblico per nominare tre Scrutatori, tre Infirmarii (per raccogliere i voti dei Cardinali malati) e tre Revisori.
2. Scrutinio vero e proprio: ogni Cardinale, in ordine di precedenza, scrive segretamente il nome del prescelto sulla scheda, la piega e, giunto all’altare, pronuncia ad alta voce un giuramento: «Chiamo a testimone Cristo Signore…» e depone la scheda nell’urna. Le schede vengono poi contate e scrutinate dagli Scrutatori.
3. Post-scrutinio: i Revisori verificano che tutto si sia svolto correttamente. Se nessun uomo raggiunge i due terzi dei voti, si ripete l’intera procedura.
In caso di Cardinali malati, gli Infirmarii si recano nelle stanze loro riservate con un’apposita urna portatile, raccogliendo i voti e riportandoli in Cappella.
Fumo bianco e annuncio
Quando un uomo raggiunge il quorum richiesto, si verifica l’elezione. Il nuovo Papa deve accettare formalmente. Una volta accettata l’elezione, viene chiesto al Pontefice eletto quale nome intende assumere. Poi si dà l’annuncio al popolo con la celebre formula Habemus Papam, e il nuovo Vescovo di Roma si affaccia dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro per impartire la sua prima benedizione Urbi et Orbi.
Il Conclave, così come descritto in Universi Dominici Gregis, non è una elezione di tipo politico, ma è un atto profondamente spirituale, radicato nella tradizione della Chiesa. Ogni gesto, ogni parola, ogni silenzio, è orientato a favorire l’azione dello Spirito Santo. In un’epoca iperconnessa e rumorosa, la clausura del Conclave appare come un segno potente: l’elezione del Papa non è un evento mondano, ma un momento di fede e discernimento, in cui i Cardinali si confrontano con un compito più grande di loro, avendo “solo Dio davanti agli occhi”. Per questo motivo ogni tentativo di portare questo atto verso categorie tipiche della politica, destra o sinistra, progressisti o tradizionalisti, non ha nulla a che vedere con la Chiesa Cattolica e chi la porta avanti dimostra di non essere cattolico, di non avere nulla a che vedere con la Chiesa. I chierici e i fedeli sono chiamati a pregare perchè il Signore non abbandoni la Sua Chiesa e dia un Pontefice secondo il Suo cuore.
L.A.
Silere non possum