Questa mattina, lunedì 12 agosto 2024, Papa Francesco ha ricevuto in udienza il Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la professoressa Elena Beccalli, alla guida dell’Ateneo dal 1° luglio scorso. Diversi i temi affrontati nel colloquio, molti dei quali incentrati sul mondo universitario e sulla questione dell’emergenza educativa.

Profonda e immensa la gratitudine espressa dalla professoressa Beccalli, che ha ringraziato il Santo Padre per la Sua costante vicinanza all’Ateneo dei cattolici italiani, dalla sua fondazione al servizio della società e della Chiesa italiana e universale. Un Ateneo che, rinnovandosi costantemente, è impegnato ad accompagnare e sostenere le nuove generazioni in una formazione universitaria integrale dentro una realtà in radicale trasformazione. Un Ateneo che, valorizzando la dimensione di comunità, continua a interrogarsi sul senso di essere università oggi, in particolare università cattolica, illuminato da uno spirito che è nello stesso tempo libero e orientato alla ricerca della verità.

La professoressa Beccalli ha illustrato a Sua Santità le molteplici progettualità che l’Università Cattolica del Sacro Cuore si propone di mettere in atto nei suoi cinque campus – Milano, Brescia, Piacenza, Cremona e Roma – per proporre un contributo di pensiero sulle questioni di frontiera in una prospettiva globale.

Ai media vaticani Beccalli ha riferito: «L’Università Cattolica del Sacro Cuore vuole innanzitutto essere un luogo di incontro, di confronto tra culture diverse, tra discipline diverse. Quindi, valorizzare il dialogo, l'apertura e l’interdisciplinarietà credo sia uno dei primi tratti che connotano l'azione e la missione dell'Università Cattolica oggi. L'altro aspetto è quello di dare valore ad una formazione integrale della persona, coltivando con rigore e con qualità le discipline che sono proprie delle dodici facoltà che costituiscono il nostro Ateneo, e allo stesso tempo consentire agli studenti di crescere come persone. La formazione integrale non deve dimenticare nessuna dimensione, neppure quella spirituale, che anzi noi siamo chiamati a promuovere come Università Cattolica. Credo che questo dialogo e questa formazione integrale possano essere molto utili per crescere, nella vita e nelle professioni di ciascuno poiché danno una apertura e una solidità che consentiranno a laureate e laureati di mettere nella loro quotidianità quei valori respirati in università» e ancora: «L'impegno dell'Università è forte ed è duplice. Da un lato possiamo contribuire accogliendo giovani che oggi sono lontani dai percorsi universitari, anche per questioni economiche. Quindi è un'apertura che si realizza attraverso borse di studio per intercettare chi oggi è più ai margini. Penso, per esempio, ai figli nati in Italia da genitori stranieri che potrebbero non avere le possibilità per accedere e che invece noi vorremmo impegnarci ad accogliere con programmi significativi anche dal punto di vista economico. Il secondo contributo che l'Università può dare è formare insegnanti, operatori del settore scolastico, per contrastare questa esclusione dal sistema educativo. È un contributo fondamentale, perché abbiamo gli strumenti da varie discipline - dalla psicologia, alle scienze della formazione, a tutto il sapere umanistico che coltiviamo in Università Cattolica - che possono essere l'antidoto più forte per questi problemi».