Roma – Da sabato 28 giugno, la vista più iconica della Città Eterna si è arricchita di un nuovo simbolo: nel cuore dell’Aventino, tra le geometrie solenni del giardino della Villa Magistrale, è comparso un leone in bronzo dell’artista Davide Rivalta, figura monumentale e silenziosa che si inserisce con discrezione in uno dei punti più suggestivi di Roma.
La scultura, in posizione eretta, si staglia tra il verde dei cipressi e delle siepi all’italiana, proprio nel cono prospettico del celebre “buco della serratura” del portale di Piazza dei Cavalieri di Malta, allineato perfettamente alla Cupola di San Pietro. Una visione già intrisa di significati spirituali e simbolici, che ora si arricchisce di una presenza nuova, ma antica: il leone, emblema di forza, vigilanza e regalità.
Il progetto è stato fortemente voluto da Fra’ John T. Dunlap, Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, e realizzato grazie alla collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, che ha concesso in prestito l’opera, già esposta in altre sedi prestigiose come il Quirinale.
“Il leone parla senza ruggire – ha dichiarato Fra’ Dunlap – e nella sua nobile immobilità ci ricorda la forza silenziosa che protegge, serve e contempla: una forza che è al cuore della nostra missione.” Una riflessione che risuona in armonia con l’identità spirituale dell’Ordine e con la figura del Pontefice regnante, “qui sibi nomen imposuit Leonem Decimum Quartum”, a cui – in un gesto di discreta deferenza – è dedicata la presenza del Leone.
L’opera di Rivalta, solida ma non invadente, riesce a instaurare un dialogo sottile tra arte, natura e spiritualità. È un invito a rallentare, osservare, contemplare. A cogliere come anche un animale scolpito nella quiete possa diventare custode simbolico di un cammino spirituale, tra la terra e il cielo.
L’esposizione si configura come un intervento site-specific, curato dall’Ambasciata del Sovrano Ordine presso la Santa Sede, e si inserisce nel più ampio impegno dell’Ordine di Malta nel promuovere il dialogo tra fede e cultura, tra patrimonio e contemporaneità.
Chi si avvicinerà al portale disegnato nel 1765 da Giovan Battista Piranesi, non vedrà più soltanto una perfetta geometria prospettica: vedrà una presenza. Un segno. Un silenzioso, ma potente messaggio di custodia, forza e dedizione. Un leone che non ruggisce, ma veglia.
L.M.
Silere non possum
