Città del Vaticano – Questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Leone XIV ha ricevuto in Udienza i Vescovi appartenenti alle Congregazioni dei Redentoristi e degli Scalabriniani, riuniti per un incontro di confronto fraterno con i Superiori generali dei rispettivi Istituti. Un momento di comunione che il Papa ha voluto incoraggiare e valorizzare, sottolineandone l’importanza anche alla luce delle sfide ecclesiali e pastorali del nostro tempo.

«Trovo bella l’occasione che vi ha portati qui»
, ha detto Leone XIV aprendo il suo discorso. «La scelta di due Congregazioni religiose di incontrarsi e confrontarsi con quei confratelli di cui hanno fatto dono alla Chiesa nel Ministero episcopale è uno scambio che arricchisce tutti: i Vescovi, le vostre Comunità, e il Popolo di Dio».

Il Pontefice ha parlato del sacrificio che comporta, per una Congregazione religiosa, rinunciare a confratelli destinati a ruoli di governo pastorale, specialmente oggi, in un tempo segnato dalla scarsità di vocazioni. «La Chiesa vi è grata», ha detto ricordando però che questa privazione è anche una grazia, «perché il servizio alla Chiesa universale è per qualsiasi Famiglia religiosa la gioia più bella».

Al centro del discorso del Santo Padre, il carisma delle due Congregazioni: l’evangelizzazione dei poveri e dei lontani, per i Redentoristi, e il servizio ai migranti, per gli Scalabriniani. Due missioni nate da esperienze concrete e dolorose, quelle di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e di San Giovanni Battista Scalabrini, che Leone XIV ha voluto ricordare con tratti vivi e storicamente puntuali: «Entrambi seppero rispondere alle sfide di sistemi sociali ed economici che creavano miseria e lasciavano indietro i più deboli». Una realtà, ha lasciato intendere il Papa, che non è confinata nel passato.

Nel contesto del Giubileo della Speranza, Leone XIV ha insistito sull’urgenza di ascoltare la voce dello Spirito e di lasciarsi guidare dall’amore di Dio per discernere le strade da percorrere: «Anche oggi, come ieri, l’opera del Signore ci precede. Sta a noi conformare menti e cuori attraverso un sapiente discernimento».

Infine, l’appello del Papa è stato quello a non interrompere il cammino comune: «Vi incoraggio a mantenere e coltivare anche per il futuro questi rapporti di aiuto fraterno, con generosità e disinteresse, per il bene di tutto il Gregge di Cristo».

T.S.
Silere non possum