Città del Vaticano – Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Leone XIV ha ricevuto in udienza i partecipanti al Simposio internazionale promosso dalla Pontificia Accademia di Teologia, dedicato al tema “Creato, Natura, Ambiente per un mondo di Pace”.
Nel suo discorso, il Pontefice ha ringraziato gli studiosi per aver posto al centro dell’attenzione temi di urgente attualità, che toccano da vicino l’uomo contemporaneo: la sostenibilità ambientale e la custodia del creato, questioni che, ha ricordato, «sono impegni irrinunciabili per la sopravvivenza del genere umano» e incidono profondamente sulla convivenza sociale e politica.
Una teologia “in uscita”
Il Papa ha insistito sul fatto che ogni sforzo di rinnovamento «richiede l’impegno di tutti» in uno spirito di solidarietà e collaborazione capace di superare barriere culturali e religiose. In questo senso, ha collegato l’incontro al rinnovato profilo della Pontificia Accademia di Teologia, ridefinito da Papa Francesco con i nuovi Statuti e orientato a una dimensione missionaria e dialogica.
Richiamando la Lettera apostolica Ad theologiam promovendam, Leone XIV ha invitato a sviluppare una teologia che non rimanga confinata nelle aule accademiche, ma che sappia «coniugare il rigore scientifico con la passione per la storia», diventando “incarnata”, cioè radicata nei dolori, nelle speranze e nelle attese degli uomini e delle donne del nostro tempo.
I modelli dei Padri e dei Maestri
Il Pontefice ha evocato alcuni grandi testimoni della tradizione teologica: Sant’Agostino, che fece della propria esperienza di Dio il punto di partenza di una riflessione capace di parlare al cuore del suo tempo; San Tommaso d’Aquino, che seppe unire fede e ragione in una sapida scientia e il beato Antonio Rosmini, che definì la teologia «sublime espressione di carità intellettuale».
Per il Papa, la teologia è dunque sapienza: non un sapere astratto, ma una realtà viva, che si apre al dialogo con filosofia, scienze, arte e cultura.
Teologia e nuove sfide
Un passaggio significativo del discorso è stato dedicato alle sfide digitali. La teologia, ha detto Leone XIV, è chiamata a misurarsi con le questioni etiche e antropologiche legate all’intelligenza artificiale: «Non basta un approccio etico; occorre tornare alla domanda fondamentale: chi è l’uomo? Qual è la sua dignità infinita, irriducibile ad ogni androide digitale?».
Tre volti dell’Accademia
Il Papa ha infine delineato i tre “volti” della Pontificia Accademia di Teologia, incoraggiando a svilupparli in equilibrio: accademico-scientifico, fondato sul rigore intellettuale e lo studio critico; sapienziale, che si esprime nei “cenacoli teologici” come luoghi di preghiera e condivisione e solidale, volto a tradurre la conoscenza di Dio in gesti concreti di carità.
«La vera conoscenza di Dio – ha concluso Leone XIV – si concretizza in una vita trasformata dall’amore». Con questo auspicio, il Pontefice ha impartito la sua benedizione ai partecipanti al Simposio.
p.F.A.
Silere non possum