Città del Vaticano - Oggi, nell’Urbe, il caldo torrido rende l’aria quasi irrespirabile. Per questo motivo, Papa Leone XIV ha scelto di tenere l’udienza giubilare nella fresca e solenne cornice della Basilica di San Pietro, offrendo così a fedeli e pellegrini un momento di riflessione e conforto lontano dal sole cocente.
La prossima udienza giubilare si terrà sabato 6 settembre 2025. Queste udienze, speciali e dedicate, sono parte integrante del Giubileo della Speranza che stiamo vivendo. Sono momenti in cui il Pontefice si rivolge ai fedeli con un messaggio profondo legato alla virtù teologale della speranza, invitandoci a camminare insieme come pellegrini in questo tempo di grazia.
Papa Leone XIV parla di Ireneo di Lione: “Sperare è collegare”
Nel corso dell’udienza, il Santo Padre ha rivolto la sua attenzione a una figura spirituale fondamentale: Ireneo di Lione. Nato in Asia Minore, discepolo di coloro che avevano conosciuto gli Apostoli, Ireneo rappresenta un ponte tra Oriente e Occidente, un richiamo vivo a come la fede si arricchisce proprio attraverso l’incontro e la comunione tra popoli diversi. Papa Leone XIV ha ricordato che la speranza cristiana non è una fuga dalla realtà, ma un atto di collegamento profondo: «Sperare è collegare». Gli Apostoli, nel Vangelo, hanno mostrato come Gesù unisca il cielo e la terra, come la vita umana e quella divina possano incontrarsi e riconciliarsi. Il Giubileo ci invita a prendere sul serio questa dimensione: «Come in cielo, così in terra» non è solo una preghiera, ma una chiamata a vivere la speranza nel quotidiano.
Ireneo, ha spiegato il Pontefice, ha saputo guardare oltre le divisioni e le difficoltà della sua epoca. In un mondo segnato da conflitti dottrinali e persecuzioni, egli ha scelto di porre l’attenzione sulla carne di Cristo, sulla sua umanità che unisce gli opposti. Gesù non è un muro che separa, ma una porta che apre alla comunione.
Un appello alla comunione e alla pace
Il Pontefice ha ricordato quanto oggi, in un mondo dove le parole possono essere armi e le idee alimentare scontri, sia urgente ritrovare la capacità di ascoltare la carne, di riconoscere la sofferenza dell’altro e di rispondere con un amore che è scritto nel profondo di ciascuno di noi.
«Cari fratelli e sorelle, anche oggi le idee possono impazzire e le parole possono uccidere. La carne, invece, è ciò di cui tutti siamo fatti; è ciò che ci lega alla terra e alle altre creature. La carne di Gesù va accolta e contemplata in ogni fratello e sorella, in ogni creatura. Ascoltiamo il grido della carne, sentiamoci chiamare per nome dal dolore altrui. Il comandamento che abbiamo ricevuto fin da principio è quello di un amore vicendevole. Esso è scritto nella nostra carne, prima che in qualsiasi legge».
Come Ireneo ha insegnato, «c’è intelligenza non dove si separa, ma dove si collega». Essere pellegrini di speranza significa quindi essere costruttori di ponti, operatori di comunione tra persone, popoli e culture. Non è un caso che il Papa abbia colto l’occasione per lanciare un forte appello di pace in un momento di grande tensione internazionale, con la situazione in Iran e Israele che si è aggravata. La pace – ha sottolineato – deve fondarsi sul dialogo, la responsabilità e il rispetto reciproco, respingendo ogni minaccia di distruzione e lavorando per una sicurezza condivisa.
S.R.
Silere non possum