Città del Vaticano - Questa mattina, in Piazza San Pietro, Papa Leone XIV ha guidato l’udienza generale, proseguendo il cammino spirituale dell’Anno Giubilare “alla scoperta del volto di Cristo, in cui la nostra speranza prende forma e consistenza”.

Al centro della catechesi, il Pontefice ha proposto una parola all’apparenza semplice, ma capace di racchiudere un segreto profondo della vita cristiana: preparare. Prendendo spunto dal Vangelo secondo Marco (Mc 14,12-13), il Papa ha ricordato l’episodio in cui i discepoli chiedono a Gesù dove preparare la cena pasquale. Un racconto che, oltre al valore pratico, porta con sé un significato simbolico: “Un uomo con una brocca d’acqua, una sala già pronta, un padrone di casa sconosciuto… ogni cosa è stata predisposta in anticipo”, ha osservato. È la conferma che “l’amore non è frutto del caso, ma di una scelta consapevole”.

Gesù, ha spiegato Leone XIV, affronta la sua passione “non per fatalità, ma per fedeltà”, con un’intenzione profonda maturata nel tempo. Quella “sala al piano superiore già pronta” è l’immagine di un Dio che “ci precede sempre” e che, prima ancora che avvertiamo il bisogno di accoglienza, ha già preparato uno spazio per farci sentire suoi amici. Il Pontefice ha sottolineato che la grazia non elimina la libertà umana, ma la risveglia, e che il dono di Dio non annulla la responsabilità, bensì la rende feconda. Preparare, ha chiarito, “non significa fare di più, ma lasciare spazio”: togliere ciò che ingombra, ridurre pretese e aspettative irrealistiche, distinguere tra preparativi, che orientano all’incontro, e illusioni, che distraggono.

“L’amore vero si dà prima ancora che venga ricambiato – ha aggiunto –. È un dono anticipato”. È questo il cuore dell’Eucaristia, che si celebra sull’altare ma anche nella vita quotidiana, in ogni gesto gratuito, perdono offerto in anticipo, fatica accolta pazientemente. Il Papa ha invitato ciascuno a chiedersi: “Quali spazi nella mia vita ho bisogno di riordinare perché siano pronti ad accogliere il Signore?” Preparare, talvolta, può voler dire “rinunciare a una pretesa, fare il primo passo, ascoltare di più o fidarsi di ciò che è già stato predisposto”. Concludendo la catechesi, Leone XIV ha augurato ai fedeli di diventare “umili preparatori della presenza di Dio”, affinché “là dove l’amore è stato preparato, la vita possa davvero fiorire”.

Hiroshima e Nagasaki: un monito per l’umanità

Ricordando l’80º anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e, tra tre giorni, quello di Nagasaki, il Papa ha assicurato la sua preghiera per quanti ne subiscono ancora oggi le conseguenze fisiche, psicologiche e sociali. Ha auspicato che l’illusoria sicurezza basata sulla minaccia di reciproca distruzione “ceda il passo alla giustizia, al dialogo e alla fraternità”.

d.I.A.
Silere non possum