Città del Vaticano – Come ogni mercoledì, questa mattina Papa Leone XIV ha incontrato i fedeli riuniti in Piazza San Pietro per la consueta catechesi. Tra i presenti, oltre ai numerosi pellegrini giunti da tutta Italia, c'erano S.E.R. Mons. Marco Busca, Vescovo di Mantova, e S.E.R. Mons. Gianfranco Saba, Ordinario militare per l’Italia.

La sete del Crocifisso: il paradosso dell’amore che chiede

Il Pontefice ha scelto di soffermarsi su due parole del Vangelo di Giovanni che racchiudono, come ha spiegato, “un mistero immenso”: «Ho sete» (Gv 19,28) ed «È compiuto» (Gv 19,30).

«Sulla croce – ha detto – Gesù non appare come un eroe vittorioso, ma come un mendicante d’amore. Non proclama, non condanna, non si difende. Chiede, umilmente, ciò che da solo non può in alcun modo darsi».

Il Papa ha spiegato che la sete del Crocifisso non è solo fisica
, ma «espressione di un desiderio profondo: quello di amore, di relazione, di comunione». In quell’umile richiesta si manifesta la verità della condizione umana: nessuno può bastare a sé stesso, nessuno può salvarsi da solo. Un punto centrale della catechesi è stato il paradosso del cristianesimo: «Dio salva non facendo, ma lasciandosi fare. Non vincendo il male con la forza, ma accettando fino in fondo la debolezza dell’amore». In questo gesto di dipendenza, ha sottolineato Leone XIV, si compie l’umanità del Figlio e si apre una via di speranza anche per ogni uomo.

Contro la logica dell’autosufficienza

Il Papa ha osservato come la nostra epoca esalti l’efficienza e l’autonomia, ma il Vangelo indichi un’altra misura dell’umano: «Non ciò che possiamo conquistare, ma la capacità di lasciarci amare e aiutare». «Gesù ci salva mostrandoci che chiedere non è indegno, ma liberante», ha aggiunto. E ancora: «Nella sete di Cristo possiamo riconoscere tutta la nostra sete. Non temiamo di chiedere, soprattutto quando ci sembra di non meritarlo. Non vergogniamoci di tendere la mano: è proprio lì che si nasconde la salvezza».

L’appello per il Sudan

Al termine della catechesi, Leone XIV ha lanciato un forte appello per il Sudan, segnato da guerra, carestia e ora anche dall’emergenza colera: «Sono più che mai vicino alla popolazione sudanese, in particolare alle famiglie, ai bambini e agli sfollati. Rivolgo un appello accorato ai responsabili e alla comunità internazionale, affinché siano garantiti corridoi umanitari e si attui una risposta coordinata per fermare questa catastrofe umanitaria».

Il dono dei Jesus-Biker

Un momento particolare ha caratterizzato l’udienza: i Jesus-Biker, il gruppo di motociclisti cristiani, hanno consegnato al Pontefice una BMW R 18 Transcontinental bianca, appositamente personalizzata con vernice madreperlata, sedili in pelle e lo stemma papale. Su un lato campeggia la parola «Pace» in oltre venti lingue. La moto, con un casco coordinato, sarà esposta alla BMW Welt fino al 7 ottobre, per poi essere battuta all’asta da Sotheby’s il 18 ottobre. Il ricavato andrà a sostegno dei bambini del Madagascar tramite Missio Austria.

Una catechesi, quella di oggi, che ha unito meditazione spirituale, attenzione al dramma dei popoli e gesti concreti di solidarietà, segnata dalla voce del Papa che invita a non temere di dire, con umiltà e fiducia: “Ho bisogno”.

d.A.C.
Silere non possum