Città del Vaticano - Questa mattina, alle ore 10, Piazza San Pietro si è riempita di fedeli e pellegrini provenienti da tutta Italia e dal mondo per la seconda Udienza Generale del pontificato di Papa Leone XIV. In un clima di preghiera e raccoglimento, il Pontefice ha proseguito il ciclo di catechesi dell’Anno Giubilare intitolato “Gesù Cristo nostra speranza”, meditando sul tema: “Il samaritano. Passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione” (Lc 10,33).
Prima di tutto uomini, poi credenti
Papa Leone XIV ha saputo ancora una volta toccare il cuore dei presenti, non con discorsi aleatori, ma con considerazioni profondamente concrete. «Prima che una questione religiosa, la compassione è una questione di umanità!» ha sottolineato, rimarcando come la fede non possa mai essere disgiunta da un cuore capace di fermarsi davanti al bisogno dell’altro. Con la parabola del buon samaritano, il Papa ha offerto una riflessione che è insieme teologica e profondamente pratica: la compassione non è solo un sentimento, ma si manifesta in gesti, nel prendersi cura, nel farsi carico dell’altro. Leone XIV ha saputo leggere nelle righe della parabola la dinamica più universale dell’esistenza: un uomo lasciato mezzo morto lungo la strada diventa lo specchio di ciascuno di noi, fragile e bisognoso. «Quando anche noi saremo capaci di interrompere il nostro viaggio e di avere compassione?» ha domandato il Papa, richiamando non solo l’urgenza di aiutare, ma anche quella di riconoscere in ogni ferito lungo la strada un riflesso della nostra stessa umanità.
La concretezza delle parole
L’immagine del samaritano che si ferma, che si sporca le mani e si fa carico dell’altro, ha trovato una risonanza particolare nelle parole di Leone XIV. La sua catechesi non si è fermata a spiegare la parabola, ma l’ha calata nella vita di tutti i giorni, laddove spesso «la fretta ci impedisce di provare compassione». In un tempo in cui l’indifferenza sembra prevalere e il “proprio viaggio” ha sempre la precedenza, il Papa ha invitato a «rallentare il passo, guardare chi ci sta accanto, farsi prossimo».
Un appello alla pace
Dopo aver riassunto la catechesi nelle diverse lingue, Leone XIV ha rivolto un appello accorato per la pace. Con voce ferma, ha invocato il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e ha pregato per la fine delle ostilità in Ucraina.
Umanità che risplende
Non sono mancati i saluti cordiali ai pellegrini presenti: dalle suore delle diverse congregazioni ai ragazzi delle scuole, fino ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. «A tutti la mia benedizione!» ha detto prima di iniziare a salutare personalmente i molti vescovi presenti.
L’Udienza odierna è un invito a recuperare la dimensione più umana della fede.
L.A.
Silere non possum