Città del Vaticano – Questa mattina, in Piazza San Pietro, Papa Leone XIV ha tenuto l’udienza generale, proseguendo il ciclo di catechesi su Gesù nostra speranza. Davanti a migliaia di fedeli, il Pontefice ha meditato sul mistero del Sabato Santo, il giorno in cui Cristo giace nel sepolcro e la Chiesa vive il silenzio dell’attesa.

Il Papa ha ricordato che quel silenzio «non è un vuoto», ma un tempo denso di significato: «È attesa, pienezza trattenuta, promessa custodita nel buio». L’immagine scelta da Leone XIV è quella del grembo materno: il Sabato Santo diventa come «il grembo di una madre che custodisce il figlio non ancora nato, ma già vivo».

Un giardino come nuova creazione

Richiamando il Vangelo di Giovanni, il Pontefice ha osservato che il corpo di Gesù venne deposto in un sepolcro «nuovo» e in un giardino: un dettaglio che rimanda all’Eden, là dove Dio e l’uomo camminavano insieme. «La nuova creazione prende avvio in un giardino – ha spiegato – da una tomba chiusa che presto si aprirà».

Il Papa ha poi sottolineato che il Sabato Santo è anche giorno di riposo: non un riposo di stanchezza, ma il sigillo dell’opera compiuta. «Il Figlio non si arrende, ma ha amato fino in fondo. Non c’è più nulla da aggiungere», ha detto Leone XIV, invitando i fedeli a imparare il valore del fermarsi, in un mondo che corre senza tregua: «Saperci fermare è un gesto di fiducia che dobbiamo imparare a compiere». Nella sua meditazione, il Pontefice ha ricordato che anche i tempi “inutili” della vita possono diventare grembo di speranza: «Come un seme nella terra, come il buio prima dell’alba», ha detto, Dio lavora nel silenzio e nell’attesa, che diventano tempo di grazia.

Il Papa ha infine richiamato l’esempio della Vergine Maria, che incarna la fiducia e l’attesa del Sabato Santo: «Quando tutto sembra fermo, ricordiamoci che anche nel sepolcro Dio prepara la sorpresa più grande. La vera gioia nasce dall’attesa abitata, dalla fede paziente».

L’appello per Gaza

Al termine della catechesi, Leone XIV ha lanciato un accorato appello per la pace: «Esprimo la mia profonda vicinanza al popolo palestinese a Gaza, che continua a vivere nella paura e in condizioni inaccettabili, costretto con la forza a spostarsi ancora una volta dalle proprie terre». Il Pontefice ha ribadito che «ogni persona ha sempre una dignità inviolabile, da rispettare e custodire» e ha rinnovato la richiesta di un cessate-il-fuoco, del rilascio degli ostaggi, di una soluzione diplomatica negoziata e del rispetto del diritto umanitario internazionale.

Festa in Vaticano

Nel saluto finale, Leone XIV ha rivolto un pensiero speciale ai pellegrini italiani, provenienti da diverse parrocchie e associazioni. Ha poi esortato i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli a rimanere «sempre fedeli all’ideale evangelico». In conclusione, nel giorno della memoria liturgica di San Roberto Bellarmino, il Pontefice ha ringraziato con un sorriso i fedeli per gli auguri ricevuti in occasione del suo onomastico: «Tante grazie!». Con la benedizione apostolica, ha suggellato una giornata che in Vaticano, per l’onomastico del Papa, assume il tono festoso di una ricorrenza speciale.

d.R.A.
Silere non possum