Città del Vaticano - Anche il Papa ha uno stemma. È consuetudine, infatti, che ogni chierico, al momento dell’ordinazione, scelga uno stemma e un motto che non rappresentano più simboli di nobiltà o potere, ma piuttosto un orientamento pastorale: una frase, un’immagine o una citazione tratta dalle parole di Cristo o dei santi, capace di esprimere l’identità spirituale e il progetto di vita del nuovo ministro. Lo stemma diventa così un segno visibile della sua fede, della sua formazione e del cammino personale che lo ha condotto al servizio della Chiesa e lo guiderà negli anni a venire. Lo stemma di Papa Leone XIV è un esempio eloquente di questa tradizione: ricco di simboli profondi, racchiude in sé tutta la ricchezza della sua spiritualità.

Descrizione araldica

Il blasone dello stemma di Leone XIV è così definito:

Tagliato:
nel 1° d’azzurro a un giglio d’argento;
nel 2° di bianco, al cuore ardente e trafitto da una freccia posta in sbarra, di rosso, sostenuto da un libro al naturale.

Lo scudo è timbrato da una mitra d’argento con tre fasce d’oro, unite da un palo dello stesso, con le infule svolazzanti e foderate di rosso, crocettate e frangettate d’oro. È inoltre accollato alle chiavi petrine, simbolo del potere spirituale: una d’oro e una d’argento, decussate e legate da un cordone rosso.

Il motto scelto dal Santo Padre è: "IN ILLO UNO UNUM" – «Nell’unico Cristo siamo uno».

Simboli e significati

Il giglio mariano: la purezza e la Vergine
Nella parte superiore dello scudo, su campo azzurro – colore che richiama la trascendenza e il cielo, ma anche la devozione mariana – campeggia un giglio d’argento, fiore tradizionalmente associato alla Vergine Maria. Il giglio è simbolo di purezza, bellezza spirituale e dedizione, qualità che la Chiesa attribuisce alla Madre di Dio. Il termine latino flos florum, "fiore dei fiori", richiama la lode che la tradizione cristiana riserva a Maria, Regina dei Santi. Abbiamo sperimentato in questi primi giorni di pontificato il profondo legame di Leone XIV con Maria. 

Il cuore agostiniano: amore ferito e Parola viva
La parte inferiore dello stemma, su sfondo bianco (in tonalità avorio), rappresenta l’identità agostiniana di Papa Leone XIV. Al centro si trova un cuore ardente e trafitto da una freccia, sopra un libro aperto. Questo è l’emblema dell’Ordine di Sant’Agostino, che affonda le sue radici in un passo celebre delle Confessioni: «Sagittaveras tu cor meum charitate tua» – «Hai ferito il mio cuore con il tuo amore». Il cuore ferito simboleggia l’esperienza personale e mistica dell’amore divino che trasforma radicalmente la vita. La freccia rappresenta l’impeto dell’amore di Dio che colpisce l’anima. Il libro, su cui poggia il cuore, è la Parola di Dio, ma anche il riferimento alle numerose opere teologiche e filosofiche di Agostino, padre della Chiesa e maestro del pensiero occidentale.

Il bianco: santità e vocazione
Il bianco, colore che domina la parte inferiore dello stemma, richiama simbolicamente la santità e la purezza della vocazione religiosa. È un colore spesso utilizzato negli stemmi degli ordini monastici e qui sottolinea la radicalità evangelica del messaggio agostiniano.

Il motto: unità in Cristo

Il motto "In Illo Uno Unum", tratto da un sermone di Sant’Agostino sull’Esposizione del Salmo 127, è una sintesi teologica e pastorale del pontificato di Leone XIV: «Sebbene noi cristiani siamo molti, nell’unico Cristo siamo uno».

Sant’Agostino spiega che Cristo e la Chiesa formano un solo corpo mistico, una sola realtà spirituale. I fedeli, pur essendo una moltitudine, sono un solo uomo in Cristo, un’unica entità spirituale unita al Capo, che è il Signore risorto. Questo concetto è centrale nella visione ecclesiologica di Leone XIV: la Chiesa come unità nella diversità, dove ogni fedele trova il proprio posto in un’armonia spirituale.

Lo stemma di Papa Leone XIV è dunque un manifesto spirituale, un compendio visivo della sua formazione agostiniana, della sua devozione mariana e della sua visione di una Chiesa unita nell’amore di Cristo. "Il Papa Leone è il Papa di cui la Chiesa ha fortemente bisogno oggi", ha spiegato nei giorni scorsi il cardinale Giovanni Battista Re. Ogni elemento di questo stemma – il giglio, il cuore trafitto, il libro, il motto – è carico di significati teologici e simbolici che rimandano alla bellezza della fede, alla profondità della tradizione e alla chiamata all’unità che Robert Francis Prevost incarna fedelmente. Come insegna Sant’Agostino, non siamo molti ma uno, se rimaniamo in Cristo.

G.T.
Silere non possum