Marko Rupnik will stand trial. The Pope removes the statute of limitations.

Prevod v slovenščino 🇸🇮

In questi mesi sono riusciti a mettergli la museruola e lo hanno protetto da qualsiasi domanda indiscreta. Una unica giornalista era riuscita nell’arduo compito ma era stata particolarmente timida. Nessuno lo aveva incalzato quando disse: “Per me è stata una sorpresa, davvero. Questo, una persona, un artista di questo livello, per me è stata una grande sorpresa e una ferita”. Nessuno gli aveva fatto presente che la scomunica l’aveva tolta lui.

Da quando Silere non possum ha reso note le anomalie del caso di Marko Ivan Rupnik il Papa ha scelto di difenderlo a spada tratta e non ha fatto nessun mea culpa per quella scomunica tolta con troppa semplicità. Recentemente anche il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer si era particolarmente infastidito per quanto affermato a Santa Marta e poi fatto (solo in parte) scrivere nel comunicato del Vicariato di Roma.

Colpo di scena

Questa mattina a Santa Marta è stata presa la decisione per ripulire il volto del Sommo Pontefice. Sono mesi che "i consiglieri del momento" stanno pungolando il Papa dicendogli che è necessario "almeno un passo di facciata" per evitare di vedere buttati al vento anni di rapporti con la stampa dove si parla di "tolleranza zero". A seguito della notizia, anche questa data in esclusiva da Silere non possum, dell'avvenuta incardinazione di Rupnik nella diocesi di Capodistria, si sono alzate le voci da ogni parte del mondo. 

Il fatto che la notizia l'abbia dovuta dare Silere non possum la dice lunga. Quando si incardina un presbitero, infatti, bisogna valutare una serie di condizioni che abbiamo spiegato in questo articolo. Altresì, è necessario informarne il presbiterio, il quale è la nuova famiglia di questo sacerdote. Dove vanno a finire tutte le parole sterili che pronunciamo nei seminari e nella formazione del clero dove si parla di "famiglia, condivisione, trasparenza" se poi il vescovo tiene nascosto al proprio clero il fatto che viene incardinato un nuovo sacerdote?

Non è la prima volta che accade e succede spesso che anche nelle singole diocesi spuntino seminaristi adulti che non fanno neppure il seminario in modo canonico e poi i preti si ritrovano nella casella email la locandina dell'ordinazione. Può essere possibile una cosa del genere? In una Chiesa che parla di sinodalità? Non si può pensare di coinvolgere solo il Consiglio Presbiterale o il Collegio dei Consultori perché a fare le spese di alcune scelte sono tutti i sacerdoti e non solo il gruppetto prescelto.

Ne avevamo parlato in merito ad Ivan Bresciani e alla diocesi di Ascoli Piceno. Questo sistema non è ammissibile e la diocesi di Capodistria oggi ne fa le spese. Anche ad Ascoli Piceno, però, le seggiole iniziano a tremare perché Giampiero Palmieri ha già sperimentato quanto è meteoropatico questo Papa e doveva aspettarsi che le scelte che ieri benediceva, oggi avrebbe potuto usarle contro di lui (ancora una volta). Qui, però, la lista è lunga.

Anche il Vicario di Roma ora si ritrova in una situazione imbarazzante. Prima ha ricevuto disposizioni da Santa Marta di emettere un comunicato in difesa di Rupnik. Addirittura a San Giovanni è arrivato il comunicato deciso a tavolino fra Papa Francesco e Maria Campatelli nel quale si accusava il Dicastero per la Dottrina della Fede di non aver fatto bene il proprio lavoro per quanto riguarda la prima condanna. 

Ora tutto si ribalta. Il vescovo di Capodistria, il quale fino a ieri ha agito in stretto contatto con il nunzio e con Incitti, ora si ritrova con una "bella gatta da pelare". Eppure, anche il nunzio in Slovena era tranquillo perché "queste sono le disposizioni del Papa", andava dicendo. Ed ora? Ora gira la ruota e Francesco è pronto a far cadere tutti pur di salvarsi la faccia. Nonostante siano molti ad averne fatto le spese, nessuno vuole ancora capire come è quest'uomo e come metta a rischio anche l'intera Chiesa pur di apparire pulito. Difatti, tutto si sta dicendo tranne che quella revoca della scomunica porta una firma: Franciscus.

Sono dieci anni che a Santa Marta e nella Curia saltano le teste per scelte che il giorno prima il Papa lodava ed il giorno dopo disconosceva. "Si tratta della prima volta nella Storia della Chiesa dove ci sono i prefetti dei dicasteri che vorrebbero sottoporre al Papa veri e propri verbali da siglare ogni volta che lasciano l'appartamento", confida un vescovo.

Rupnik a processo

Anche per l'ex gesuita all'orizzonte si presenta un processo. Prima aveva ricevuto rassicurazioni ed ora tutto è cambiato. Il Papa questa mattina ha dato disposizione alla Sala Stampa di riferire che derogherà alla prescrizione. Dopo un anno a Santa Marta sono riusciti a convincerlo, non per giustizia sia chiaro ma per evitare di buttare all'aria anni di parole sugli abusi.

La scusa è stata individuata in un parere dato dalla Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori che osserva che vi sono state "anomalie" nel trattamento di questo caso. In sostanza la PCTM dice l'esatto contrario del Vicariato di Roma e di Giacomo Incitti. 

È chiaro, però, che questo è solo un espediente anche perché il parere è di settembre 2023. Caso strano, la scelta arriva oggi a seguito di reazioni anche molto violente da parte del mondo intero che è scandalizzato nel vedere Rupnik incardinato come un qualunque altro prete. Addirittura il ministero sloveno ha interrogato la Conferenza Episcopale Slovena.

La scelta è chiaramente positiva, aldilà delle motivazioni che l'hanno mossa. Se Rupnik è innocente lo dimostrerà senza alcun timore, se sarà giudicato colpevole dovrà essere dimesso dallo stato clericale. È chiaro che ora ci sarà chi metterà in dubbio il tutto e penserà ad un processo farsa che serva solo ad avvalorare la scelta iniziale del Papa. Noi però siamo fiduciosi perché se così fosse comunque riusciremmo a darvene notizia. Ora bisognerà verificare a chi sarà affidato questo caso e chi lo tratterà. Tutto ciò non deve far dimenticare che Rupnik ha subito già una condanna per aver assolto la complice nel peccato contro il sesto comandamento. I due, infatti, sono due procedimenti distinti. 

S.I.

Silere non possum

COMUNICATO SALA STAMPA 

Nel mese di settembre la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori ha segnalato al Papa gravi problemi nella gestione del caso di P. Marko Rupnik e la mancanza di vicinanza alle vittime. Di conseguenza il Santo Padre ha chiesto al Dicastero per la Dottrina della Fede di esaminare il caso e ha deciso di derogare alla prescrizione per consentire lo svolgimento di un processo.

Il Papa è fermamente convinto che se c’è una cosa che la Chiesa deve imparare dal Sinodo è ascoltare con attenzione e compassione coloro che soffrono, soprattutto coloro che si sentono emarginati dalla Chiesa.