Montichiari - Nella Chiesa Cattolica viviamo spesso delle situazioni imbarazzanti che feriscono la comunione e a farsene portavoce sono spesso degli psico blog che si prodigano a colpire presbiteri unicamente perché non militano nei loro partiti politici. Come spesso Silere non possum ha fatto notare, però, la maggior parte di questi fustigatori diurni, hanno molti più scheletri negli armadi di coloro che colpiscono. Di fatti, gli stessi redattori di tali spazi custodiscono numerosi silenzi - accuratamente sottratti alle pagine dei loro psico blog, pur bramosi di denunciar l’altrui presunto marcio. Una doppia misura, tanto inflessibile con i sacerdoti quanto indulgente con sé stessi. La psicologia in questo campo ha scritto fiumi e fiumi di pagine.
Ma andiamo oltre...
Nella diocesi di Brescia, in Via Trieste, c’è un Torquemada che ama colpire i propri confratelli senza pietà. Si tratta di don Marco Alba, il quale ci tiene a farsi chiamare “Monsignore” ed è il vicario giudiziale del vescovo Pierantonio Tremolada. Uomo sollecito nel firmar reprimende contro i confratelli, spingendosi in giudizi che eccedono ampiamente le sue competenze. Ogniqualvolta un presbitero cada nelle sue fauci, s’avviano reprensioni canoniche, provvedimenti, richiami: un apparato punitivo celere, ma a intermittenza.
Il punto, tuttavia, resta questo: la solerzia punitiva non è costante, bensì selettiva. Se ciò che ha commesso in questi mesi l’ex vicario generale fosse stato anche solo adombrato su un parroco d’una periferia, costui sarebbe già stato formalmente richiamato, se non sospeso a divinis. Nella Chiesa, Silere non possum lo ha dimostrato spesso, la giustizia procede dunque a intermittenza, colpendo i lontani - lontani, non per questioni di fede o di dottrina, ma per amicizie, legami, e soprattutto per posizione politica - e protegge i vicini.
Questo modus agendi è divenuto paradigma contagioso: lo si è inculcato persino ai laici. Così, sebbene alcuni blog fascistelli non cessino d’infierir contro la Chiesa ventiquattr’ore al dì, quando il rettore del Santuario riceve il vescovo, non perde occasione per farlo intervistare proprio da chi, pubblicando scritti di presunte veggenti, ne ha fatto un bel business. E questi sono gli stessi che scrivono su questi “giornaletti fascistelli” nei quali si prendono di mira sacerdoti giovani, si offrono delle informazioni false e distorte ai lettori, e si pubblica su commissione della potente guida del movimento di turno.
Il Santuario Rosa Mistica
Nella Diocesi di Brescia si trova il Santuario di Maria Rosa Mistica Madre della Chiesa - Fontanelle, divenuto recentemente oggetto di rinnovato interesse mediatico. Questo nuovo ciclo di attenzione è legato al pronunciamento romano di approvazione e al conseguente progetto edilizio per la realizzazione di un nuovo edificio, iniziativa che ha trovato una favorevole accellerazione proprio dopo l’autorizzazione formale arrivata da Roma.
Alla guida del Santuario c’è don Marco Alba, sacerdote ritenuto dai confratelli un prete che «frequenta i posti giusti» e che ha svolto un ruolo attivo nel redigere le lettere firmate dal vescovo Pierantonio Tremolada che sono giunte al Sant’Uffizio. Tali lettere descrivevano la situazione del Santuario con toni fortemente positivi, prospettando un quadro favorevole al riconoscimento formale. Nella lettera indirizzata al Prefetto del Dicastero, il nucleo critico della vicenda era presente solo in poche righe finali, descritte nel corpo del documento come facezie o questioni marginali.
Nel 2014, nelle Fontanelle di Montichiari, è stata costituita la Fondazione Rosa Mistica Fontanelle. Originariamente nata come Associazione Rosa Mistica Fontanelle, venne trasformata in fondazione civile per rafforzare il legame patrimoniale con l’autorità diocesana. La nuova Fondazione, riconosciuta canonicamente tramite decreto vescovile, ricevette l’intestazione dell’intero patrimonio mobiliare e immobiliare precedentemente accumulato.
La Fondazione ha scopi distinti dalla gestione diretta del culto, che resta affidata a un delegato vescovile (Alba, appunto). Le sue funzioni includono accoglienza dei fedeli in spirito devozionale, vigilanza sulle manifestazioni di preghiera, tutela dell’ordine pubblico nel Santuario, archiviazione e studio dei fatti devozionali, conservazione ambientale senza scopo di lucro.

Cronologia degli interventi
2001: Mons. Giulio Sanguineti intervenne con un Direttorio per il culto, su sollecitazione della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei sacramenti e del Dicastero per la Dottrina della Fede. Per la prima volta venne autorizzato il culto a Fontanelle.
2012: la Congregazione per la Dottrina della Fede inviò una lettera al vescovo Luciano Monari, chiedendo cura per aspetti pastorali e patrimoniali.
2013: il Direttorio venne rivisto; Mons. Monari incaricò Pierina Gilli di ulteriori approfondimenti tramite Mons. Alba, che studiò la figura della veggente.
2014: venne costituita formalmente una fondazione di culto diocesana sotto la vigilanza del vescovo.
2017: fu inviato al Dicastero un dossier forense canonico e psicologico sulla persona di Pierina Gilli, sotto la guida di Mons. Alba.
2019: elevazione a santuario diocesano.
2022: istituzione di una commissione teologica internazionale di 6 membri per lo studio complessivo dell’esperienza mistica riconducibile a Pierina Gilli.
Luglio 2023: consegna delle conclusioni al vescovo Tremolada, con esito favorevole.
5 luglio 2024: il Dicastero ha espresso giudizio positivo sull’esperienza. Pubblicazione del Decreto da parte del Vescovo.
Silere non possum ha più volte riferito fatti che riguardano questo Santuario, sia sul piano istituzionale sia nella dimensione delle ricadute locali. Qui le suore di Rezzato operano stabilmente: una presenza che in diocesi è molto criticata considerate le criticità di cui si è dato notizia. Il 27 gennaio 2025 Silere ha inoltre pubblicato le nomine interne disposte per il Santuario, avvenute senza comunicazioni pubbliche né consultazioni previe, lasciando il tutto ad una gestione personalistica ovviamente guidata da Marco Alba. Anche in questa Fondazione non manca l’onnipresente Fabrizio Spassini, il quale è ormai un fac totum. Del resto, in Via Trieste è così: amici, mogli dei direttori, parenti…Tutto a spese della comunità ecclesiale. E buon appetito!
Alle criticità interne si aggiungono quelle esterne: i residenti del quartiere denunciano da tempo i rumori provenienti dall’area del Santuario, lamentando un impatto acustico costante sulla vita del vicinato. Nonostante ciò, dalla sede di governo diocesano in via Trieste non arrivano segnali di attenzione. In particolare, il vescovo Pierantonio Tremolada non ha preso atto delle rimostranze, mantenendo una linea immobile anche di fronte al crescere delle contestazioni. La sua posizione è la medesima utilizzata in molti altri campi: una volta espresso il suo assenso su una persona o una nomina, ogni successiva evidenza - per quanto problematica o divisiva - non modifica la decisione già presa.

La questione odierna
Nelle scorse settimane, in Curia a Brescia si è riunita la Commissione Fondazioni. Come già spiegato da Silere non possum, gli equilibri interni hanno subito un’accelerazione dopo il siluramento del Vicario generale. Proprio in queste ore, il nuovo Vicario Generale, il Pro Vicario Generale e l’Economo diocesano stanno incontrando tutto il personale della Curia, nell’ambito di un confronto allargato sulla riorganizzazione degli uffici. Durante quella riunione della Commissione Fondazioni è emerso un dato che non può essere liquidato come dettaglio amministrativo: nonostante le nomine siano state formalizzate un anno fa – il 5 novembre 2024 - manca ancora la figura del Tesoriere della Fondazione, e, con essa, la completa operatività degli organi di governo economico.
La Commissione avrebbe dovuto farsi qualche domanda, ma - senza scordare le parole dei preti bresciani, «è nei posti giusti» - va detto che l’assenza del Tesoriere della Fondazione non ha generato alcuna reale preoccupazione: né nel Consiglio di Amministrazione, né, tantomeno, nel delegato vescovile. Un dato che dovrebbe quantomeno interrogare la Curia. E invece, niente: nessuna preoccupazione.
Considerato però che la Commissione Fondazioni ha fatto presente questa cosa, il Monsignor Torquemada è corso ai ripari ed è andato dai membri del Consiglio di Amministrazione a prospettare la sua fantastica idea: vogliono un Tesoriere. Da dove lo prendiamo? Dal nostro CDA. «Bella trovata», commentano alcune persone vicine al presbitero senza bussola. La tecnica del “ce la cantiamo e ce la suoniamo» funziona sempre.
La decisione di Alba, che viene sottoposta ai membri del Consiglio solo in apparenza e per mera conferma, converge su Camillo Zola, già nel CDA della Fondazione. L’intento dichiarato è di farlo dimettere dal CDA, così da lasciar due posti vacanti nel Consiglio: uno per la nomina a Tesoriere di Zola, l’altro per il venir meno d’un ulteriore membro del Consiglio.
Ed è sempre qui che si manifesta l’influsso perpetuo di Marco Alba. Il Consiglio, composto nominalmente da 10 persone, non esercita autentica funzione deliberativa: l’intero impianto decisionale è orchestrato da Alba, che da anni si avvale del Consiglio unicamente come strumento di legittimazione delle proprie risoluzioni. E non potrebbe essere altrimenti considerato che quei consiglieri nominati, con o senza bussola, sono stati tutti voluti da lui. Questa è una dinamica non episodica, ma sistematica - e consolidata da anni.
Per la sostituzione di Leonardo Tanzini, membro venuto meno nei mesi scorsi, Alba promuove senza esitazioni il nome del figlio, Giovanni Tanzini, proposto quale nuovo membro del CDA - quasi che il vincolo di sangue costituisse titolo di merito sufficiente al governo dell’ente ecclesiastico.
A seguire, il disegno prosegue con Zola, che verrebbe innalzato alla carica di Tesoriere, lasciando così un’ulteriore poltrona vacante nel Consiglio. Per tale scranno, Alba avanza il nome dell’Avvocato Marco Boldini, che non manca di definire di sua diretta conoscenza, avvalorando la proposta con un dettaglio rivelatore: il curriculum vitae. Documento che potrete voi stessi consultare niente po po di meno che….sul sito del Movimento Cinque Stelle (sic!). Chiaramente per i membri del CDA e per la Curia è stato redatto un CV dove compaiono riferimenti alla Rota Romana, al Diritto Canonico, ecc...
Ah, dimenticavamo, tutto questo avviene con la Presidente della Fondazione, Maria Luisa Cuelli, in riabilitazione presso una Casa di Cura. E dire che i problemi, per questi redattori senza bussola, sarebbero nei movimenti….forse sarebbe ora che il vescovo Tremolada si svegliasse un po’.
d.C.C. e d.A.T.
Silere non possum