Città del Vaticano - «Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione». Con queste parole di San Paolo VI, richiamate da Papa Leone XIV nella Basilica Vaticana, si è aperto l’incontro con i partecipanti al Pellegrinaggio giubilare delle Diocesi dell’Umbria. Un’affermazione che non è solo memoria di un grande Pontefice del Novecento, ma messaggio attualissimo: la bellezza come forza che resiste al tempo, che unisce generazioni e che parla di Dio. Il Papa ha sottolineato come l’Umbria, “cuore verde d’Italia”, sia non solo terra di natura e arte, ma soprattutto scrigno di santità: percorsa nei secoli da mistici e penitenti, uomini e donne di fede che hanno lasciato in eredità la ricchezza del Vangelo. «Il tesoro che abbiamo ricevuto continua a crescere — ha affermato — la vite a fiorire e a portare frutto, il buon mosto a fermentare e a spandere il suo aroma».

Norcia, il ritorno della Basilica di San Benedetto

Le parole del Pontefice risuonano in un momento particolarmente significativo per la regione. Dopo anni di attesa, a Norcia riaprirà la Basilica di San Benedetto, simbolo non solo per la città, ma per l’intera Europa. Giovedì 30 ottobre 2025 verranno presentati i lavori di ricostruzione. Venerdì 31 ottobre 2025, alle ore 17:00, si terrà la solenne liturgia di dedicazione.

Il percorso per arrivare a questo giorno non è stato facile. Il terremoto del 24 agosto 2016 aveva lesionato gravemente l’edificio, ma la scossa del 30 ottobre lo aveva quasi cancellato: crollò l’80% della Basilica, rimasero in piedi soltanto la facciata gotica — con le statue di San Benedetto e Santa Scolastica — e parte dell’abside. La comunità, tuttavia, non si è arresa. Anno dopo anno, tra macerie e cantieri, ha custodito la speranza di poter tornare a pregare nel cuore spirituale della città. Ora quel sogno si compie.

Una rinascita che va oltre le pietre

La riapertura della Basilica non è soltanto un traguardo architettonico o culturale: è un segno di resurrezione, una testimonianza concreta che dal dolore può nascere nuova vita. Le parole di Leone XIV, che ha invitato gli umbri a farsi “annunciatori della bellezza che parla di Dio”, offrono la chiave per leggere questo evento: non si tratta solo di restituire un monumento, ma di riscoprire una vocazione spirituale che ha segnato la storia dell’Europa e che ancora oggi può orientarla verso la speranza.

d.S.A.
Silere non possum