Città del Vaticano – La Prefettura della Casa Pontificia ha reso noto oggi il quadro aggiornato delle partecipazioni dei fedeli alle udienze e alle principali celebrazioni liturgiche nello Stato della Città del Vaticano nel 2025. Ne emerge una fotografia chiara, che registra un dato ormai difficile da eludere, nonostante l’impegno di una parte dei media nel ridimensionare la portata di questo nuovo pontificato: con Leone XIV le presenze risultano in sensibile e significativa crescita.
I numeri diffusi dalla Prefettura
Il prospetto (2025) distingue quattro voci: Udienze Generali e Giubilari, Udienze Speciali, Celebrazioni Liturgiche, Angelus. Nel segmento attribuito a Papa Francesco vengono riportate 8 Udienze Generali e Giubilari e un totale complessivo di 262.820 partecipanti.
Per Papa Leone XIV, la Prefettura indica 36 Udienze Generali e Giubilari e un totale complessivo di 2.913.800 partecipanti, con questi aggregati:
Udienze Generali e Giubilari: 1.069.000
Udienze Speciali: 148.300
Celebrazioni Liturgiche: 796.500
Angelus: 900.000
Nel dettaglio mensile, l’andamento presenta picchi significativi: ottobre segna 295.000 presenze alle udienze generali/giubilari e 54.000 alle udienze speciali; dicembre registra 250.000 partecipanti all’Angelus, oltre a 77.000 alle udienze e 30.000 alle celebrazioni liturgiche.
“Effetto inizio pontificato” e dinamiche di calendario
Il balzo delle presenze, letto in controluce, rientra in una dinamica prevedibile: l’avvio di un nuovo pontificato produce quasi sempre un effetto di richiamo. L’interesse mediatico, la curiosità dei pellegrini, la volontà di “esserci” nei primi mesi, la spinta delle comunità e dei gruppi organizzati si sommano e moltiplicano la partecipazione, soprattutto in Piazza San Pietro e nelle celebrazioni più visibili. A questo si aggiunge un fattore strutturale: il Giubileo che si avvia verso la conclusione, il quale incide sia sul numero degli appuntamenti sia sulla mobilitazione di pellegrinaggi e presenze coordinate. Le “udienze giubilari” hanno una “capacità attrattiva” superiore rispetto a un anno ordinario.
Il dato, per quanto eloquente, è da analizzare con cura. La tabella mette infatti a confronto periodi diversi: per Papa Francesco compaiono soprattutto gennaio e febbraio (con un richiamo ad aprile per l’Angelus), mentre per Leone XIV la rilevazione copre maggio–dicembre. Inoltre, varia il numero di appuntamenti conteggiati: 8 udienze generali/giubilari per Francesco, 36 per Leone XIV. Una crescita così ampia, quindi, combina almeno tre elementi: più eventi, mesi più numerosi, e un contesto ecclesiale segnato dal Giubileo. Resta però un punto fermo: la Prefettura certifica un’intensificazione delle presenze nel periodo di Leone XIV, soprattutto nelle udienze e negli Angelus, che da soli totalizzano 900.000 partecipanti.
Partecipazione, attesa, responsabilità
Per la Santa Sede, questi numeri non sono una semplice statistica di affluenza. Raccontano una domanda di incontro, una ricerca di orientamento, un’attesa che si concentra, con naturalezza ecclesiale, attorno al Successore di Pietro. L’“effetto novità” spiega una parte della dinamica; il Giubileo incrementa inevitabilmente il flusso dei pellegrini. Resta però un dato che non si lascia archiviare con categorie sociologiche: il popolo di Dio cerca la parola del Papa perché ha sete di Gesù Cristo.
Leone XIV, sin dai primi passi del suo ministero, ha ricondotto lo sguardo al centro, rifiutando ogni sostituzione: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente», ha ricordato, indicando in Gesù «l’unico Salvatore» e «il rivelatore del volto del Padre». È su questa priorità che si misura la qualità della presenza cristiana nel tempo presente, segnato - come egli stesso ha osservato - da contesti in cui Cristo viene giudicato irrilevante o ridotto a figura accessoria: un “personaggio curioso” per il mondo del potere, un “uomo retto” per la gente comune, apprezzato finché non chiede conversione. Nella prima Santa Messa con il Sacro Collegio Leone ha offerto parole che, peraltro, chiariscono anche il senso profondo di tante piazze gremite: il Papa non convoca attorno a sé, convoca attorno a Cristo. «Perciò, anche per noi, è essenziale ripetere: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”», ha insistito, legando la confessione di fede al cammino personale di conversione e alla missione ecclesiale. E, nel momento in cui ha accettato la chiamata a succedere a Pietro, ha pronunciato quasi un programma spirituale che svela il cuore di questo pontificato: «sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato».
In questa prospettiva, le cifre diffuse oggi non si leggono solo come un incremento di partecipazione. Diventano il segnale di una Chiesa che, mentre il Giubileo entra nella sua fase conclusiva, manifesta ancora una volta la sua domanda più vera: non l’attrazione per un evento, ma la ricerca del Signore; non l’adesione a un clima o uno schema ideologico, ma il desiderio di una parola che conduca all’Essenziale. E l’Essenziale - Leone XIV lo ripete senza ambiguità - ha un nome: Gesù Cristo.
p.E.D.
Silere non possum