Città del Vaticano - Nel cuore di Roma, tra le mura cariche di storia della Curia Generalizia degli Agostiniani, Papa Leone XIV è tornato tra i suoi confratelli con la sua semplicità e la sua mitezza. 

Ad accoglierlo, nel refettorio della comunità, è stato il Priore Generale, padre Alejandro Moral Antón, che ha rivolto al Santo Padre parole di caloroso benvenuto. Nel suo intervento, ha ricordato la gioia che proviene dal Cristo risorto, fonte della vera letizia, e ha espresso la commozione dell’Ordine per l’elezione al soglio pontificio di uno dei suoi membri: «Tu es Petrus, gli ha detto, rinnovando l’impegno dell’Ordine a offrire preghiera, sostegno e fraternità incondizionata».

Non è mancata, nel discorso del Priore, una nota di nostalgia: «La Chiesa universale ha ora un nuovo Papa, ma noi oggi sentiamo nella nostra casa una sede vacante». Un pensiero toccante, che ha ricordato la quotidianità condivisa con il cardinale Prevost – oggi Papa Leone XIV – nei momenti di preghiera, nelle celebrazioni eucaristiche e nei pasti in fraternità, prima che fosse chiamato a Roma da Papa Francesco per guidare il Dicastero dei Vescovi.

La celebrazione eucaristica, momento culminante della visita, è stata introdotta dal Santo Padre con le stesse parole con cui si era affacciato dalla Loggia delle Benedizioni il giorno della sua elezione: «La pace sia con voi».

Nell’omelia, Papa Leone XIV ha tracciato le linee portanti della sua visione ecclesiale: il "camminare in modo sinodale", l’anima missionaria della Chiesa, e l’urgenza di riscoprire una spiritualità di comunione, tanto cara a Sant’Agostino. «Siamo chiamati a camminare insieme», ha detto, «non come individui isolati, ma come popolo in ascolto, che si sostiene e si accompagna nel trasmettere la gioia del Vangelo». Al termine della liturgia, il Pontefice ha rivolto parole affettuose a due confratelli che celebravano, rispettivamente, il compleanno e l’onomastico, e ha poi rivolto un pressante invito all’intera comunità: «Fate conoscere il magnifico patrimonio spirituale di Sant’Agostino».

Nel suo discorso, ha rievocato un episodio personale risalente a quando era ancora Priore Generale. Durante un incontro nei Giardini Vaticani, Papa Benedetto XVI, con particolare calore, lo aveva esortato a studiare, approfondire e diffondere il pensiero di Sant’Agostino. Riprendendo quell’invito, Papa Leone XIV ha voluto ricordare il ruolo centrale dell’“Augustinianum”, l’istituto patristico che oggi più che mai è chiamato a essere faro di studio e di trasmissione dell’eredità agostiniana.

Un filo di devozione mariana ha attraversato tutta la giornata, in perfetta continuità con il primo gesto del pontificato di Leone XIV: il pellegrinaggio al santuario di Genazzano, dedicato a Maria Madre del Buon Consiglio. Da allora, il Papa porta al dito un anello con l’immagine di Maria, Madre della Chiesa, simbolo del suo affidamento filiale e memoria quotidiana della presenza della Vergine nel suo ministero.

Ma il 13 maggio ha assunto un significato ancora più profondo per l’Ordine Agostiniano. In questa data si celebra la Madonna del Soccorso, un titolo antico e suggestivo, nato nel XIV secolo a Palermo, fortemente radicato nella spiritualità agostiniana. Tre miracoli sono all’origine di questa devozione – la guarigione del priore Nicola Bruno, il salvataggio del bambino dal demonio, e la guarigione della giovane paralitica. Grazie alla predicazione agostiniana, il culto della Madonna del Soccorso si è diffuso in tutta Italia e oltre, trovando espressione in numerosi santuari, tra cui quello di Cartoceto, fondato dal beato Giacomo da Napoli. Nel 1804, Papa Pio VII ne estese la festa liturgica a tutto l’Ordine, fissandola proprio al 13 maggio. Celebrare questa memoria con Papa Leone XIV, proprio nella sua famiglia religiosa di origine, ha reso questa data ancora più significativa. «È stata una giornata molto emozionante – ha detto padre Alejandro – perché il nostro confratello è tornato in comunità per trattenersi con noi ancora una volta, condividere e accrescere così la nostra gioia».

Il ritorno di Papa Leone XIV tra i suoi fratelli agostiniani non è stato solo un evento affettivo o istituzionale, ma un segno eloquente della continuità tra vita religiosa e servizio alla Chiesa universale. Un ponte vivente tra la fraternità vissuta e il ministero petrino, che ha il volto della comunione, della missione e della fedeltà alla verità del Vangelo.

s.B.M.
Silere non possum