Città del Vaticano – In un clima di festa che ha visto numerosissimi sacerdoti prendere parte alla Celebrazione Eucaristica nella Basilica di San Pietro, Papa Leone XIV ha presieduto la Santa Messa per la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, giornata che la Chiesa dedica in modo speciale alla santificazione dei sacerdoti. Quest’anno la celebrazione è stata arricchita da un duplice evento: il Giubileo dei Sacerdoti nell’ambito dell’Anno Santo 2025 e l’Ordinazione di 32 nuovi presbiteri, provenienti da diversi Paesi del mondo.

«Oggi celebriamo con gioia questa Eucaristia nel Giubileo dei Sacerdoti» – ha esordito il Pontefice all’inizio dell’omelia – rivolgendosi anzitutto ai molti presbiteri presenti in Basilica, giunti per varcare la Porta Santa e immergere ancora una volta la loro vita e vocazione nel Cuore trafitto del Salvatore. Un gesto che, per i 32 ordinandi, ha assunto un significato unico: «Quello dell’Ordinazione», ha ricordato il Papa, segnando l’inizio del loro ministero sacerdotale.

Nel cuore della sua riflessione, Leone XIV ha voluto meditare sul significato del Cuore di Cristo, che esprime l’intero mistero della sua incarnazione, passione e risurrezione, e che è stato «affidato in modo particolare a noi affinché lo rendiamo presente nel mondo».

«Il ministero sacerdotale è un ministero di santificazione e di riconciliazione per l’unità del Corpo di Cristo. Per questo il Concilio Vaticano II chiede ai presbiteri di fare ogni sforzo per «condurre tutti all’unità nella carità», armonizzando le differenze perché «nessuno […] possa sentirsi estraneo». E raccomanda loro di essere uniti al vescovo e nel presbiterio. Quanto più infatti ci sarà unità tra di noi, tanto più sapremo condurre anche gli altri all’ovile del Buon Pastore, per vivere come fratelli nell’unica casa del Padre»
ha detto Leone XIV. 

Tre i riferimenti biblici su cui si è soffermato il Pontefice: il Buon Pastore di Ezechiele, il Dio che riconcilia nella Lettera ai Romani e la gioia per la pecorella ritrovata nel Vangelo di Luca. Ne è scaturita una chiamata forte a vivere il sacerdozio come servizio di unità e riconciliazione, ponendo l’Eucaristia al centro, assieme alla confessione frequente, alla preghiera, alla meditazione della Parola e alla carità pastorale.

«Il nostro è un ministero di santificazione e di riconciliazione per l’unità del Corpo di Cristo» – ha insistito il Pontefice, riproponendo l'appello del Concilio Vaticano II a condurre tutti all’unità nella carità, e invitando i presbiteri a camminare uniti nel presbiterio e con il proprio vescovo, per essere strumenti efficaci di comunione.

Richiamando le parole di Sant’Agostino, Leone XIV ha fatto memoria della profonda comunione ecclesiale che unisce vescovi, presbiteri e fedeli, fondata sulla stessa grazia e misericordia: «Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano», ha detto. 

Infine, il Santo Padre si è rivolto direttamente ai nuovi ordinandi: «Vi dico alcune cose semplici, ma che ritengo importanti per il vostro futuro e per quello delle anime che vi saranno affidate». Tra le esortazioni: amare Dio e i fratelli, essere ferventi nei Sacramenti e generosi nel ministero, prossimi al popolo, umili e saldi nella fede, evitando le lusinghe del mondo e seguendo l’esempio dei grandi santi sacerdoti della storia della Chiesa.

«Non lasciatevi affascinare dai modelli effimeri del successo» – ha ammonito il Papa – «ma guardate al solido esempio di chi ha servito il Signore e i fratelli con fede e dedizione».

L’omelia si è conclusa con una supplica alla Beata Vergine Maria, Madre dei sacerdoti e Madre della speranza, perché accompagni ciascuno nel configurarsi sempre più al Cuore del Buon Pastore.

Una celebrazione intensa, segnata da gesti carichi di significato: il Papa ha imposto le mani e unto le mani di numerosi nuovi sacerdoti. Si tratta della seconda ordinazione presbiterale presieduta da Papa Leone in breve tempo, a conferma della sua profonda vicinanza al presbiterio, del suo affetto autentico per i sacerdoti e della sua concreta preoccupazione per le vocazioni. Nel cuore dell’Anno Giubilare, ha donato alla Chiesa e al mondo nuovi operai per la Messe, testimoni di quell’amore che «nasce dal fianco trafitto del Crocifisso, avvolge tutti gli uomini e riempie il mondo».


d.T.C.
Silere non possum