Città del Vaticano — Questa mattina, nella solennità della Visitazione della Beata Vergine Maria, Papa Leone XIV ha presieduto nella Basilica di San Pietro le ordinazioni presbiterali di undici seminaristi. Si tratta di Andrea Alessi, Gabriele Di Menno di Bucchianico, Francesco Melone, Cody Gerard Merfalen, Pietro Hong Hieu Nguyen, Federico Pelosio, Marco Petrolo, Matteo Renzi, Giuseppe Terranova, Simone Troilo ed Enrico Maria Trusiani. Quelle celebrate oggi sono le prime ordinazioni presbiterali celebrate dal nuovo Pontefice.
Nell’omelia, Papa Leone XIV ha voluto sottolineare l’intimo legame tra l’ordinazione presbiterale e il popolo di Dio. «Cari fratelli e sorelle — ha esordito il Papa — oggi è un giorno di grande gioia per la Chiesa e per ognuno di voi, ordinandi presbiteri, insieme a familiari, amici e compagni di cammino negli anni della formazione. Come il Rito dell’Ordinazione evidenzia in più passaggi, è fondamentale il rapporto fra ciò che oggi celebriamo e il popolo di Dio».
Papa Leone XIV ha spiegato che «la profondità, l’ampiezza e persino la durata della gioia divina che ora condividiamo è direttamente proporzionale ai legami che esistono e cresceranno tra voi ordinandi e il popolo da cui provenite, di cui rimanete parte e a cui siete inviati». Ha ricordato come il Concilio Vaticano II abbia «reso più viva questa consapevolezza, quasi anticipando un tempo in cui le appartenenze si sarebbero fatte più deboli e il senso di Dio più rarefatto».
Il Papa ha esortato i nuovi presbiteri a «concepirsi al modo di Gesù», sottolineando che «essere di Dio — servi di Dio, popolo di Dio — ci lega alla terra: non a un mondo ideale, ma a quello reale». Con tono appassionato, ha ribadito che «il gesto dell’imposizione delle mani, con cui Gesù accoglieva i bambini e guariva i malati, rinnovi in voi la potenza liberatrice del suo ministero messianico».
Già nei giorni scorsi Papa Leone XIV ha espresso il desiderio di incontrare nei prossimi giorni tutti i sacerdoti che esercitano il loro ministero nella diocesi di Roma, per rafforzare «i legami di comunione» con la Chiesa locale. Questo gesto conferma l’amore particolare del nuovo Papa per la Chiesa di Roma, di cui si sente pastore e custode.
Infine, ha ricordato che «Gesù Risorto ci mostra le sue ferite e, nonostante siano segno del rifiuto da parte dell’umanità, ci perdona e ci invia». Concludendo l’omelia, ha affidato i nuovi sacerdoti all’intercessione di Maria, Madre della Chiesa: «Insieme, infatti, noi uniamo cielo e terra. In Maria, Madre della Chiesa, brilla questo comune sacerdozio che innalza gli umili, lega le generazioni, ci fa chiamare beati».
L.M.
Silere non possum