Diocesi di Spoleto-Norcia

Spoleto – Norcia - Le agostiniane sono presenti a Montefalco dalla seconda metà del XIII secolo, quando alcune giovani del luogo iniziarono a vivere in forma penitente in un piccolo reclusorio che diventerà il nucleo dell’attuale comunità monastica. La loro storia inizia poco dopo il 1260 con Giovanna di Damiano, alla quale si unirono prima Andreola e poi, nel 1273, la sorella minore Chiara, all’epoca appena sei anni. Con l’ingresso di altre giovani il primo reclusorio divenne troppo angusto e la piccola comunità si trasferì nel vicino edificio dedicato a Santa Caterina. Il passo decisivo arriva il 10 giugno 1290, quando il vescovo di Spoleto, Gerardo, concede alle giovani la Regola di sant’Agostino, trasformando così l’esperienza delle recluse in un vero monastero agostiniano. Da quel momento la comunità si struttura secondo la tradizione agostiniana, caratterizzata da vita comune, condivisione dei beni e ricerca di Dio attraverso la preghiera liturgica e l’interiorità.

Nel corso dei secoli la presenza agostiniana attraversa crisi e riprese. Nel 1492 una parte delle monache scelse di lasciare la comunità adottando la spiritualità francescana, ma il Monastero di Santa Croce – dove è custodito il corpo di Santa Chiara da Montefalco – tornò rapidamente a fiorire e a crescere, nonostante le soppressioni civili dei secoli successivi.

Nel 2008, in occasione dell’Anno Centenario, una nuova fase di collaborazione è stata avviata con l’Eremo agostiniano di Lecceto (Siena). Fu proprio Leone XIV, allora Priore generale dell’Ordine, a volerla, dando vita a un legame che richiama la figura dell’agostiniano Anselmo da Montefalco, formatosi proprio a Lecceto nel XV secolo.

Mercoledì 28 agosto 2024, festa liturgica di sant’Agostino, il Capitolo elettivo della comunità delle Monache Agostiniane di Santa Chiara della Croce in Montefalco, presieduto da S.E.R. Mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, ha eletto come nuova priora suor Maria Cristina Daguati. La religiosa, nominata pochi giorni prima Presidente della Federazione dei Monasteri Agostiniani d’Italia “Madre del Buon Consiglio”, il 13 novembre 2025 è giunta in Vaticano per incontrare Papa Leone XIV insieme all’Assemblea Federale Ordinaria.

Sulle orme di Sant'Agostino

Oggi la comunità vive secondo la Regola di sant’Agostino, facendo della vita comune il centro della propria identità. Le agostiniane mettono tutto in comune, condividono la ricerca di Dio e strutturano la giornata sull’alternanza tra preghiera liturgica, silenzio, lavoro e fraternità. Il loro stile di vita riprende l’esperienza della comunità cristiana descritta negli Atti degli Apostoli: unità dei cuori, perseveranza nella preghiera, semplicità di vita. La loro vita è alimentata dalla Lectio Divina quotidiana, dallo studio e dalla preghiera personale; la fraternità si esprime nel dialogo, nel sostegno reciproco e nella collaborazione nei diversi incarichi comunitari; la liturgia è vissuta come servizio alla Chiesa e come espressione del Mistero. Il monastero è inoltre considerato un luogo di accoglienza, un “porto” in cui chi cerca silenzio, orientamento o preghiera trova un riferimento stabile. La vita delle agostiniane prosegue anche nella fedeltà alle norme monastiche antiche: le uscite dal monastero sono rare, motivate da necessità reali e sempre autorizzate dalla superiora, secondo una prassi che risale ai primi monasteri d’Africa fondati da Agostino. Il legame con la tradizione agostiniana è forte e costante: la Regola mette al centro la carità, che orienta ogni comportamento e ogni scelta interna. È la stessa logica che animava le prime comunità femminili, dalle vergini di Ippona guidate dalla sorella di sant’Agostino fino alle monache dei secoli successivi.

Un cammino fecondo

Negli ultimi decenni la comunità di Montefalco ha sostenuto anche il monastero di Santa Croce sull’Arno, fondato dalla Beata Cristiana Menabuoi nel 1279. Le difficoltà vocazionali avevano reso necessario un intervento esterno: nel 2010, la Santa Sede ha approvato l’unione in forma di priorato dipendente dal monastero di Montefalco. L’inserimento stabile di alcune sorelle e l’alternarsi di altre ha permesso di mantenere viva la presenza agostiniana nel territorio, rilanciando la preghiera comunitaria, l’ospitalità e il servizio ecclesiale. Il monastero di Santa Croce, nato anch’esso come reclusorio e trasformato nel 1294 in comunità agostiniana, conserva una storia di impegno sociale e religioso: da Cristiana, che si fece promotrice di pace tra le autorità civili e aprì il monastero ai poveri durante la carestia, fino alla scuola femminile fondata nel XIX secolo, attiva fino al 1966. La comunità agostiniana di Montefalco, oggi come ieri, continua a vivere nel solco della propria tradizione: una presenza costante, silenziosa e fedele che attraversa i secoli combinando preghiera, fraternità e servizio alla Chiesa.

s.R.T.
Silere non possum