Londra - Oggi la Nunziatura Apostolica in Gran Bretagna ha diffuso una comunicazione ufficiale dal tono insolitamente netto e severo, necessaria per arginare la circolazione di notizie false e manipolate riguardanti l’applicazione del Motu Proprio Traditionis Custodes.

Secondo quanto riferito dalla Nunziatura, «in risposta alle ripetute richieste di chiarimento riguardo all’incontro riservato, svoltosi il 13 novembre, tra il Nunzio Apostolico e i membri episcopali della Conferenza Episcopale Cattolica d’Inghilterra e Galles in merito all’applicazione del Motu Proprio Traditionis Custodes di Papa Francesco, la Nunziatura Apostolica in Gran Bretagna esprime il proprio rammarico per la divulgazione non autorizzata di informazioni provenienti da tale incontro riservato, che ha generato confusione tra i fedeli. Le norme del Motu Proprio saranno attentamente esaminate e applicate caso per caso». Una dichiarazione dura, resa inevitabile dalla diffusione non autorizzata di informazioni attribuite al Nunzio, informazioni che sono state strumentalizzate per scatenare, ancora una volta, la consueta guerriglia liturgica.

La macchina della disinformazione tradizionalista

Negli ultimi giorni, alcuni siti tradizionalisti hanno diffuso la versione secondo cui il Nunzio avrebbe detto ai membri della conferenza episcopale che Papa Leone XIV sarebbe intenzionato a concedere con maggiore facilità la celebrazione della Messa Vetus Ordo. Questa ricostruzione è stata immediatamente amplificata da media tradizionalisti americani, spesso finanziati da personaggi vicini all’amministrazione Trump e ad essa ricondotti, con l’obiettivo di mettere artificiosamente in contrasto l’attuale pontificato con quello di Papa Francesco. Una strategia già vista e ormai tristemente collaudata: inventare, distorcere, attribuire, e poi presentare tutto come rivelazione esclusiva. È l’ennesima riprova della capacità – e volontà – di questi ambienti di manipolare la realtà, come Silere non possumdenuncia da tempo.

La stessa tecnica usata contro Traditionis Custodes

Questa vicenda, infatti, è perfettamente sovrapponibile a quanto accaduto con il rapporto che portò alla pubblicazione di Traditionis Custodes. Una pseudo-giornalista americana, nota per aver lavorato alla creazione di un sito che faceva dossieraggio sui cardinali con l’obiettivo di manovrare il Conclave, raccontò quel rapporto in modo totalmente distorto, creando un clima tossico che ancor oggi aleggia sui social network.  Oggi le stesse persone ripropongono il medesimo copione: attribuire al Nunzio parole che non ha mai detto, diffondere la notizia come se fosse certa, costruire polemiche con l’unico obiettivo di fare pressione sull’attuale Pontefice.

Un discorso travisato da chi pensa solo a pizzi e merletti

Le affermazioni attribuite al Nunzio sono completamente inattendibili. Il discorso tenuto dal rappresentante pontificio è stato ben diverso, un intervento fraterno in un contesto clericale che non può essere compreso da laici invasati che pensano solo ai pizzi e ai merletti, e che riducono la liturgia a una fiera antiquaria da difendere con rancore. Mons. Miguel Maury Buendía ha parlato con schiettezza ai suoi confratelli, condividendo riflessioni che tutti stiamo constatando ma che, per loro natura, dovevano restare riservate. In un contesto ormai divenuto terreno di scontro, infatti, ogni parola può mettere in difficoltà lo stesso Pontefice e, ancor più, spingere la Santa Sede a irrigidirsi, rafforzando la convinzione che questa situazione, alla fine, qualcuno se la sia ampiamente cercata. L’atteggiamento di questi pseudo-tradizionalisti, più fedeli alla Casa Bianca che al Palazzo Apostolico, ricalca esattamente quello adottato fin dall’inizio di questo pontificato da alcuni cardinali. Presuli che, non a caso, finiscono spesso in balia di questi gruppi trumpiani, attratti anche dai loro finanziamenti. Sin dall’elezione di Leone XIV, infatti, questi porporati hanno circondato il Papa con una pressione costante, prima alimentando campagne sui giornali e poi spingendosi fino a tentare interventi diretti nell’Appartamento pontificio. Una strategia aggressiva che avrà un solo effetto: irrigidire ulteriormente il Pontefice e i suoi collaboratori in Curia.

Nella Chiesa, infatti, certe dinamiche non possono essere gestite con sterzate improvvise o mosse plateali, e chi si riempie la bocca di “tradizione” dovrebbe saperlo meglio di tutti. Non soltanto per ragioni diplomatiche, ma soprattutto per ciò che più sta a cuore al Papa: la custodia dell’unità ecclesiale.

I veri nemici della Tradizione

Silere non possum lo denuncia da molto tempo: il danno più grave alla tradizione viene proprio da questi “pseudo blog psico-repressi tradizionalisti”, che usano la liturgia come arma per colpire gli altri e creare divisione nella Chiesa. Lo ha ribadito lo stesso Leone XIV nella lunga intervista di questa estate: “Parte del problema è che la liturgia è stata usata come strumento politico, diventando un pretesto per portare avanti altre battaglie”.

Leone XIV non è Francesco. E non è nemmeno il loro giocattolo

È evidente che Leone XIV voglia adottare un approccio più serio, più equilibrato e maggiormente orientato all’unità rispetto a quello percepito durante il pontificato di Francesco. Ma – e qui sta il punto – la Chiesa non funziona come certi tradizionalisti vorrebbero, con il Papa che esce dalla finestra e dichiara: «Quello che ha fatto il mio predecessore fa schifo, adesso cambiamo tutto». Se ci saranno aggiustamenti, arriveranno con calma, equilibrio e senza proclami. E l’atteggiamento di questi gruppi non sta facendo altro che allontanare quel giorno.

L’arroganza dell’ignoranza

È inutile. Parafrasando Manzoni: se l’intelligenza uno non ce l’ha, non se la può dare. Invece di attendere nel silenzio e nella fiducia che il Santo Padre conduca la Chiesa verso un clima più sereno, questi gruppi continueranno a creare divisione, a seminare sospetti, a fomentare battaglie inutili.

Gli psico-blog che popolano questo mondo tossico non fanno altro che attaccare sacerdoti, parrocchie, celebrazioni, trasformando tutto in rissa permanente. E sono gli stessi che invitano a non dare l’otto per mille alla Chiesa cattolica, pur finanziando con donazioni laute quei preti dalle lingue biforcute che celebrano la Messa antica la mattina e la sera creano zizzania, arrivando perfino a usare allusioni volgari durante le prove per le celebrazioni liturgiche pontificie.

La verità è una sola

La Nunziatura Apostolica in Gran Bretagna oggi ha voluto ristabilire la verità. E ha fatto bene. Perché la Chiesa ha bisogno di fedeltà, non di complotti; di un cammino sereno, non di manipolazioni; di unità, non di guerre liturgiche combattute da chi usa la tradizione o la modernità solo per colpire il prossimo. E questa luce, oggi, è arrivata da Londra.

d.G.S. e F.P.
Silere non possum