Diocesi di Spoleto-Norcia

Norcia - “La ricostruzione della Basilica non è semplicemente un’operazione architettonica importante e ardita o un intervento di recupero del patrimonio artistico; è un atto di risurrezione civile e spirituale.” Con queste parole, tratte dalla Lettera pastorale Ascolta, figlio mio, e apri docilmente il tuo cuore, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, S.E.R. Mons. Renato Boccardo, accompagna la riapertura della Basilica di San Benedetto, restituita alla città e ai fedeli il 30 e 31 ottobre 2025, a nove anni dal crollo provocato dal terremoto del 2016.

La chiesa - come aveva ricordato il presule in un’intervista a Silere non possum - sorge sui resti della casa natale del Patrono d’Europa e di Santa Scolastica, segno vivo della spiritualità benedettina e della memoria europea. Dopo il sisma del 2016 ne rimase solo la facciata: l’ottanta per cento dell’edificio era crollato. Oggi, al termine di un lavoro lungo e corale, Norcia ritrova il suo cuore.

“Le macerie non hanno l’ultima parola”

La Lettera pastorale - che verrà consegnata ufficialmente all'arcidiocesi durante la celebrazione di dedicazione – è molto più di un testo commemorativo: è un manifesto spirituale e civile, in cui l'Arcivescovo Boccardo invita a leggere la ricostruzione come parabola di rinascita personale e comunitaria. L’ascolto, che dà titolo al documento, è il primo passo di questa rinascita. “L’ascolto – scrive – non è semplice udire, ma accogliere con la mente e con il cuore, lasciandosi trasformare interiormente fino all’obbedienza fiduciosa.”

In un tempo “segnato dal frastuono, dalla dispersione e dalla crisi delle radici”, la voce di Benedetto torna a dire che “la vera ricostruzione parte dall’interiorità, da persone e comunità che sanno unire silenzio e ascolto, memoria e apertura al futuro”. La Basilica che rinasce non è dunque soltanto un edificio ricomposto: è un segno teologico, una parabola di ciò che la fede può ancora costruire quando tutto sembra perduto.





Una casa per l’Europa

Nella parte centrale della Lettera, l’Arcivescovo allarga lo sguardo all’Europa contemporanea, che egli descrive come “una casa comune che rischia di ridursi a un insieme di stanze senza un tetto unitario e condiviso”.

Il riferimento a Benedetto, patriarca d’Occidente e maestro di civiltà, diventa un invito a ritrovare le radici spirituali della cultura europea. “Il ritorno a Benedetto non è un gesto di nostalgia – scrive Boccardo – ma un atto di profezia. Senza un’anima, l’Europa si riduce a un’aggregazione funzionale di interessi economici e tecnici.”

Dalla Regola benedettina, l'Arcivescovo trae quattro pilastri che parlano anche al presente:
l’equilibrio tra preghiera e lavoro (ora et labora), come sintesi di un’esistenza unificata attorno a Dio;
la stabilità, antidoto alla precarietà contemporanea;
l’ospitalità, “accogliere ogni ospite come Cristo”;
la lectio divina, “scuola di ascolto e trasformazione del cuore”.

È un linguaggio che intreccia Vangelo e antropologia, spiritualità e civiltà, e che restituisce al cristianesimo europeo il suo ruolo generativo.

Il cantiere e la rinascita

Il percorso di rinascita è stato anche materiale. I lavori, avviati il 16 dicembre 2021, sono durati meno di quattro anni e hanno comportato un investimento di circa 15 milioni di euro, finanziati dal Commissario per la ricostruzione Sisma 2016, dalla Regione Umbria e da Eni Spa. L’intervento, seguito dal Ministero della Cultura e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Umbria, ha permesso di recuperare e ricollocare - “mattone per mattone” – il materiale originario, con l’aggiunta delle più avanzate tecnologie antisismiche.

Oggi, 30 ottobre 2025, nella Sala Digipass di Norcia, viene presentata l’opera conclusa, con gli interventi del ministro Alessandro Giuli, del commissario Guido Castelli, della presidente Stefania Proietti e del sindaco Giuliano Boccanera.

Domani, 31 ottobre, l’arcivescovo Renato Boccardo presiederà la solenne celebrazione eucaristica di dedicazione, con la quale la Basilica di San Benedetto sarà ufficialmente restituita al culto. Accanto al presule concelebreranno una ventina di prelati - tra arcivescovi, vescovi e abati - insieme al clero diocesano. Saranno presenti, fra gli altri, il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, e Dom Jeremias Schröder OSB, abate primate della Confederazione Benedettina.

Per l’occasione, il maestro mons. Marco Frisina ha composto un nuovo inno a San Benedetto, che sarà eseguito per la prima volta durante la liturgia.

L’interno della chiesa presenta un altare, un ambone e una sede nuovi, ornati da pannelli in bronzo con i santi Benedetto e Scolastica. Nel presbiterio è stato collocato il reliquiario del Patrono d’Europa, mentre nel transetto sinistro trova posto l’immagine della Madonna Addolorata, tanto venerata dai nursini. Nella serata di ieri, 29 ottobre, l’abate del monastero di San Benedetto in Monte, Dom Benedetto Nivakoff O.S.B., ha consegnato all’arcivescovo Renato Boccardo il reliquiario di Santa Scolastica, sorella di san Benedetto, custodito dai monaci benedettini. La reliquia è stata collocata nella Basilica di San Benedetto in occasione della celebrazione di dedicazione.

Custodire e proporre

“Una chiesa serve nella misura in cui è abitata e vissuta da una comunità viva”, ha ricordato S.E.R. Mons. Boccardo, sottolineando che il vero compimento della ricostruzione non è nella pietra, ma nella vita di fede che la abiterà.

Gli inviti che Mons. Boccardo affida alla sua Lettera pastorale“Ascolta, figlio mio” rappresentano un vero programma di rinascita spirituale e civile, radicato nella tradizione benedettina ma proiettato nel futuro. La riapertura della Basilica di San Benedetto, spiega l’Arcivescovo, non deve esaurirsi in un gesto celebrativo: è il punto di partenza per una riforma del cuore e della vita comunitaria. Per questo il presule propone alcune iniziative concrete: rendere la lectio divina parte stabile della pastorale, così che la Parola di Dio continui a formare le coscienze e a orientare le scelte; curare la liturgia come primo annuncio del Vangelo, segno di una Chiesa sobria e luminosa; tradurre l’ospitalità benedettina in opere di carità, accogliendo ogni uomo nel bisogno.

Accanto a queste, l’istituzione di un Centro di spiritualità benedettina, luogo di preghiera e formazione, e di una Settimana benedettina annuale per far risuonare nel presente il messaggio del Santo. Infine, un Patto per il lavoro dignitoso, elaborato con le realtà del territorio, per promuovere un’economia fondata sulla giustizia, la fraternità e il rispetto della persona. Non progetti effimeri, ma semi di futuro: segni concreti di una fede che, come le pietre della Basilica, continua a generare civiltà.

Nelle ultime pagine della sua Lettera pastorale, l’Arcivescovo affida all'arcidiocesi un compito preciso: “Custodire e proporre”. Custodire le radici e la memoria, ma proporle con creatività al mondo di oggi, perché “custodire senza proporre è immobilismo, e proporre senza custodire è perdita di radici”.

Norcia torna così ad essere segno di un’Europa che può ancora rinascere dal silenzio, dalle sue macerie e dalla sua fede. Le pietre rimesse una sull’altra reggono solo se il fondamento è solido. Così è della fede e della civiltà europea: senza radici spirituali, ogni costruzione è destinata a crollare. Per questo mons. Boccardo invita a custodire e proporre l’eredità di Benedetto, perché la sua benedizione continui a fecondare la storia e a trasformare il presente in un futuro di speranza.

M.P.
Silere non possum