Castel Gandolfo - Nella serata di ieri Papa Leone XIV ha lasciato il Vaticano per raggiungere Castel Gandolfo, dove ha scelto di trascorrere alcune ore di riposo. Questa sera, uscendo da Villa Barberini, il Pontefice si è intrattenuto pochi minuti con i cronisti presenti, rispondendo a diverse domande che toccano alcuni temi preoccupanti.
Il piano di Trump per Gaza
Dopo settimane di indiscrezioni, la Casa Bianca ha presentato un articolato piano in venti punti con l’obiettivo di porre fine al conflitto a Gaza, liberare gli ostaggi nelle mani di Hamas e delineare il futuro dell’enclave palestinese. Al fianco del presidente Donald Trump, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accolto con prudenza la proposta, definendola una base di lavoro.
Il documento prevede, tra l’altro, la smilitarizzazione di Gaza, la creazione di un comitato di transizione con la supervisione internazionale, un massiccio programma di ricostruzione finanziato da partner regionali e la restituzione graduale del territorio sotto controllo di una forza internazionale di stabilizzazione. Sono fissate anche condizioni precise per la liberazione degli ostaggi e il rilascio di prigionieri palestinesi, insieme a garanzie umanitarie e prospettive di sviluppo economico. Chiamato a commentare la proposta, Papa Leone XIV ha espresso un cauto incoraggiamento: «Speriamo che accettino, finora sembra che sia una proposta realista. È importante che ci sia un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Spero che Hamas accetti nei tempi stabiliti».
La questione della “Flottila”
A proposito delle iniziative umanitarie per Gaza, Leone XIV ha richiamato i rischi di un’operazione che, pur animata da intenzioni umanitarie, resta segnata da forti tensioni: «È molto difficile. È un desiderio di rispondere a un’emergenza umanitaria ma ci sono tanti elementi che da tutte le parti mettono in guardia. Si spera che non ci sia violenza e che siano rispettate le persone».
Il riferimento è alla Global Sumud Flotilla, una flotta di 44 barche con circa 300 attivisti a bordo, partita dalla Spagna e ora in navigazione nel Mediterraneo orientale. L’obiettivo dichiarato è rompere il blocco navale imposto da Israele alla Striscia di Gaza dal 2009 e consegnare beni di prima necessità alla popolazione palestinese. Secondo gli organizzatori, si tratta di un gesto politico oltre che umanitario, volto a denunciare una misura che, dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023, ha aggravato la crisi alimentare e sanitaria nella Striscia.
Israele ha sempre impedito alle imbarcazioni di simili missioni di raggiungere la costa, in passato anche con operazioni violente, e ha già annunciato che agirà per bloccare la Flotilla, considerata una minaccia alla sicurezza. Sul piano giuridico, la questione rimane controversa: molte organizzazioni internazionali ritengono che l’abbordaggio di navi civili in acque internazionali sia illegale, mentre Israele richiama il diritto di guerra marittima sancito dal Manuale di San Remo. A complicare ulteriormente la situazione, diverse navi militari europee – tra cui la fregata italiana Alpino e un’unità spagnola – stanno seguendo la rotta della Flotilla con funzioni di monitoraggio, ma senza intenzione di intervenire contro Israele. Anche per questo, il rischio di uno scontro diretto resta alto, e il richiamo del Pontefice alla prudenza appare particolarmente significativo.
Le dichiarazioni del segretario alla Difesa USA
Il Pontefice ha preso posizione anche sulle dichiarazioni del nuovo capo del Pentagono, Pete Hegseth, che a Quantico, davanti a centinaia di generali americani, ha invitato a «prepararsi alla guerra e vincerla», rivendicando la pace «attraverso la guerra» e salutando la recente decisione di Donald Trump di rinominare il Dipartimento della Difesa come Dipartimento della Guerra, ripristinando la denominazione precedente al 1947. «Questa forma di parlare è preoccupante perché dimostra un aumento delle tensioni. Questo vocabolario, anche di cambiare “ministero della difesa” in “ministero della guerra”, è pericoloso. Spero che sia solo un modo di dire. Certo è uno stile di governo che vuole mostrare la forza per impressionare. Speriamo funzioni, ma che non ci sia la guerra», ha commentato Leone XIV.
Il processo vaticano sui fondi della Segreteria di Stato
Leone XIV è tornato a esprimersi anche sul procedimento penale in corso Oltretevere: «La prima cosa è che il processo deve andare avanti nell’iter giudiziario. Io non ho intenzione di interferire. Ci sono i giudici, le persone preparate, gli avvocati della difesa: speriamo che vada in porto».
Non è la prima volta che il Papa affronta l’argomento. Nel libro-intervista pubblicato nei giorni scorsi, aveva infatti osservato: «Dobbiamo evitare le cattive decisioni prese negli ultimi anni. Grande pubblicità è stata data all’acquisto di quell’edificio a Londra, in Sloane Avenue, e a quanti milioni si sono persi per quella vicenda. Già durante il tempo di Francesco furono prese misure significative per stabilire nuovi controlli e contrappesi sul funzionamento delle operazioni finanziarie. Ci sono state cose molto positive in questo senso, e i risultati cominciano a vedersi».
La polemica sul cardinale Cupich e il senatore Durbin
Un’ultima domanda ha riguardato la polemica sorta negli Stati Uniti intorno al cardinale Blase Cupich, criticato da ambienti cattolici conservatori per aver conferito un riconoscimento al senatore Richard Durbin, da tempo nel mirino per le sue posizioni sull’aborto. Il Pontefice ha risposto invitando a una visione più ampia e rispettosa: «Chi dice “sono contro l’aborto”, ma a favore della pena di morte, non è veramente pro-vita. Chi afferma di essere contro l’aborto ma è d’accordo con il trattamento disumano degli immigrati, non so se sia davvero pro-vita. Sono questioni molto complesse e credo che l’operato di un senatore vada valutato complessivamente, per il lavoro svolto in quarant’anni. Non credo che qualcuno abbia tutta la verità su questi temi, ma chiederei maggiore rispetto reciproco. Cerchiamo insieme, come cittadini e come cattolici, di esaminare attentamente queste questioni etiche e trovare la strada da seguire. L’insegnamento della Chiesa su ciascuna di queste questioni è molto chiaro».
Il Santo Padre è poi partito per fare rientro nello Stato della Città del Vaticano dove domattina riprenderà le attività previste in agenda.
d.M.B.
Silere non possum