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Città del Vaticano, 9 maggio 2025 – L’elezione di Robert Francis Prevost al soglio pontificio con il nome di Leone XIV è avvenuta in un clima definito da molti cardinali “sereno e unanime”. Il Sacro Collegio si è rapidamente convinto che fosse lui il nome suggerito dal Signore per succedere a San Pietro. A differenza delle speculazioni circolate nei media nelle ore precedenti, l’elezione è maturata in tempi molto rapidi, in meno di 24 ore. “Durante il pranzo dell’8 maggio ci siamo confrontati con più schiettezza, ma quello – come sapete – era un nome che diversi di noi portavano in cuore”, ha riferito un cardinale presente in Sistina.

Le ricostruzioni giornalistiche che parlavano di scontri o strategie tra nomi come Matteo Zuppi, Pierbattista Pizzaballa o Pietro Parolin non trovavano alcun riscontro reale neppure prima dell'ingresso in Sistina. “Sono le solite narrazioni di chi non sa leggere gli eventi ecclesiali”, ha dichiarato un porporato. “Nessuno combatteva per convergere i voti, come se fossimo in un congresso politico. Il nome di Prevost ha messo d’accordo molti, veramente molti, proprio per le sue qualità: mitezza, capacità di ascolto, pragmatismo, fede profonda, spiritualità autentica. È un uomo dell’unità, non della divisione”.

Durante le Congregazioni generali, il suo intervento si è distinto per equilibrio e sobrietà. “Non ha cercato di emergere né di suggerire un proprio ruolo, ma ha confermato ciò che tutti avevamo già percepito: è una figura accogliente, affabile, sorridente. Un uomo capace di agire, di governare, ma senza mai dividere”, spiega un suo confratello. Anche l’atmosfera nel momento dell’elezione ha rispecchiato questa consapevolezza condivisa: “Quando ci siamo affacciati alle logge, era evidente che eravamo sinceramente contenti della scelta”, racconta uno di loro.

Perchè Leone XIV?

La sera dell’elezione, Papa Leone XIV ha cenato a Casa Santa Marta con tutti i membri del Collegio cardinalizio. Più tardi è passato brevemente nel suo appartamento presso l’ex Sant’Uffizio, dove si era trasferito solo cinque settimane prima, per recuperare alcuni effetti personali. Anche il giorno seguente lo ha fatto. Durante la cena dell'8 maggio, ha voluto sedere accanto a cardinali provenienti da ogni continente: un indiano, un serbo, un cileno, un africano e il Camerlengo, Kevin Farrell.

Nel corso della serata, il cardinale africano gli ha chiesto il motivo della scelta del nome Leone XIV. Il Papa ha spiegato che la decisione è legata a Leone XIII per due ragioni fondamentali. La prima è il valore fondativo della Rerum Novarum, la prima enciclica che ha sistematizzato la Dottrina sociale della Chiesa: “A partire da quel testo si è generato un percorso dottrinale che ha dato forma a un intero compendio. Il tema del lavoro e delle condizioni in cui vivono i lavoratori mi sta profondamente a cuore”, ha detto il Pontefice.

La seconda ragione è legata alla vicinanza spirituale e affettiva: Leone XIII nacque a Carpineto Romano, dove sorgeva un convento agostiniano. Lì Leone XIII crebbe e lì è nata anche la sua vocazione. 

Il Convento di Sant’Agostino a Carpineto Romano, fondato nel XIII secolo e originariamente dedicato a Sant’Antonio Abate, è passato nel XIV secolo agli Eremitani di Sant’Agostino. Gli Agostiniani vi rimasero fino all’epoca napoleonica, quando il complesso fu confiscato. Successivamente, fu riacquistato dalla famiglia Pecci: fu proprio Gioacchino Pecci, futuro Leone XIII, ad ampliarne la chiesa e il convento, trasformando quest’ultimo in un ospedale. Dopo alcuni problemi logistici, il complesso fu riconsegnato agli Agostiniani, che ancora oggi ne hanno cura.

Al suo interno si conservano portali del XIII-XIV secolo, con leoni stilofori, sculture religiose e simboliche, epigrafi e affreschi. Il presbiterio ospita una pala d’altare di Sant’Agostino e un catino absidale affrescato da Tito Troja, che raffigura il trionfo dell’ordine agostiniano e la liberalità di Leone XIII. Un organo svizzero, dono della diocesi di San Gallo, completa la ricchezza artistica del complesso, che sorge nell’omonima via del borgo laziale.

La scelta di Leone XIV appare dunque come il frutto di una convergenza spontanea, spirituale e profonda, più che di equilibri tattici o pressioni esterne. Un Papa figlio di Sant’Agostino, fedele alla tradizione e consapevole delle sfide sociali del nostro tempo.

p.J.R.
Silere non possum