Città del Vaticano - Nel giorno dedicato ai Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, il 29 settembre 2025, Papa Leone XIV ha firmato una nuova Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio, dal titolo Coniuncta cura, che oggi viene resa pubblica. Il documento interviene in modo significativo sulla struttura delle attività di investimento finanziario della Santa Sede, segnando un passo importante nella riorganizzazione della macchina economica vaticana.
Dalla corresponsabilità alla comunione
Nel testo, Leone XIV richiama esplicitamente uno dei principi chiave della riforma curiale voluta da Papa Francesco con la Costituzione Praedicate Evangelium (19 marzo 2022): la “corresponsabilità nella communio”. Questa, spiega il Pontefice, deve essere la base di ogni servizio reso alla Santa Sede, anche nell’ambito della gestione economico-finanziaria. L’obiettivo è quello di consolidare norme e competenze, favorendo una “dinamica di mutua collaborazione” tra le istituzioni vaticane coinvolte.
Abrogato il Rescriptum del 2022
Con la nuova Lettera Apostolica, Leone XIV abroga il Rescriptum ex Audientia SS.mi del 23 agosto 2022 firmato da Papa Francesco, intitolato Istruzione sull’amministrazione e gestione delle attività finanziarie e della liquidità della Santa Sede e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede. Quel documento aveva affidato un ruolo di controllo accentrato all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), con l’obbligo per tutti i dicasteri e gli enti di trasferire i propri fondi all’interno dei conti gestiti dall’istituzione.
APSA e IOR, asse centrale della nuova gestione
Il nuovo Motu Proprio conferma la competenza generale dell’APSA sulle attività di investimento, ma specifica che, nel realizzarle, essa “fa effettivo uso della struttura organizzativa interna dell’Istituto per le Opere di Religione (IOR)”. Si tratta di un passaggio che riafferma il ruolo operativo della cosiddetta “banca vaticana”, pur lasciando la possibilità – “ove più efficiente o conveniente” – di ricorrere a intermediari finanziari esterni, anche stabiliti in altri Stati, previa valutazione del Comitato per gli Investimenti.
Una politica d’investimento vincolata all’etica
Tutte le attività di investimento della Santa Sede dovranno ora essere pienamente conformi alle disposizioni del Comitato per gli Investimenti, nel rispetto della Politica di investimento approvata. Questo implica non solo un criterio di prudenza e sostenibilità, ma anche una valutazione etica e morale delle scelte finanziarie, coerente con la missione ecclesiale e sociale della Chiesa.
Un segnale di revisione
Pur nel solco tracciato da Praedicate Evangelium, il documento di Leone XIV introduce una correzione di rotta rispetto all’impianto fortemente centralizzato del 2022. «Una richiesta giunta anche dal Sacro Collegio e che abbiamo avanzato al Papa facendogli notare le storture di alcune scelte ideologiche adottate negli anni scorsi», fa notare un porporato di Curia. Il Papa intende promuovere una “responsabilità condivisa” che eviti tanto la dispersione quanto la concentrazione del potere economico, restituendo chiarezza di ruoli e una maggiore trasparenza interna. La lettera apostolica, pubblicata oggi su L’Osservatore Romano e destinata agli Acta Apostolicae Sedis, entra in vigore immediatamente. È il primo Motu Proprio del pontificato di Leone XIV e riguarda un tema cruciale: le finanze vaticane. «Il Papa ha riconosciuto che alcune cose andavano certamente sistemate» – ha confidato nei giorni scorsi un prelato a conoscenza del dossier economico – lasciando intendere che il Pontefice intenda riportare ordine e coerenza nel complesso sistema amministrativo della Santa Sede. Con questo intervento legislativo, Leone XIV segna l’inizio di una nuova stagione di governo, nella quale l’economia della Chiesa è chiamata a ritrovare la sua vera vocazione: essere strumento di comunione, non di potere.
p.F.A.
Silere non possum