Città del Vaticano – Questa mattina nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Papa Leone XIV ha ricevuto in udienza la comunità del Pontificio Collegio Portoghese di Roma, in occasione del 125° anniversario della fondazione. Un incontro denso di memoria e di prospettiva, nel quale il Pontefice ha ripercorso le radici di un’istituzione nata “per formare pastori dal cuore saggio e competente”, come scriveva Leone XIII nella Lettera Apostolica istitutiva del Collegio, datata 20 ottobre 1900.
Il Papa ha salutato i presenti: «Sono lieto di accogliervi in questo giorno che, 125 anni fa, ha visto nascere il Pontificio Collegio Portoghese. Infatti il Papa Leone XIII, mosso dal bene spirituale che i Vescovi portoghesi, con la formazione a Roma del proprio clero, intravedevano per le loro Diocesi, lo ha fondato al termine di un percorso nel quale hanno svolto un ruolo importante i Visconti di São João da Pesqueira. Guardando dunque indietro e pensando alla fondazione del vostro Collegio, troviamo insieme chierici e laici, uniti nel medesimo cammino, impegnati per gli stessi obiettivi, affinché si potesse meglio favorire l’annuncio del Vangelo».
Una casa universale nel cuore della Chiesa
Situato in Via Nicolò V, a pochi passi dal Vaticano, il Pontificio Collegio Portoghese accoglie sacerdoti provenienti dal Portogallo, dai Paesi lusofoni e da vari continenti, impegnati negli studi presso le Pontificie Università Romane. È una “casa universale”, come la definì san Giovanni Paolo II nel 1985, che unisce la ricchezza delle culture locali alla comunione ecclesiale.
«Vivere questa esperienza – ha detto Leone XIV – significa imparare l’arte dell’ascolto, così importante per l’unità tra i discepoli del Signore. Quando ci mettiamo in ascolto dello Spirito che parla in ogni fedele, distinguiamo con maggiore chiarezza i segni dei tempi e collaboriamo alla costruzione del Regno».
Il Papa ha ricordato che la fondazione del Collegio avvenne in un anno giubilare, quello del 1900, e ha colto l’occasione per riflettere sulle due dimensioni che ogni Giubileo richiama: l’universalità della Chiesa e la misericordia divina.
“L’anno santo – ha detto – intensifica la consapevolezza di appartenere a una Chiesa universale, policroma nell’unità e polifonica nella comunione. Ma richiama anche la coscienza del dono della misericordia, che scaturisce dal Cuore di Cristo.”

Il Cuore di Cristo, scuola di misericordia
Il Sacro Cuore di Gesù è da sempre il centro spirituale del Collegio, che gli fu consacrato fin dall’origine e ne reca l’immagine nello stemma. Leone XIV ha invitato gli studenti a rinnovare tale consacrazione: “Continuate ad affidare la vostra vita al Cuore del Signore; imparate da Lui la misericordia. Un Collegio consacrato al Cuore di Cristo è scuola della divina misericordia, dove si diventa veri teologi ascoltando il palpito dell’amore di Dio.”
Da quel Cuore, ha proseguito, nasce anche la configurazione del sacerdote al Buon Pastore: «Non basta avere un cuore di carne, umano e saggio; occorre un cuore come quello di Gesù, sempre unito al Padre, appassionato della Chiesa e pieno di compassione». Gli studenti hanno donato al Pontefice un piatto commemorativo recante gli stemmi di Leone XIII, del Pontificio Collegio Portoghese e lo stemma personale di Leone XIV.
Una storia segnata dalla carità e dal coraggio
Nel corso di 125 anni, più di 1200 sacerdoti, 86 vescovi e 8 cardinali sono passati per il Collegio. Ma la sua storia non è fatta solo di numeri: è una storia di fede concreta, di accoglienza e coraggio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il rettore padre Joaquim Carreira offrì rifugio a circa 40 ebrei perseguitati, salvandoli dalla deportazione. Per questo gesto, nel 2015 gli è stato riconosciuto da Yad Vashem il titolo di Giusto tra le Nazioni.
Quell’esperienza di fraternità fece guadagnare al Collegio il titolo di “Casa di Vita”, un nome che oggi risuona come eredità e responsabilità. “Costruite una casa collegiale accogliente, come dev’essere la Chiesa, ha esortato il Papa. Non un albergo o una pensione, ma una comunità viva, capace di generare amicizia e comunione.”
Le religiose: maternità spirituale e discrezione
Il Santo Padre ha poi rivolto un pensiero di gratitudine alle Suore Francescane della Madonna delle Vittorie, che da cinquant’anni servono la comunità con spirito di preghiera e dedizione. “La maternità spirituale che offrite – ha detto – è discreta ma non nascosta a Dio. Nessuno può sostituire la vostra vicinanza.”
Formare pastori dal cuore saggio
La missione del Collegio resta oggi quella di formare sacerdoti maturi, in grado di unire studio, preghiera e servizio. “Qualunque sia la specializzazione accademica – ha ricordato il Papa – rimanga sempre prioritaria la crescita nella consacrazione sacerdotale, attraverso l’esperienza amorosa di un Dio vicino e fedele.”
Al termine dell’udienza, Leone XIV ha affidato tutti alla Madonna di Fatima, invitando a pregare il Rosario per la pace e per la Chiesa: “Pregate anche per me – ha concluso –. Dio vi benedica.”
p.G.T.
Silere non possum