Roma – Questa sera, nella Basilica romana di Sant’Agostino in Campo Marzio, Papa Leone XIV ha presieduto la Santa Messa di apertura del 188° Capitolo Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, alla presenza del Priore Generale, padre Alejandro Moral Antón, dei vescovi agostiniani e dei religiosi giunti da ogni parte del mondo.
All’inizio della celebrazione, il Pontefice ha voluto rivolgere un breve saluto in lingua inglese, quasi a introdurre il tema che avrebbe poi sviluppato nell’omelia:
«Pregate per ricevere il dono dello Spirito Santo! Non necessariamente il dono di parlare tutte le lingue, ma quello di ascoltare, di essere umili e di promuovere l’unità, all’interno dell’Ordine e attraverso l’Ordine, nella Chiesa e nel mondo».
L’omelia: tre spunti agostiniani
Nel cuore della sua omelia, Papa Leone XIV ha offerto ai religiosi tre piste di riflessione che, più che formule astratte, si presentano come atteggiamenti concreti da coltivare, in particolare nei giorni del Capitolo.
La prima è l’ascolto. Il Pontefice ha ricordato che lo Spirito Santo non si manifesta solo in segni straordinari, ma parla in profondità, nei penetralia cordis, e si lascia riconoscere anche attraverso i fratelli e le circostanze della vita. Per questo, ha sottolineato, il Capitolo non può ridursi a un confronto di strategie o di opinioni, ma deve diventare un tempo in cui lo Spirito abbia davvero il “sopravvento abbondante e irresistibile” su ogni calcolo umano. Solo in questo clima di ascolto – di Dio e degli altri – il discernimento potrà essere autentico.
La seconda indicazione riguarda l’umiltà. Citando il profeta Isaia – «quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le vie di Dio sovrastano le nostre» – il Papa ha richiamato i presenti a riconoscere i propri limiti. Nessuno, ha osservato, può pensare di possedere da sé tutte le risposte. Il compito del religioso non è imporre la propria visione, ma condividere ciò che ha ricevuto e accogliere con fede ciò che il Signore suggerisce attraverso vie spesso inattese. L’umiltà diventa così la condizione per lasciare che lo Spirito “insegni” e “ricordi” le parole di Cristo.
Infine, il Pontefice ha posto con forza l’accento sull’unità, presentandola come il vero criterio di verifica del lavoro capitolare. Richiamando Sant’Agostino, ha spiegato che se a Pentecoste il segno della presenza dello Spirito furono le lingue diverse parlate dagli apostoli, oggi lo stesso segno si riconosce nell’amore per l’unità. Dove c’è divisione – ha ammonito – non può esserci lo Spirito di Dio; dove invece i cuori aderiscono all’unità “attraverso una carità sincera”, lì si manifesta la sua azione.

Una consegna per l’Ordine e per la Chiesa
Il Santo Padre ha concluso ricordando che l’unità deve essere criterio di verifica del lavoro capitolare: «Ciò che unisce è da Lui, ciò che divide non può esserlo». L’omelia si è chiusa con un invito a custodire nella preghiera la supplica della liturgia: «Lo Spirito Paraclito illumini le nostre menti e, secondo la promessa del Figlio, ci guidi a tutta la verità».
Il 188° Capitolo Generale degli Agostiniani, che si svolge a Roma fino al 18 settembre, sarà chiamato a eleggere il nuovo Priore Generale e a tracciare le linee per la vita e la missione dell’Ordine nei prossimi anni.
p.A.D.
Silere non possum