Città del Vaticano – Come già raccontato in un nostro precedente articolo, nelle scorse settimane Papa Leone XIV ha concesso una lunga intervista alla giornalista Elise Ann Allen, corrispondente senior di Crux, in occasione della pubblicazione della biografia León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI (“Leone XIV: cittadino del mondo, missionario del XXI secolo”).
Nella seconda parte dell’intervista, raccolta all’interno del volume, il Pontefice affronta alcuni temi delicati, tra cui la questione dei cattolici omosessuali.
«Quello che cerco di dire – ha spiegato – è esattamente ciò che Francesco aveva espresso con chiarezza nel suo “todos, todos, todos”. Tutti sono invitati a entrare. Ma non accolgo una persona in base alla sua identità, né perché ne abbia una definita o meno. L’accolgo perché è figlio, è figlia di Dio».
Il Papa ha precisato di non avere, per ora, un piano concreto per un coinvolgimento diretto delle persone omosessuali ma ha ribadito l’importanza di una inclusione autentica, senza rinunciare alla custodia della famiglia tradizionale, fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Ha inoltre denunciato quella che ha definito una “ossessione” tipicamente occidentale per la sessualità, richiamando le parole di un cardinale orientale che, durante il Sinodo sulla sinodalità voluto da Papa Francesco, aveva osservato: «Il mondo occidentale è fissato, ossessionato dal tema della sessualità».
«Per alcuni – ha osservato Leone XIV – l’identità di una persona coincide interamente con quella sessuale, mentre in altre parti del mondo non è questo l’aspetto primario attraverso cui ci si relaziona agli altri». Questa consapevolezza, ha aggiunto, rimane «sullo sfondo dei miei pensieri, perché – come si è visto al Sinodo – qualunque questione legata al tema LGBTQ divide profondamente all’interno della Chiesa». Per questo, il Papa ha chiarito di voler evitare di alimentare ulteriori contrapposizioni: «Cerco di non continuare a polarizzare né a favorire la polarizzazione nella Chiesa. Tutti sono invitati, ma non per la loro identità: sono accolti come figli e figlie di Dio».
E ha concluso con un invito: «Siete tutti i benvenuti. Impariamo a conoscerci e a rispettarci». Le questioni più specifiche, ha infine precisato, potranno emergere e saranno affrontate in seguito. Consapevole delle attese di chi vorrebbe un cambiamento dottrinale sull’omosessualità, Leone XIV ha risposto: «Credo che prima ancora di cambiare quello che la Chiesa insegna su una determinata materia, dobbiamo cambiare gli atteggiamenti». «Ritengo altamente improbabile, almeno nel futuro prossimo, che la dottrina della Chiesa cambi riguardo all’insegnamento sulla sessualità o sul matrimonio», ha detto, confermando l’intenzione di «continuare a parlare del valore della famiglia come unione di un uomo e di una donna in un vincolo solenne, benedetto nel sacramento del matrimonio».
Ha riconosciuto che anche solo ribadire questo suscita reazioni negative in alcuni ambienti, e ha criticato quei gruppi ecclesiali dell’Europa del Nord che già organizzano riti di benedizione per coppie omosessuali: «Queste pratiche contraddicono direttamente quanto stabilito da Fiducia Supplicans, il documento approvato da Papa Francesco, che afferma sì la possibilità di benedire le persone, ma non di ritualizzare unioni che la Chiesa non riconosce come matrimonio». «Questo non significa che quelle persone siano cattive – ha chiarito – ma è fondamentale imparare ad accogliere chi è diverso da noi, a rispettare le scelte di vita degli altri».
Il Papa ha riconosciuto che il tema LGBTQ si fa particolarmente acceso quando si parla di riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso o la questione del transgenderismo. «Le persone vanno accolte e ricevute – ha detto – i confessori ascoltano da sempre le vite più diverse e non giudicano, ma per ora l’insegnamento della Chiesa resta invariato».
Il Pontefice, rispondendo a una domanda, ha ribadito che insieme all’accoglienza e al rispetto occorre sostenere «quella che chiamano la famiglia tradizionale»: «La famiglia è padre, madre e figli. Credo che il ruolo della famiglia nella società, che negli ultimi decenni ha sofferto, vada nuovamente riconosciuto e rafforzato». Si è domandato se la polarizzazione che oggi divide le società moderne non dipenda anche dal fatto che molti crescono senza un contesto familiare solido. «La famiglia è il primo luogo in cui si impara ad amare e rispettare gli altri, a convivere con chi la pensa diversamente, a creare legami di comunione», ha detto.
Il Papa ha denunciato: «Se togliamo questo mattone fondamentale, diventa difficile apprendere altrove queste dinamiche».
Leone XIV ha voluto richiamare anche la propria esperienza personale: «Sono convinto che ciò che sono oggi lo devo al rapporto straordinario che ho avuto con mio padre e mia madre, uniti in un matrimonio felice per oltre quarant’anni». «Ancora oggi, questo si riflette nei rapporti con i miei fratelli: restiamo molto legati, pur avendo idee politiche diverse. Crescere in una famiglia solida è stato decisivo per la mia formazione e continua a esserlo per ciò che posso essere oggi».
f.R.A.
Silere non possum