Città del Vaticano – Questo 2 ottobre 2025 la Guardia Svizzera Pontificia ha aperto le porte delle proprie caserme per presentare alla stampa un importante aggiornamento: la nuova divisa di rappresentanza, detta anche uniforme di “Mezza Gala”. L’occasione, inserita nel programma delle celebrazioni che culmineranno con il giuramento annuale delle reclute il 4 ottobre, ha voluto unire memoria storica, simboli di fedeltà e uno sguardo al futuro della più antica armata permanente del mondo.

La presentazione della nuova uniforme

Alle ore 15, presso la Cantina degli Ospiti della Caserma, il comandante colonnello Christoph Graf, affiancato dal vice-comandante tenente colonnello Loïc Rossier e dagli ufficiali capitani Lorenz Keusch e Christian Kühne, ha illustrato alla stampa la nuova veste ufficiale del Corpo.A guidare i giornalisti attraverso i dettagli tecnici è stato anche il caporale Eliah Cinotti, portavoce del Corpo.

La nuova uniforme si colloca a metà strada tra la divisa operativa e quella di Gran Gala:
nera in lana, con bottoni dorati leggermente più grandi rispetto all’originale ottocentesco;
cintura gialla e bianca, i colori della Santa Sede;
colletto alla Mao, in linea con il modello storico;
priva delle spalline dorate;
sostituzione dell’elmo con un copricapo in stile tedesco.

È stata definita un ritorno fedele a un modello storico, già in uso nel XIX secolo e dismesso nel 1976. Tentativi di aggiornamento compiuti negli anni scorsi non avevano convinto, spingendo il Corpo a commissionare una riproduzione più vicina all’originale. Un benefattore anonimo ha coperto i costi, stimati in circa 2.000 euro per ciascun esemplare. Attualmente ne sono stati confezionati solo nove, riservati agli ufficiali più alti in grado. La manifattura è avvenuta in Svizzera, a Rothenthurm (SZ). La divisa verrà indossata ufficialmente per la prima volta il 3 ottobre, in occasione del ricevimento di gala alla vigilia del giuramento.

Il solenne giuramento 2025

La nuova uniforme fa da preludio al momento più atteso: il giuramento delle reclute, che quest’anno si terrà sabato 4 ottobre alle ore 17 nel Cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico . La data, solitamente fissata al 6 maggio in ricordo del Sacco di Roma del 1527, è stata spostata a causa della morte di Papa Francesco in aprile e del successivo conclave che ha portato all’elezione di Papa Leone XIV.

Saranno 27 i giovani elvetici a prestare giuramento sulla bandiera del Corpo, pronunciando la formula tradizionale che li vincola a servire fedelmente e, se necessario, a sacrificare la propria vita in difesa del Papa regnante e dei suoi successori.

Alla cerimonia saranno presenti numerose autorità. A rappresentare il Santo Padre ci sarà il Sostituto per gli Affari Generali, S.E.R. Mons. Edgar Peña Parra. Dalla Svizzera giungerà una delegazione particolarmente nutrita, guidata dalla Presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, insieme alla Presidente del Consiglio Nazionale Maja Riniker, al Presidente del Consiglio degli Stati Andrea Caroni e al Capo dell’Esercito, il comandante di corpo Thomas Süssli. Non mancherà inoltre la voce della Chiesa svizzera con S.E.R. Mons. Joseph Bonnemain, vescovo di Coira e vicepresidente della Conferenza Episcopale, mentre il Cantone ospitante di quest’anno, l’Uri, sarà rappresentato dal suo governo cantonale.

La giornata inizierà con la Santa Messa alle ore 7.30 in San Pietro, presieduta dal cardinale segretario di Stato, S.E.R. il Signor Cardinale Pietro Parolin.

Un corpo unico nella storia

Fondata nel 1506 da Papa Giulio II, la Guardia Svizzera è oggi un’istituzione che coniuga fedeltà militare e servizio simbolico. Le celebrazioni del giuramento rievocano l’eroico sacrificio dei 147 alabardieri che il 6 maggio 1527 difesero Papa Clemente VII durante il Sacco di Roma, segnando con il sangue la storia della città eterna. Il Corpo conta circa 135 uomini, in servizio permanente, responsabili della sicurezza del Pontefice, dei palazzi apostolici e delle cerimonie pontificie. La loro presenza non è solo militare, ma anche profondamente simbolica e spirituale: la Guardia rappresenta la continuità di una fedeltà ininterrotta di oltre cinque secoli.

Verso una nuova caserma

Accanto al cerimoniale, l’attenzione di questi giorni si concentra anche sul futuro della caserma della Guardia, che versa in condizioni ormai obsolete. L’attuale complesso, frutto di sovrapposizioni ottocentesche e novecentesche, presenta forti limiti: stanze anguste, mancanza di servizi igienici individuali, problemi strutturali legati all’umidità e alle acque sotterranee.

Per questo, dal 2017 è in corso un progetto di riqualificazione architettonica, elaborato dagli studi Durisch + Nolli e Schnetzer Puskas. L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione svizzera per la ristrutturazione della Caserma, guidata dal Dr. Jean-Pierre Roth, ex presidente della Banca Nazionale Svizzera.

I punti centrali del progetto:

demolizione e ricostruzione di due ali della caserma, con conservazione e restauro delle facciate di pregio;
nuovi alloggi moderni e funzionali: 98 camere per reclute, 11 studi per sottufficiali e 22 appartamenti per guardie sposate;
spazi comuni per mensa, sport, riunioni, museo della Guardia e armeria;
valorizzazione del Passetto di Borgo e della Porta Sancti Petri, con la riapertura della storica Via del Pellegrino;
attenzione alla sostenibilità ambientale, con impianti a basso consumo e sistemi di raccolta delle acque.

Il progetto, già valutato positivamente dagli esperti dell’UNESCO, ICOMOS e ICCROM, è considerato coerente con la tutela del patrimonio mondiale e potrà restituire dignità e funzionalità a uno spazio vitale della Città del Vaticano.

Una sfida finanziaria e culturale

Ad oggi sono stati raccolti circa 48 milioni di euro tra donazioni e promesse di finanziamento, ma l’aumento dei costi edilizi a Roma rende necessario un ulteriore sforzo. La Fondazione lancerà nel 2026 una nuova campagna di raccolta fondi, con l’obiettivo di avviare i lavori entro il 2027. Il cantiere durerà circa tre anni: il trasferimento della Guardia è previsto per il 2029 e l’inaugurazione ufficiale per il 2030. Tuttavia, la complessità del sito – tra vincoli storici, archeologici e strutturali – potrebbe allungare i tempi.

Acriter et fideliter

Tra la nuova divisa di Mezza Gala, il giuramento solenne delle reclute e il progetto della nuova caserma, la Guardia Svizzera Pontificia si conferma una istituzione capace di coniugare tradizione e innovazione. Ogni gesto, ogni simbolo, rimanda a una fedeltà che si rinnova di generazione in generazione, e che oggi guarda al futuro con la responsabilità di custodire non solo il Sommo Pontefice, ma anche una parte viva e insostituibile del patrimonio storico e spirituale della Chiesa Cattolica.

La Fondazione invita a sostenere concretamente questo progetto, con donazioni che possano contribuire a dare una casa più dignitosa ai custodi del Pontefice. Un appello che è insieme culturale e spirituale: partecipare alla salvaguardia di un’istituzione che da oltre 500 anni è segno di dedizione assoluta.

M.P.
Silere non possum