Città del Vaticano – La Basilica di San Pietro si prepara ad accogliere il mondo intero per un evento di portata storica: l’inizio del ministero petrino di Leone XIV, Vescovo di Roma e Successore dell’Apostolo Pietro. Alla Celebrazione Eucaristica di domani prenderanno parte oltre 150 delegazioni internazionali, capi di Stato, sovrani, autorità religiose e rappresentanti di diverse confessioni, in un abbraccio globale che sottolinea la dimensione universale del ministero papale.

Tra i momenti più significativi della liturgia, vi sarà il rito dell’obbedienza al nuovo Papa, un gesto carico di significato ecclesiale e simbolico, che vedrà protagonista, tra gli altri, il cardinale Francis Leo, arcivescovo metropolita di Toronto. Insieme a lui, testimonieranno la fedeltà al Vescovo di Roma anche i cardinali Jaime Spengler O.F.M., arcivescovo metropolita di Porto Alegre (Brasile) e John Ribat M.S.C., arcivescovo metropolita di Port Moresby (Papua Nuova Guinea), il vescovo peruviano Luis Alberto Barrera Pacheco M.C.C.I., vescovo di Callao, un sacerdote, un diacono, due religiosi – tra cui suor Oonah O’Shea, recentemente eletta presidente dell’UISG, e padre Arturo Sosa S.I., preposito generale della Compagnia di Gesù – una coppia di sposi e due giovani.

Il significato del rito dell’obbedienza

Il rito dell’obbedienza non è una mera formalità: rappresenta il legame di comunione e corresponsabilità ecclesiale con il nuovo Pontefice. I rappresentanti del popolo di Dio – vescovi, sacerdoti, religiosi e laici – si fanno portavoce dell’intera Chiesa e si pongono davanti al Papa non solo come sudditi, ma come figli e fratelli nella fede, riconoscendo in lui il “fondamento visibile dell’unità” (Lumen gentium, 23). Questo gesto, che assume valore pastorale e spirituale, è radicato nelle Scritture: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,18).


I riti liturgici dell’inizio del ministero

La Messa di domani sarà caratterizzata da una solenne liturgia che mette in luce la dimensione petrina del ministero del Vescovo di Roma. Il Papa riceverà il Pallio – antica insegna episcopale che simboleggia il Buon Pastore – dal cardinale Dominique Mamberti, dell’ordine dei diaconi, mentre il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, della Repubblica Democratica del Congo, invocherà con una speciale preghiera la benedizione del Signore. Il cardinale Luis Antonio Tagle, filippino, consegnerà al Papa l’Anello del Pescatore, segno del suo servizio e del mandato affidatogli da Cristo.

Un’ora prima dell’inizio della celebrazione, Leone XIV attraverserà in jeep Piazza San Pietro, salutando i reparti e i pellegrini giunti da tutto il mondo. Al termine della Messa, si recherà all’Altare della Confessione, per sostare in preghiera davanti alla tomba dell’Apostolo Pietro e salutare le delegazioni ufficiali.

Una liturgia tra memoria e speranza

Il rito si svolgerà nella V Domenica di Pasqua, in un clima di gioia e risurrezione. Il Vangelo proclamato (Gv 21, 15-19) rievocherà il dialogo tra Cristo risorto e Pietro: «Mi ami tu più di costoro?… Pasci le mie pecorelle». È da questo interrogativo che prende forma il ministero petrino: non da una rivendicazione di potere, ma da una chiamata all’amore umile e fedele. Presso l’altare sarà collocata l’effigie della Madonna del Buon Consiglio, immagine tanto cara a Leone XIV e proveniente dal Santuario di Genazzano dove si è recato nei giorni scorsi, per invocare la protezione materna della Vergine sul nuovo Pontefice. L’arazzo della pesca miracolosa – riproduzione su cartone di Raffaello – ricorderà visivamente la missione affidata a Pietro e ai suoi successori.

La Chiesa universale in cammino

La presenza dei Reali di Spagna, Belgio e Monaco, di autorità europee come Ursula von der Leyen e Roberta Metsola, del presidente Mattarella, della premier Meloni, e dei leader di Stati Uniti, Ucraina, Israele, Polonia, Libano e Perù, mostra la rilevanza globale di questo momento. Il Vescovo di Roma non è solo guida della Chiesa cattolica, ma anche sovrano dello Stato della Città del Vaticano 

Con l’inizio del ministero di Leone XIV, la Chiesa rinnova la sua fedeltà al mandato ricevuto dal Signore: “Conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32). E nella voce del cardinale Francis Leo, insieme a tanti altri, risuonerà quel “sì” di obbedienza e comunione che da secoli accompagna ogni nuovo successore di Pietro nel suo compito più alto: custodire la fede, guidare la Chiesa, servire l’umanità.

F.R.
Silere non possum