Città del Vaticano - 100 giorni. Sono stati sufficienti cento giorni, o quasi, per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. L’arcivescovo venezuelano Edgar Peña Parra, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato della Santa Sede, è riuscito in 93 giorni ad ottenere un provvedimento che togliesse autonomia ad un organo che Francesco istituì soltanto per poter parcheggiare Padre Enzo Fortunato ed ottenere visibilità.

Lo “sbarco” in Vaticano del frate francescano con la sua ossessione per le luci da cinepresa era già stato raccontato da Silere non possum negli anni scorsi. Quando Papa Francesco decise di nominare Mauro Gambetti Arciprete della Basilica di San Pietro, ad Assisi si tirò un sospiro di sollievo e il suo fedele sponsor comprese subito che, di lì a poco, il nuovo custode avrebbe provveduto a farlo fuori.

Dopo poco tempo, l’Arciprete francescano iniziò a sottoporre alla Segreteria di Stato varie proposte per trovare un incarico a Enzo Fortunato, rimasto ad Assisi senza più alcuna poltrona da occupare. Dalla Terza Loggia, però, giunsero ripetuti dinieghi, accompagnati da motivazioni tutt’altro che superficiali.

Sappiamo bene che, nell’era Bergoglio, si poteva discutere a lungo e far girare le questioni quanto si voleva, ma alla fine le decisioni spettavano a una sola persona: il Papa. Così, nonostante la gestione imbarazzante e gli scandali che affioravano nella Basilica di San Pietro, Mauro Gambetti si presentò a Santa Marta e ottenne dal Pontefice regnante una nomina firmata di suo pugno.

Il 19 gennaio 2024 il bollettino informava: Il Santo Padre ha nominato Coordinatore della Giornata Mondiale dei Bambini e Direttore della Comunicazione della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano il Reverendo Padre Enzo Fortunato, O.F.M. Conv., già Direttore della Sala Stampa del Sacro Convento ad Assisi (Italia)”.

In quella stessa occasione, Mauro Gambetti ed Enzo Fortunato riuscirono a ottenere dal Papa anche la firma per la nomina di Fortunato a Direttore della Comunicazione della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano. Ruolo che saltò a seguito dei numerosi scandali che si sono verificati in Basilica, soprattutto a seguito della profanazione dell’altare e del danneggiamento dei candelieri in Basilica a San Pietro. La notizia divenne pubblica solo quando ci fu un’altra imbarazzante questione che portava la firma del fraticello televisivo, ovvero la partecipazione del Papa al Festival di Sanremo con un video.

La nascita del Comitato

Alla fine dell’anno, però, il Comitato necessitava di soldi e autonomia, e Fortunato con il suo staff si rivolsero al Papa piangendo. La Segreteria di Stato digrignava i denti ma non poteva fare nulla, visto che Bergoglio era imbambolato dalla parlantina del frate della costiera amalfitana. Il 20 novembre 2024 Fortunato fece firmare a Papa Francesco un Chirografo con il quale veniva eretto il Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini. 

Il documento recitava: Affinché tale iniziativa possa trovare un ancoraggio istituzionale all’interno della Curia Romana, con il presente Chirografo erigo il Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini, riconoscendo al medesimo la personalità giuridica canonica pubblica ai sensi dell’art. 241 della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium e approvandone contemporaneamente lo Statuto. Designo tale Organismo come coordinatore e promotore delle iniziative dei Comitati organizzativi nazionali e regionali. Affinché la Giornata Mondiale dei Bambini non rimanga un evento isolato e quindi la pastorale per i ragazzi diventi sempre più una priorità qualificata in termini evangelici e pedagogici, il Pontificio Comitato sarà disponibile a collaborare con i competenti Uffici pastorali delle Chiese particolari e delle Conferenze episcopali”. 

Questo significava indipendenza ma, soprattutto, capacità di spesa. Tanti soldi e tante poltrone. Nello Statuto trovavamo: Presidente, Vicepresidente, Segretario Generale, l’Assemblea Plenaria, la Sessione Ordinaria, la Segreteria Esecutiva. Collegati c’erano i Membri del Pontificio Comitato, i Delegati Nazionali e “altre persone invitate dal Presidente”.

Lo Statuto, infatti, classificava il Comitato come “un’Istituzione Collegata con la Santa Sede. Cosa significa? Ai sensi dell’art. 241 PE significava che non apparteneva alla Curia Romana e aveva propria personalità giuridica. 

Lo stesso giorno il Bollettino informava: Il Santo Padre ha nominato Presidente del Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini il Reverendo Padre Enzo Fortunato, O.F.M. Conv., finora Coordinatore della menzionata Giornata Mondiale”.

Il gioco era fatto. Nonostante la Segreteria di Stato non volesse avere nulla a che fare con Enzo Fortunato, e il nunzio Giordana rientrasse sempre in Basilica a capo chino dopo aver tentato, senza successo, di perorare presso la Terza Loggia le cause di Mauro Gambetti, loro erano comunque riusciti ad arrivare a Santa Marta, dove ogni regola diventava superflua. Era lo stesso metodo che aveva spalancato le porte alla Chaouqui, e i risultati li abbiamo pagati con gli interessi.

La mossa del Venezuelano

Nel corso dell’incontro con i giornalisti che Leone XIV concesse poche ore dopo la sua elezione, il 12 maggio 2025, molti notarono non solo l’applauso tributato a padre Federico Lombardi S.I., ma anche la collocazione riservata a Enzo Fortunato O.F.M. Conv.

Il fraticello, infatti, non occupava più la prima fila, dove era solito scodinzolare attorno al pontefice regnante, ma si trovava in una posizione qualunque, disperso tra la folta folla dei cronisti. Appariva composto e ben lontano dall’essere entusiasta.

“Il vento è cambiato”, ha sussurrato più volte un porporato anziano entrando ed uscendo dalla Basilica di San Pietro in queste settimane. “I frati francescani sono molto meno promotori della ‘perfetta letizia’ qua dentro”, confidava sornione. Leone XIV, infatti, ha da subito detto: “I Papi passano, la Curia rimane”. E questo primo atto molto chiaro ne è la dimostrazione.

Il Sostituto per gli Affari Generali, nell'udienza di tabella del 6 agosto 2025, ha sottoposto al Pontefice la richiesta di togliere indipendenza al Pontificio Comitato e di farlo confluire sotto il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Leone XIV, il quale è ben consapevole di ciò che hanno fatto Gambetti e Fortunato in questi anni, ha accolto "ben volentieri" la richiesta del prelato. Questo comporterà un bel risparmio e un controllo sulle attività di questa realtà che rischia di essere molto poco trasparente, come tutte le attività che sono collegate direttamente o indirettamente a Mauro Gambetti. Parafrasando un autore caro a qualche vescovo potentino: "Sono un ragazzo [s]fortunato!"

d.R.S.
Silere non possum