Berlino - La guida pastorale La benedizione dà forza all’amore, pubblicata nell’aprile 2025, sta generando forti contrasti all’interno della Chiesa cattolica tedesca.

Il testo, elaborato congiuntamente dalla Conferenza Episcopale Tedesca (DBK) e dal Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi (ZdK), propone linee guida per le benedizioni di coppie, incluse quelle in “situazioni irregolari”. Alcune diocesi hanno scelto di adottarle integralmente, altre le hanno accolte solo in parte, mentre diverse le hanno respinte, richiamandosi al documento vaticano Fiducia supplicans del dicembre 2023.

Chi applica e chi rifiuta

Oltre la metà delle 27 diocesi tedesche applica la guida almeno parzialmente.

A favore: 11 diocesi – tra cui Limburg, Osnabrück e Treviri – hanno approvato ufficialmente il documento o espresso un chiaro sostegno. Altre, come Essen, Rottenburg-Stoccarda, Dresda-Meißen e Hildesheim, condividono la prassi proposta.

Contrarie: Colonia, Augusta, Eichstätt, Passavia e Ratisbona ne escludono l’adozione, ritenendo sufficienti le norme già stabilite da Fiducia supplicans, che ammette solo benedizioni “spontanee e brevi”, senza forma liturgica.

Il vescovo Bertram Meier (Augusta) ha elencato quattro punti in cui la guida tedesca si discosterebbe dal documento vaticano:

1. Motivazioni differenti per escludere le forme liturgiche.
2. Uso esplicito del termine celebrazioni di benedizione.
3. Estensione del contesto delle benedizioni, ad esempio in occasione di matrimoni civili.
4. Mancanza di un chiaro confine rispetto al matrimonio sacramentale.

L’arcidiocesi di Colonia ha ribadito che la guida “va oltre le norme della Chiesa universale”.

Le critiche

Il 24 aprile, il gruppo Neuer Anfang ha pubblicato una nota di protesta, accusando i promotori della guida di voler “legittimare consapevolmente celebrazioni di benedizione rituali e pianificate”, in contrasto con Fiducia supplicans, che invece richiede benedizioni non ritualizzate.

Secondo l’iniziativa, in Germania “si incoraggia la creazione di nuove liturgie, si forniscono indicazioni pratiche, si suggerisce la legittimità di inviti ecclesiastici a celebrazioni”.

Il comunicato accusa il testo di presentarsi come rappresentativo della Chiesa senza averne l’autorità, di travisare l’insegnamento autentico, di ricorrere a “sofismi apparentemente ortodossi” e di attribuire a un Papa defunto intenzioni opposte a quelle reali.

Le reazioni internazionali a Fiducia supplicans

Le risposte al documento vaticano sono state disomogenee:

Paesi africani: rifiuto quasi unanime, giudicando le benedizioni “fonte di confusione” e culturalmente inaccettabili, in contesti fortemente segnati da omofobia sociale.
Messico: apertura prudente, considerandole uno strumento pastorale nel rispetto della dottrina.
Paesi Bassi e Spagna: netta opposizione.
Alcune aree dell’America Latina e dell’Asia: disponibilità limitata e cauta.

Una questione non solo di linguaggio ma di sostanza

Alla luce di queste tensioni, emerge una questione di fondo: le coppie omosessuali non hanno bisogno di una benedizione come coppia, potendo riceverla, se lo desiderano, come singole persone.

Fiducia supplicans appare come l’ennesimo tentativo di adeguare il linguaggio ecclesiale alla cultura dominante, introducendo distinzioni inedite tra “benedizioni pastorali” e altre forme, per poi precisare che debbano durare pochi secondi, non essere pubbliche e restare nel nascondimento. Un’operazione che, dietro la patina di apertura, finisce per mascherare un rifiuto sottile e ambiguo.

Nella maggior parte del mondo, queste richieste sono rare e spesso provenienti da chi, in modo ideologico, mira a costringere vescovi e diocesi a prendere posizione. La persona omosessuale, infatti, non ha bisogno della benedizione della Chiesa per quanto riguarda il proprio orientamento sessuale. Il documento è, in questo senso, emblema del pontificato di Papa Francesco: un costante tentativo di apparire “aperto e moderno”, “permissivo e al passo con i tempi”, più per compiacere i media che per convinzione profonda. Se si credesse davvero che le coppie omosessuali dovessero ricevere una benedizione, non la si confinerebbe a gesti fugaci e nascosti: si fa così perché, in realtà, si ritiene che non la debbano ricevere.

Anche noi condividiamo la convinzione che la coppia omosessuale non debba ricevere la benedizione, ma almeno si eviti di giocare con la vita delle persone e di svilire i sacramentali con compromessi che finiscono per ridicolizzarli.