Fulda - Un dibattito tra sfide globali, sinodalità e ricerca di unità. È iniziata oggi a Fulda l’assemblea plenaria d’autunno della Conferenza Episcopale Tedesca, che si protrarrà fino al 25 settembre. Dei 61 membri complessivi, hanno preso parte ai lavori 58 ordinari, guidati dal presidente Georg Bätzing, riuniti presso il Maritim Hotel am Schlossgarten.

Al centro del programma c’è l’approfondimento della sesta indagine sull’appartenenza ecclesiale, con una riflessione sulle prospettive pastorali e teologiche per il futuro della Chiesa cattolica in Germania. Non mancano però temi di forte attualità: la gestione degli abusi sessuali, la memoria storica sul nazionalsocialismo, il ruolo della Chiesa durante la pandemia, le sfide geopolitiche e il nodo del servizio militare e civile.

L’apertura con il Nunzio apostolico

Ad aprire i lavori è stato il nunzio apostolico in Germania, mons. Nikola Eterović, che ha offerto un discorso incentrato sul tema dell’unità. Citando il Vangelo di Giovanni – «Io sono la vite, voi i tralci» – ha ricordato che la Chiesa, senza Cristo, non può portare frutto. Ha richiamato il motto di Papa Leone XIV, In Illo uno unum, sottolineando come il Pontefice abbia posto la ricerca dell’unità al centro del suo ministero. Eterović ha richiamato la necessità di un impegno missionario che non sia solo interno alla Chiesa, ma capace di generare comunione anche nel dialogo ecumenico e interreligioso: «L’unità non nasce da progetti umani, ma è dono dello Spirito Santo». Ha invitato i vescovi a essere principi visibili di unità, richiamando esempi come sant’Ireneo, proclamato doctor unitatis.

L’omelia di apertura

Durante la celebrazione eucaristica, il presidente Bätzing ha proposto una riflessione a partire dal libro di Esdra. Ha ricordato come Dio sappia servire anche di vie inattese, persino di strumenti esterni alla comunità credente, per guidare e rinnovare il suo popolo. Ha invitato a guardare oltre nostalgie o rigidità, mettendo in guardia dai «tentativi neointegralisti» che rifiutano il dialogo con la società secolare. Al contrario, ha esortato a ricercare “cooperazioni di speranza”, affrontando insieme le sfide globali: guerra, migrazioni, emergenza climatica e intelligenza artificiale. Ancora una volta, quindi, Bätzing non abbandona la pratica diffusa di usare la liturgia per proclamare proprie idee personali. 

La conferenza stampa con Bätzing

Parlando ai giornalisti, il presidente della Conferenza non ha evitato i nodi più delicati. Ha precisato che Papa Leone XIV non è una copia di Francesco, ma ne prosegue la linea di fondo, specialmente sul piano della sinodalità. Ha ribadito che il nuovo Pontefice non ha ritirato né modificato la dichiarazione Fiducia supplicans: «Un segnale importante per noi. La nostra guida sulla benedizione delle coppie, La benedizione dà forza all’amore, rimane valida, frutto di un lavoro trasparente con il Dicastero per la Dottrina della Fede». Il presule, però, finge di non comprendere che un discorso è Fiducia Supplicans, un altro discorso è ciò che vorrebbero fare loro. Alle domande dei giornalisti, infatti, il presule ha fatto finta di non comprendere. I cronisti hanno fatto più volte riferimento alle parole di Leone in merito a questo testo del Dicastero per la Dottrina della Fede. Il vescovo di Limburgo ha affermato che la guida da loro adottata è stata scritta con il Dicastero per la Dottrina della Fede. Da Roma, però, negano questa circostanza. 

Ampio spazio è stato dedicato alla politica internazionale. Sull’Ucraina, Bätzing è stato netto: «L’unica via è che l’aggressore deponga le armi. Ogni altra opzione porterebbe a una pace apparente, non autentica». Ha poi affrontato il drammatico conflitto in Medio Oriente, condannando senza esitazioni il terrorismo di Hamas ma criticando anche «l’approccio disumano» del governo israeliano a Gaza: «Decine di migliaia di innocenti hanno perso la vita. La soluzione resta uno Stato palestinese accanto a quello israeliano». Contestualmente ha denunciato l’aumento dell’antisemitismo in Germania: «Gli ebrei sono nostri concittadini e hanno diritto di costruire qui il loro futuro».

Sul piano interno, Bätzing ha toccato temi politici e sociali. Ha messo in guardia contro le derive del partito AfD, definendo il suo nazionalismo incompatibile con la visione cristiana, e ha ribadito il ruolo delle Chiese nella coesione sociale. Ha richiamato anche le difficoltà demografiche ed economiche del Paese, invitando a un confronto serio sulle generazioni future e sul servizio militare e civile.

Non è mancato un accenno al tema degli abusi sessuali: il presidente ha ricordato che il 77% delle richieste è stato esaminato e che sono stati erogati 76 milioni di euro in indennizzi, ma ha riconosciuto che «i tempi restano dolorosi per molte vittime».

Uno sguardo al futuro

Il programma dell’assemblea prevede inoltre una giornata di studio sulla missione della Chiesa nella società secolare e la valutazione dei lavori del Comitato sinodale, impegnato a elaborare uno statuto per una futura Conferenza sinodale nazionale.

La giornata si è così conclusa tra l’appello all’unità del Nunzio e le analisi, talvolta controverse, del presidente della Conferenza episcopale tedesca. Un contrasto di accenti che riflette bene le tensioni della Chiesa in Germania: sospesa tra spinte e ideologie e richiami alla fedeltà, tra la smania di riforma e il vincolo della comunione con Roma.

p.F.A.
Silere non possum