«La formazione sacerdotale non può ridursi ad acquisizione di nozioni» e ancora «Come potremmo essere costruttori di comunità vive, se non regna fra noi una effettiva e sincera fraternità?». 

Sono interrogativi che Leone XIV ha condiviso con i vescovi e i sacerdoti giunti a Roma per il loro Giubileo. Con parole chiare, il Pontefice ha messo a nudo due fragilità profonde della formazione e della vita presbiterale: la povertà relazionalee l’analfabetismo affettivo. Due nodi irrisolti che, se trascurati, rischiano di compromettere alla radice la credibilità e la fecondità del ministero ordinato.

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