Diocesi di Brescia

Brescia - Nella giornata odierna, un sacerdote diocesano, Rev.do don Ciro Panigara, è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Si tratta, è bene sottolinearlo, di una misura cautelare e non di una condanna: essa non rappresenta un giudizio definitivo sull’operato del sacerdote, ma un atto temporaneo disposto dall’autorità giudiziaria nell’ambito di un’indagine ancora in corso.

Tale provvedimento potrà essere impugnato davanti al Tribunale del Riesame in quanto non sussistono i presupposti richiesti dall’articolo 274 del Codice di Procedura Penale. Nello specifico, non vi è pericolo di inquinamento delle prove, ormai già acquisite dagli inquirenti; non sussiste il rischio di fuga, poiché Panigara ha sempre mostrato piena disponibilità a collaborare con l’autorità giudiziaria; infine, non può configurarsi il pericolo di reiterazione del reato, dal momento che il sacerdote si trova attualmente in ambienti dove non è prevista la presenza di minori.

La Diocesi di Brescia, nel pomeriggio di oggi, è intervenuta ufficialmente sulla vicenda con un comunicato (protocollo 10.25), diffuso dal portavoce del vescovo Pierantonio Tremolada. Nella nota, la Diocesi esprime il proprio dolore e ribadisce la volontà di cooperare con piena trasparenza:

“La notizia che abbiamo appreso ci addolora profondamente. Il grave tenore delle accuse rivolte a don Ciro Panigara dovrà giustamente essere attentamente valutato. Il sacerdote, a seguito di alcune segnalazioni verbali, era stato immediatamente sospeso dal suo ministero parrocchiale da parte del Vescovo con provvedimento canonico cautelare il 10 gennaio 2025, in attesa e nel rispetto delle indagini della competente autorità civile che di seguito sono state avviate.”

La dichiarazione della Diocesi richiama inoltre l’importanza della tutela delle vittime, soprattutto se minori, e la necessità di affrontare tali situazioni con il massimo rispetto per tutte le parti coinvolte: “Il dramma dei minori, vittime di abusi, non può essere in alcun modo sottovalutato né, tanto meno, eluso, a maggior ragione se coinvolge sacerdoti, ma la delicatezza della situazione di chi si trova accusato di una colpa tanto grave, in ogni caso, esige rispetto e cautela.”

Il comunicato si chiude con un auspicio e un segno di vicinanza: “Il provvedimento emesso è forte e doloroso. Confidiamo che si giunga il più rapidamente possibile a chiarire i fatti e le responsabilità. Manifestiamo la nostra vicinanza a tutte le persone coinvolte in questa dolorosa vicenda, assicurando la nostra piena collaborazione alla magistratura.”


F.P.
Silere non possum