The Diocese of Koper issued a statement claiming this to be false.

Prevod v slovenščino 🇸🇮 

Giovedì 26 ottobre 2023 la diocesi di Capodistria (Slovenia) ha emesso un comunicato volto a giustificare il proprio operato in merito alla notizia, comunicata in esclusiva da Silere non possum, dell’avvenuta incardinazione di Marko Ivan Rupnik.

Scrive il vescovo: “Finché Rupnik non è riconosciuto colpevole davanti a un tribunale, gode di tutti i diritti e doveri di sacerdote diocesano”. 

È bene precisare che l’incardinazione dei chierici all’interno di una diocesi non avviene solo seguendo un criterio meramente giuridico ma anche dell’opportunità. Si legge, peraltro, nel Codice di Diritto Canonico al canone 269: “Il Vescovo diocesano non proceda all’incardinazione di un chierico se non quando:

1) ciò sia richiesto dalla necessità o utilità della sua Chiesa particolare e salve le disposizioni del diritto riguardanti l’onesto sostentamento dei chierici;

2) gli consti da un documento legittimo la concessione dell’escardinazione e inoltre abbia avuto opportuno attestato da parte del Vescovo diocesano di escardinazione, se necessario sotto segreto, sulla vita, sui costumi e sugli studi del chierico;

3) il chierico abbia dichiarato per scritto al medesimo Vescovo diocesano di volersi dedicare al servizio della nuova Chiesa particolare a norma del diritto”. 

È chiaro che nel caso di specie il punto 2 è del tutto ignorato. La vita, i costumi di Rupnik sono noti al mondo intero e non sembrano essere di giovamento per la vita della Chiesa universale, figuriamoci per quella particolare di Capodistria. L’operato di Marko Ivan Rupnik ha destato, in particolare nell’ultimo anno, più scandalo di qualunque altro caso dove sono stati adottati provvedimenti ben meno misericordiosi.

Anche il punto uno e due, però, non trovano modo di essere rispettati. La Chiesa di Capodistria, per esplicita ammissione del Rupnik al vescovo Jurij Bizjak, non gioverà affatto della figura dell’ex gesuita. Proprio parlando con il prelato è emerso che l’ex direttore del Centro Aletti ha espresso la volontà di continuare a svolgere le proprie attività artistiche e di predicazione. Questo comporta anche una lontananza fisica dalla diocesi slovena. Nessuna necessità, nessuna utilità, quindi. Al contrario Rupnik ha dimostrato ancora una volta come si voglia servire delle singole persone e della Chiesa stessa per continuare a portare avanti, indisturbato, le sue attività.

Rupnik è stato condannato

È bene rammentare, inoltre, che le dichiarazioni del vescovo di Capodistria sono false. Il sacerdote Marko Ivan Rupnik è stato condannato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nell'anno 2020. Il provvedimento venne emesso a seguito di un giusto procedimento che ha portato ad appurare che l'ex gesuita aveva assolto nel sacramento della penitenza una donna con la quale aveva peccato contro il sesto comandamento.  

Tale condanna non è stata revocata ma è stata revocata solo l'effetto, ovvero la scomunica.

Per quanto riguarda le accuse di abusi su alcune consacrate, invece, il processo non ha potuto svolgersi per via di una intervenuta prescrizione. Anche in questo caso non si può dimenticare che Papa Francesco è intervenuto in numerosissimi procedimenti emettendo provvedimenti che permettevano l'azione giudiziaria nonostante la prescrizione. Lo ha fatto in numerosi procedimenti canonici (riguardanti abusi, peraltro) ed anche statuali (si pensi al caso dei chierichetti del preseminario).

L'avvenuta revoca della scomunica da parte del Papa e la non volontà di avviare un processo in merito alla seconda accusa non sono certo un segnale di trasparenza da parte di un pontefice che elargisce giudizi verso tutti tranne che per i suoi amici.

L.M.

Silere non possum 

Silere non possum želi pojasniti, da so izjave koprske škofije lažnive in zelo hude.

Duhovnik Marko Ivan Rupnik je bil leta 2020 obsojen, ker je dal odvezo (v zakramentu pokore) ženski, s katero je storil grehe proti šesti zapovedi.

Kazen je izdala Kongregacija za nauk vere.

Dejstvo, da škof in škofija ne vesta, da je obsodba dokončna, je zelo hudo in te izjave so žalitev zoper resnico.