Città del Vaticano - Si è svolta questa mattina, nell’Aula nuova del Sinodo, la decima Congregazione generale preparatoria al Conclave, che prenderà ufficialmente avvio mercoledì 7 maggio. All’incontro erano presenti 179 cardinali, tra cui 132 elettori. Tutti i 133 cardinali elettori hanno ormai raggiunto l’Urbe, completando così la composizione dell’assemblea che sarà chiamata a eleggere il successore di Pietro.
Ad aprire i lavori è stato il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. Il porporato ha informato l’assemblea che sabato pomeriggio il cardinale Camerlengo Kevin Farrell ha proceduto all’estrazione a sorte per l’assegnazione delle stanze presso la Domus Sanctae Marthae. Come anticipato da Silere non possum, i cardinali saranno alloggiati sia nell’edificio originario fatto costruire da san Giovanni Paolo II, sia nella struttura adiacente, recentemente ristrutturata, a causa del numero crescente di elettori, oggi superiore rispetto a quanto previsto in origine.
Come da tradizione, i cardinali elettori vivranno in completo isolamento durante il Conclave, senza alcun contatto con l’esterno, nemmeno all’interno della Città del Vaticano. Potranno raggiungere la Cappella Sistina, luogo delle votazioni, attraverso un percorso riservato e protetto, a piedi oppure a bordo di un pulmino.
La Congregazione di questa mattina ha visto susseguirsi 26 interventi da parte dei cardinali, che hanno toccato i nodi cruciali del presente e del futuro della Chiesa. Si è parlato del rapporto tra diritto canonico e lo status dello Stato della Città del Vaticano, della natura missionaria della Chiesa, del ruolo della Caritas nella tutela dei poveri, e del valore della preghiera durante la pandemia di COVID-19, vista come una porta di speranza in un tempo di grande paura. Alcuni cardinali hanno espresso il desiderio di un Papa che sia capace di essere segno di comunione e unità, in un mondo segnato da profonde crisi globali. Tra le preoccupazioni emerse vi sono la difficoltà nella trasmissione della fede, la tutela del creato, le guerre in corso e la crescente frammentazione della società. Non è mancata la riflessione sulle divisioni interne alla Chiesa, percepite come una ferita che necessita di essere sanata. Altri temi affrontati hanno riguardato le vocazioni, la famiglia e l’educazione dei bambini. Si è infine fatto riferimento ai documenti del Concilio Vaticano II, in particolare alla Dei Verbum, per sottolineare come la Parola di Dio debba restare al centro della vita ecclesiale, quale nutrimento indispensabile per il popolo cristiano.
La riflessione si fa sempre più intensa e articolata, mentre il Collegio cardinalizio si prepara a entrare nel silenzio del Conclave. Questo pomeriggio alle 17 si svolgerà l’undicesima congregazione generale. Durante gli incontri privati, però, i presuli non nascondono la loro preoccupazione ed iniziano a essere messi sul tavolo alcuni nomi. Cresce l’attesa per una scelta che segnerà il cammino della Chiesa nei prossimi anni, in un tempo che chiede risposte forti, ma anche segni di speranza autentica.
P.L.
Silere non possum