The dicastery for the doctrine of the faith publishes the audience sheet that took place with the Pope.

Non era mai avvenuto nella storia della Chiesa che un cardinale di Santa Romana Chiesa registrasse il Papa per procurarsi le prove di ciò che diceva. L’anno scorso è emerso che il cardinale Becciu lo fece con Francesco. Un atto grave, gravissimo, ma con i tempi che corrono qualcuno afferma: «Non c’è altro modo al fine di evitare la gogna mediatica, sistema sul quale il Papa serfa da dieci anni». 

In effetti i tempi sono veramente difficili e di novità ce ne sono tante, troppe. Giovedì 21 dicembre 2023, per la prima volta, il Dicastero per la Dottrina della Fede pubblica, nella sezione Lista completa dei Documenti, il biglietto della Prefettura della Casa Pontificia per l’Udienza del Santo Padre con S.Em. il Card. Prefetto e Mons. Segretario del Dicastero per la Dottrina della Fede del 18 dicembre 2023. 

Si tratta proprio dell’udienza che il Pontefice ha concesso per approvare la dichiarazione Fiducia Supplicans.

Questo avviene chiaramente per riparare il Dicastero da qualsiasi attacco, in modo particolare da alcune Conferenze Episcopali che in queste ore stanno facendo giustamente sentire la loro voce. Mentre Francesco parla di sinodalità ed anche in Praedicate Evangelium sottolinea l’importanza delle Conferenze Episcopali, per ciò che importa a lui, però, procede spedito senza occuparsi di nulla. Ridendo e scherzando, però, il Papa rischia di vedersi sconfessato dall’intera Africa (che comunque ha delle posizioni folli sull’omosessualità) pur di salvaguardare le (altrettanto folli) richieste dei vescovi tedeschi.

Ma pubblicare questi documenti che hanno un’utilità solo interna è segno che qualcosa non funziona nella comunicazione del Papa con il mondo esterno. Solitamente non vi è alcun bisogno di dare prova dell’avvenuta udienza. In primis, perché ci si augura che se un Dicastero afferma una cosa questa sia vera; in secundis, perché alla fine del documento stesso vi è scritto: “Ex Audientia Die 18 dicembre 2023 Francesco”. Il Papa, quindi, l’ha approvato e ne siamo certi.

Certo, probabilmente era più chiara la formula: «Il Sommo Pontefice Francesco, nel corso di un’udienza concessa al sottoscritto Segretario di questa Congregazione, è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione del suddetto Responsum ad dubium, con annessa Nota esplicativa».

In quel caso, però, Francesco approvò il Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso ma fece in fretta marcia indietro perché vide che i media non la presero per niente bene. Il risultato quale fu? Che ancor oggi vi è chi mette in giro la voce (falsa) per cui Mons. Morandi venne cacciato proprio per questo motivo. Questo sistema non è piaciuto neppure al cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I.. Non è piaciuto né nel caso delle benedizioni agli omosessuali né nel caso Rupnik. Francesco è solito fare in questo modo ogni volta che vi è un tema scottante. Manda avanti i suoi collaboratori in modo da sconfessarli appena vede che i media attaccano. In questo modo lui può portare avanti quella che è la narrazione del pontificato dal 13 marzo 2013: “Chiesa cattiva, io vittima del sistema, io buono”. 

A questo punto, visto quanto accaduto questa mattina, il Dicastero deve pubblicare, proprio sotto al Responsum reso pubblico il 15 marzo 2021, il Foglio d’Udienza dove S.E.R. Mons. Giacomo Morandi sottopose il documento e la nota al Pontefice.

S.I.

Silere non possum