Città del Vaticano - Questa sera, nella suggestiva cornice dei giardini vaticani, si è svolta la tradizionale recita del Santo Rosario, a conclusione del mese di maggio dedicato alla Madonna. La processione, che ha preso le mosse dalla Chiesa di Santo Stefano degli Abissini, è giunta alla Grotta della Vergine di Lourdes, cuore di devozione mariana all’interno della Città Stato.
A guidare l’incontro di preghiera è stato il cardinale Mauro Gambetti, Vicario Generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano e Arciprete della Basilica di San Pietro, che ha accompagnato i fedeli lungo le tappe della meditazione dei Misteri gaudiosi.
A conclusione della preghiera, Papa Leone XIV ha raggiunto la Grotta di Lourdes per impartire la Benedizione Apostolica. Prima di benedire i presenti, ha rivolto loro un discorso carico di fede e di devozione: «Cari fratelli e sorelle,» ha esordito il Papa, «con gioia mi unisco a voi in questa Veglia di preghiera a conclusione del Mese di Maggio. È un gesto di fede con cui in modo semplice e devoto ci riuniamo sotto il manto materno di Maria.» Nel suo intervento, Papa Leone XIV ha sottolineato l’importanza del Santo Rosario, definito da San Giovanni Paolo II «preghiera dalla fisionomia mariana e dal cuore cristologico, che concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico». Ha invitato i fedeli a meditare sui misteri gaudiosi come un pellegrinaggio spirituale, ricordando i momenti salienti della vita di Gesù e di Maria: dall’Annunciazione alla Visitazione, dalla Natività alla Presentazione al Tempio, fino al ritrovamento di Gesù tra i dottori.
Il Papa ha poi richiamato l’immagine del popolo d’Israele nel deserto, accompagnato dalla Parola di Dio nel suo viaggio verso la Terra promessa, paragonandola al cammino di ciascun credente sulle orme di Gesù, insieme a Maria. «Chiediamo al Signore di saperlo lodare ogni giorno,» ha esortato, «con la vita e con la lingua, col cuore e con le labbra, con la voce e con la condotta, evitando le stonature.»
Leone XIV ha dimostrato anche la sua attenzione per la vita monastica benedettina, ricordando le Monache Benedettine del Monastero Mater Ecclesiae, «che con la loro preghiera nascosta e costante sostengono la nostra comunità e il nostro lavoro.» Ha infine auspicato che «la gioia di questo momento rimanga e cresca in noi, nella nostra vita personale e familiare, in ogni ambiente, specialmente nella vita di questa famiglia che qui in Vaticano serve la Chiesa universale.»
Al termine della preghiera, Papa Leone XIV ha impartito la Benedizione Apostolica, affidando i presenti e le loro famiglie alla materna intercessione della Vergine Maria. Quello di questa sera è stato un momento intenso di fede e di comunione ecclesiale, che ha rivelato ancora una volta l’amore del Papa per la Madonna e il suo apprezzamento per tutti coloro che, a vario titolo, servono la comunità vaticana.
Mauro Gambetti e il vento che cambia
Tuttavia, non si può ignorare come alcuni, spinti da ambizioni personali, stiano cercando di ingraziarsi il Pontefice, seppur con cautela. Tra questi figura anche Mauro Gambetti, che sembra ora voler sfruttare la presenza dei frati agostiniani per mettersi in luce, dimenticando che Papa Leone XIV non è certo ingenuo. Il Pontefice è pienamente consapevole delle azioni e delle dinamiche che Gambetti ha messo in atto nella Fabbrica di San Pietro e nella Basilica Vaticana.
Il Papa sa bene, inoltre, quanto la cosiddetta “Parrocchia di San Pietro” abbia cercato di guadagnare terreno, spesso a scapito della storica presenza dell’Ordine di Sant’Agostino nella parrocchia di Sant’Anna. Purtroppo, è una consuetudine — ahinoi molto clericale — quella di schierarsi sempre dalla parte di chi sembra prevalere, come banderuole al vento. Ma Papa Leone XIV non è uno sprovveduto: ha seguito attentamente le vicende di questi anni e conosce bene ciò che Gambetti ha fatto, anche grazie a quei portali di informazione che non hanno timore di dire la verità, nonostante le pressioni e le intimidazioni.
p.B.S.
Silere non possum