Con la cacciata di Mons. José Rodríguez Carballo sembra che l'aria stia iniziando a cambiare all'interno del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Il 30 aprile 2024 è stato emesso un decreto, firmato dal Prefetto e dal Segretario (una religiosa), che annulla l'atto firmato da Mons. Michael Olson ai danni di una religiosa alla guida del Monastero della Santissima Trinità, ad Arlington, in Texas. Una triste vicenda di cui avevamo già parlato e che vede, ancora una volta, un vescovo ficcare il naso nella vita privata delle persone. In questo caso, addirittura, una monaca di clausura è stata accusata di aver violato il sesto comandamento con un presbitero. Il suo nome è stato pubblicato ed è stata lesa la sua buona fama. 

I fatti

Ad Aprile 2023 il vescovo avviò una indagine canonica su una presunta relazione sessuale tra la Priora del monastero di Arlington e un sacerdote di un'altra diocesi. Siamo alle solite, c'è qualcuno che proietta sugli altri problemi propri. Michael Olson è noto per avere il feticcio nello scavicchiare la vita altrui. L'attività del vescovo è andata oltre i suoi poteri conferitigli dal diritto canonico ed ha addirittura guardato i cellulari e il computer della monaca. A seguito dell'indagine, il Monastero della Santissima Trinità e la priora hanno intentato una causa da un milione di dollari contro il vescovo e la diocesi. Forse questo è stato il motivo per cui anche qui in Vaticano qualcuno ha iniziato a tremare. Come abbiamo spiegato in questo articolo, infatti, il Dicastero era praticamente guidato da José Rodríguez Carballo e tutte le decisioni venivano prese secondo il sistema di familismo amorale che lui aveva introdotto e il diritto canonico restava uno sconosciuto.

Olson, quindi, ha contattato il dicastero ed è riuscito a "strappare" un decreto che lo nominava Commissario Pontificio del monastero. Il documento portava la sola firma del frate minore accusato di mala gestione economica. In questo modo, il giorno seguente, il vescovo del luogo ha potuto emettere il decreto di esclaustrazione della monaca accusata. Il commissario, peraltro, aveva vietato la partecipazione dei fedeli alle Sante Messe celebrate nel monastero. Questo, come insegna chiaramente padre Dysmas De Lassus nel suo libro, è il metodo utilizzato per commettere abusi, ovvero si tagliano i contatti con l'esterno.

Il ricorso

Il 3 luglio 2023 la Madre Teresa Agnes ha presentato ricorso al Dicastero competente. Oggi, con un decreto firmato il 30 aprile 2024, il Dicastero ha annullato il documento del vescovo ritenendolo nullo per gravi errori, sia procedurali che di merito. 

"In primo luogo, le accuse imputate all'appellante in merito alla sua cattiva condotta non dimostrano che questi atti siano stati perpetrati nell'esercizio della forza o della violenza, o da lei che abusava della sua autorità ecclesiastica come priora" sottolinea il documento. 

Inoltre, "l'argomento avanzato dal vescovo afferma che Madre Teresa Agnes ha abusato della sua autorità perché, come priora, aveva il privilegio unico di avere accesso a mezzi di comunicazione elettronici, che le hanno permesso di stabilire contatti con il suo complice. Ma questo argomento non dimostra che l'uso improprio del suo accesso esclusivo a un telefono cellulare e dell'accesso a Internet costituisse un atto di abuso di autorità perpetrato per costringere un'altra persona a compiere un atto sessuale. Inoltre, Madre Teresa Agnes non possedeva alcuna autorità reale o addirittura immaginaria sul suo presunto complice, un uomo adulto (e chierico ordinato), che avrebbe potuto renderlo soggetto all'autorità di Madre Teresa Agnes come priora".

"In secondo luogo, i motivi aggiuntivi per il licenziamento del ricorrente si riferiscono alla sua grave disobbedienza ai legittimi precetti di un superiore (c. 696 § 1). È stato appurato che nell'esecuzione del processo di licenziamento, a Madre Teresa Agnes non sono stati concessi i quindici giorni completi assegnati per rispondere pienamente agli avvertimenti canonici. Poiché il suddetto elemento procedurale deve essere considerato necessario ad validitatem dalla legge universale della Chiesa, questa grave carenza invalida il licenziamento del ricorrente sulla base del canone 697".

Si auspica ora che il Dicastero chiuda questa triste vicenda revocando anche la nomina di Mons. Michael Olson quale Commissario per il monastero e si accertino gli abusi di autorità che questo ha messo in atto contro questa suora esponendola, peraltro, al pubblico ludibrio.