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Città del Vaticano - Domenica 15 giugno 2025, Silere non possum ha dato in anteprima esclusiva la notizia dell’avvio di una visita apostolica presso la comunità cistercense di Heiligenkreuz, da parte del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Una notizia vera, fondata e — come spesso accade — subito saccheggiata da altri organi di informazione senza alcuna menzione della fonte. Il blog Vatican News di Andrea Tornielli, ha nuovamente copiato e incollato senza citare la fonte. L’atteggiamento è tipico degli sciacalli ed è proprio della gente corrotta che è protetta da altre persone (anche istituzioni) corrotte come loro.
È del tutto fuori luogo, dunque, che Andrea Tornielli si lamenti quando Silere non possum porta alla luce i suoi scheletri negli armadi, accusandoci poi di non voler “collaborare” con chi, da anni, agisce in modo illecito e deontologicamente scorretto. La Santa Sede lo sa bene: finché il dicastero resterà nelle mani di personaggi corrotti e corruttibili, che calpestano la deontologia professionale e manipolano l'informazione, Silere non possum non collaborerà con nessuno.
Anche i portali delle conferenze episcopali di lingua tedesca, in Germania e Austria, hanno fatto lo stesso gioco: riportare la notizia senza citare la fonte. D’altronde, Papa Leone XIV ha già denunciato più volte l’infedeltà e l’incompetenza di alcuni media ecclesiali, e i fatti — ancora una volta — gli danno ragione.
Heiligenkreuz: parole misurate, ma la realtà è diversa
Oggi, lunedì 16 giugno 2025, la comunità di Heiligenkreuz ha diffuso un comunicato ufficiale nel quale si legge che il Dicastero ha notificato, in una lettera del 5 giugno, l’intenzione di “farsi un quadro preciso della situazione della vita monastica e della conduzione dell’abbazia”, presentando l’iniziativa come un “gesto di benevola sollecitudine” per promuovere la crescita e proteggere la comunità da possibili rischi interni ed esterni.
Parole prudenti e rispettose, come è giusto che siano, ma non raccontano tutta la verità. La comunità si ferma a ripetere ciò che è stato scritto loro dal Prefetto, ovvero accogliere la visita. Punto.
Noi, per rispetto della comunità, avevamo inizialmente scelto di non pubblicare alcuni elementi che avevamo letto nella lettera. Tuttavia, visto il proliferare di false interpretazioni da parte di vari organi di stampa, ci vediamo ora obbligati a fare chiarezza:
questa visita non nasce da un gesto di amicizia fraterna, ma da accuse formali che sono state recapitate al Dicastero. Si tratta ormai di un modus operandi consolidato: parte una segnalazione anonima o costruita ad arte, e il Dicastero si precipita a colpire, come già accaduto in altri casi ben noti e che vi abbiamo raccontato.
Nel documento indirizzato ad Heiligenkreuz, infatti, si parla esplicitamente di “segnalazioni in merito alla conduzione e amministrazione dell’abbazia”. Dunque, si tratta di accuse rivolte al governo e alla gestione economica della comunità, non certo di un audit spirituale o formativo. Non dimentichiamo che anche a San Giacomo di Veglia, all’inizio si parlò di “questioni economiche” e poi, in realtà, si agì in modo violento e distruttivo contro la badessa e contro le monache.
Chi sono i visitatori? Un’altra prova della deriva ideologica
Ad aggravare la situazione, c’è la preoccupante scelta dei due visitatori apostolici. Il primo è Jeremias Schröder, abate primate dei benedettini, già noto per atteggiamenti ambigui e tolleranti nei confronti di abusi gravi avvenuti nell’Abbazia di Sant’Anselmo, come nel caso dell’abate polacco da noi già documentato. Il secondo nome è ancora più inquietante: Christine Rod MC, religiosa senza velo, esponente dell’ala germanofona e modernista della vita consacrata. Una figura ideologizzata, che rischia di portare divisioni e conflitti all’interno di una comunità che, al contrario, ha sempre cercato l’armonia tra tradizione e modernità.
Il vero bersaglio: una comunità viva, giovane, fedele alla Chiesa
Perché Heiligenkreuz? Perché è una delle pochissime comunità religiose in Europa che ha saputo attuare con equilibrio il Concilio Vaticano II. È fiorente di vocazioni, radicata nella tradizione, ma aperta al dialogo con il mondo contemporaneo. Proprio per questo, non è tollerata da chi vuole la dissoluzione della vita religiosa autentica.
Lo stesso è avvenuto per la comunità Saint-Martin, già sotto attacco per motivi analoghi: troppo viva, troppo fedele, troppo libera dai giochi di potere. Il Dicastero oggi non protegge, ma colpisce ciò che funziona, in nome di equilibri ideologici e logiche faziose. E dietro questo ennesimo attacco, non dimentichiamo la figura ingombrante di Mauro Giuseppe Lepori, abate generale dei Cistercensi, la cui influenza nel Dicastero è tutt’altro che disinteressata.
Un appello a Papa Leone XIV
Ci troviamo ancora una volta di fronte a una violenza istituzionalizzata, all’ennesimo tentativo di distruggere ciò che funziona e porta frutto, mascherato sotto i termini rassicuranti di “cura” e “discernimento”. Ma la misura è colma. Solo il Santo Padre Leone XIV può intervenire con decisione per fermare la deriva inaugurata da Simona Brambilla, la quale pretende di agire da psicologa pur non avendo alcuna reale competenza né in ambito monastico né psicologico.
A questo proposito, pubblichiamo i documenti per dimostrare che la visita apostolica era pianificata da tempo ed è stata decisa durante il pontificato di Papa Francesco. Negli ultimi giorni, infatti, molti hanno iniziato ad accusare Papa Leone XIV, che però non ne era minimamente a conoscenza fino a quando Silere non possum non ha pubblicato l’articolo domenica.
Il pericolo è grave: sono in gioco le vite e le vocazioni di giovani monaci che desiderano donarsi totalmente a Dio e alla Sua Chiesa. Servono verità, giustizia e coraggio. Ora.
Fr. L.S.
Silere non possum