Città del Vaticano - Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Leone XIV ha ricevuto in Udienza i partecipanti alla 65ª Assemblea Generale della Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori (CISM), riuniti per riflettere sul tema “Governare la speranza. Forme e stili di governo delle Province in una Chiesa sinodale”. Dopo un saluto scherzoso – «C’è più entusiasmo qui che nella giornata dei giovani! Vuol dire che siete tutti giovani!» – il Papa ha rivolto ai religiosi un discorso denso, centrato sul valore della sinodalità come forma di governo e di discernimento nella vita consacrata.

Il discorso del Papa: governare la speranza

«La comunità dei credenti – ha ricordato il Pontefice – non si è mai sottratta agli stimoli e alle sfide dei tempi, portando il messaggio di Cristo in ogni ambito della società». Le parole del Santo Padre si sono soffermate sul ministero dell’autorità come servizio capace di generare speranza, e non di opprimere: «Il patrimonio delle famiglie religiose non è qualcosa di statico, ma un organismo vivo che ha bisogno di nutrimento, attenzione, e talvolta guarigione».

Citandosi più volte con i lavori sinodali, Leone XIV ha ricordato che la vita religiosa è chiamata oggi a offrire alla Chiesa esempi concreti di discernimento comunitario, corresponsabilità e trasparenza. Tre le parole chiave del suo intervento: discernimento ecclesiale, cura dei processi decisionali e valutazione dell’operato.

Il Papa ha poi invitato i Superiori a promuovere una «proficua alternanza nelle responsabilità», per evitare rigidità e chiusure, e ha messo in guardia dal rischio di diventare “acque stagnanti”, richiamando le parole di Sant’Agostino: «Affinché possiamo indagare in concorde collaborazione sulla nostra anima e su Dio». Il discorso si è concluso con un ringraziamento e una benedizione: «Vi accompagno con la mia preghiera e vi benedico di cuore. Grazie per la fedeltà con cui svolgete il vostro non facile compito».

La CISM e il suo ruolo

La Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori (CISM) è un organismo di diritto pontificio istituito nel 1960 dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (oggi Dicastero), con lo scopo di promuovere la vita religiosa nella comunione ecclesiale e nella fedeltà al Magistero. Nel 1966, la CISM ha ottenuto il riconoscimento civile come persona giuridica senza fini di lucro.  Essa opera attraverso riunioni, convegni e percorsi formativi volti a favorire la collaborazione tra gli Istituti religiosi, mantenendo un rapporto diretto con la Conferenza Episcopale Italiana. Nelle diocesi italiane sono attivi 147 segretariati diocesani o interdiocesani, che curano il dialogo tra le comunità religiose e i vescovi locali.

L’ombra sul presidente: il caso di padre Luigi Gaetani

A guidare oggi la CISM è padre Luigi Gaetani, carmelitano scalzo, vicario episcopale per la vita consacrata dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto, ma anche figura controversa, attualmente attinta da provvedimenti canonici a motivo di accuse di abusi di coscienza e di potere all’interno del suo Ordine.

Nonostante le accuse e i procedimenti canonici che si sono celebrati e sono ancora in corso, Gaetani non è mai stato invitato a dimettersi da questo incarico. Al momento il suo processo è pendente presso il Tribunale della Diocesi di Roma. Gaetani questa mattina è arrivato salutando tutti, amici e conoscenti, ed era presente in prima fila all’Udienza e ha stretto la mano al Papa. Un gesto che, alla luce delle indagini in corso, solleva interrogativi sulla gestione dei casi di abuso di autorità nella Chiesa. Dalle testimonianze raccolte e dai documenti visionati da Silere non possum, emergerebbero episodi di pressioni indebite durante le elezioni interne alla provincia dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, violazioni delle norme capitolari e un esercizio autoritario del potere, che avrebbe generato tensioni e divisioni nelle comunità di Napoli e Bari.

Nel 2023, l’elezione di Gaetani a provinciale della Provincia napoletana è stata annullata per irregolarità, dopo l’intervento diretto del Preposito Generale dell’Ordine. Gaetani è stato quindi sospeso dall’incarico e trasferito nel convento di Piano di Sorrento, in attesa di ulteriori decisioni.

Abusi di coscienza e potere nella vita religiosa

Il caso di padre Gaetani si inserisce in un più ampio dibattito sugli abusi di potere e di coscienza nella vita consacrata, una questione spesso ignorata rispetto agli abusi sessuali. Come ha scritto padre Dysmas de Lassus, priore della Grande Chartreuse e autore del libro Schiacciare l’anima, la vita religiosa può degenerare quando il superiore impone il silenzio, isola i membri, o pretende obbedienza cieca. «Quando si impedisce a un religioso di parlare con chi è esterno alla comunità – scrive De Lassus – lo si obbliga a chiudersi nel proprio malessere e gli si rifiuta ogni possibilità di trovare la luce».

Queste dinamiche, ha già spiegato in questo articolo Silere non possum, sono purtroppo frequenti anche nei nuovi movimenti ecclesiali e in molte comunità dove si afferma il principio: “noi abbiamo il vero carisma, la Chiesa non ci capisce”. È un linguaggio che apre la strada a veri abusi spirituali, mascherati da zelo religioso, e che può condurre a fenomeni settari.

Il nodo del familismo amorale nella Curia

Dietro i ritardi e le ambiguità che hanno segnato la gestione del caso Gaetani — con alcuni interventi del Dicastero che hanno suscitato più di una perplessità — si intravede quel sistema di familismo amorale che, come Silere non possum ha già documentato in diverse inchieste, permea da tempo i Dicasteri vaticani, condizionandone decisioni, tempi e responsabilità.

Un sistema in cui favoritismi, amicizie e connivenze rischiano di compromettere la credibilità della Chiesa nella lotta agli abusi. «Ci sono figli e figliastri», aveva dichiarato a Silere non possum un porporato romano, evidenziando la disparità di trattamento tra chi è “amico dei Dicasteri” e chi, invece, viene abbandonato o punito.

Il caso Rupnik resta l’esempio più evidente di un sistema che – come titolammo in uno dei primi articoli che portarono alla luce questa triste vicenda – è “too big to fail”. E la vicenda di padre Gaetani, oggi al vertice della CISM, rischia di replicare lo stesso copione.

Un banco di prova per la Chiesa

La presenza di Gaetani accanto al Papa, mentre su di lui gravano accuse di abuso di potere e di coscienza, riporta alla luce una questione più ampia: quella delle figure controverse che continuano a orbitare intorno a monsignori, vescovi, cardinali e persino al Pontefice — una consuetudine che, sotto Francesco, è divenuta quasi ordinaria. E non si tratta, in questi casi, di incontri con persone che abbiano intrapreso un autentico cammino di conversione o di penitenza: si tratta di accoglienze solenni, accompagnate da incarichi mantenuti e onori intatti, che finiscono per offrire un’immagine disastrosa della giustizia canonica, percepita ormai da molti come puramente formale e sostanzialmente inutile. Molti si domandano: come può la Chiesa predicare la sinodalità se al suo interno continua a proteggere chi esercita l’autorità in modo abusante?

Il tema scelto dall’Assemblea – “Governare la speranza” – avrebbe potuto essere l’occasione per una riflessione franca sul governo della CISM, piuttosto che sul governo degli altri istituti. Non può esserci speranza dove non c'è giustizia e verità. 

p.F.I.
Silere non possum